Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Cimeli

Lo spettatore #271- Quello che deve fare il simpatico per forza: Deadtime stories (1986)

Immagine
Eccoli i favolosi e celebrati anni ottanta in tutto il loro splendore, passati attraverso il filtro del film horror antologico dalla qualità televisiva e zeppi di quell'umorismo macabro che spesso risulta molto più imbarazzante che divertente. Prima che Jeff decidesse di schiaffarmelo in prima pagina io di Deadtime Stories non sospettavo nemmeno l’esistenza. Quanto bene stavo nella mia ignoranza, cribbio. Va detto che c'è stata un’epoca nella quale anche produrre robaccia per cassetta voleva dire fare cinema. Se guardassimo Deadtime Stories prestando attenzione alla perizia tecnica, in particolar modo ammirando i gustosi effetti speciali, potremmo quasi cedere all’illusione di star osservando un autentico film. Ma questo avverrebbe solo perché la cura per la qualità non esiste più in praticamente nessun campo, se si esclude l’artigianato del lusso (e nemmeno sempre). La verità è che l’antologia di Jeffrey Delman esaurisce le proprie meraviglie piuttosto in fretta, giusto il tem...

Lo spettatore #270- Lunedì mattina: Un giorno di ordinaria follia (Falling Down, 1993)

Immagine
Con ordinario folle ritardo sono riuscito ad agguantare un film che mi sfuggiva da decenni, un’opera definita dai più come la descrizione del crollo di un uomo medio schiacciato dalla vita quotidiana al punto di esplodere e mettere al suo posto una società alienante che pretende dalle persone solo lavoro e apatia. Ecco, mi hanno sempre mentito. Certo l’idea di dare sfogo a tutte le frustrazioni a cui veniamo sottoposti è stuzzicante e di conseguenza funziona da ottimo volano per gli incassi, tuttavia la premessa che nessuno fa quando parla di questo film è che William Foster detto D-Fense di ordinario non ha proprio niente, tranne forse l’abbigliamento e gli occhiali da impiegato. L’uomo è un tizio piuttosto aggressivo, con un ordine restrittivo sulla schiena e un passato recente piuttosto inquietante. Diciamo che la via del giustiziere per lui si è aperta ben prima degli avvenimenti narrati qui, che rappresentano solamente l’apice della sua deriva. Che poi, a ben pensarci, un altro er...

Lo spettatore #269- Salvare il Natale: Uno Rosso (Red One, 2024)

Immagine
Pare dunque giunto il momento di aggiornare la lista dei Babbi speciali del blog, anche se questa volta il nostro Uno Rosso è semplicemente una versione aggiornata del simpatico nonnino che tutti conosciamo ben bene. Ma ora diamoci una mossa che c’è da salvare il Natale. Si lo so e sono d’accordo anche io: questa storia di salvare il Natale messa in piedi da una piattaforma multimilionaria che sfrutta proprio il giorno santo per accumulare tesori inestimabili suona un pochino stucchevole. Ma cosa ci volete fare, l’umanità vive nell’ipocrisia da quando ha imparato a domare il fuoco, è fin troppo ingenuo pensare di redimerla nell’anno 2025 DC. Io, per quel che vale, per esorcizzare la cosa mi son visto il film a Luglio, almeno il gelo polare mi ha un attimo rinfrescato. Tolto questo e il finale zuccheroso immancabile in una pellicola di questo genere, devo però ammettere che Red One sa essere simpatico. Magari non divertentissimo, ma simpatico e quantomeno le sue due orette, per quanto u...

Lo spettatore #268- L'eterno fascino del male: Diabolik (1968)

Immagine
  Ora che Jeff è diventato parte dell’oligarchia che governerà il pianeta negli oscuri decenni che ci attendono non ha più bisogno di elargire favori a nessuno. Tuttavia fino a qualche tempo fa gli toccava ancora lavorare per ingrossare il conto in banca e tra le tante occupazioni c’era quella di rifornire la sua piattaforma con prodotti a me graditi. Il Diabolik di Mario Bava faceva parte della mia lista dei desideri da molti decenni, direi da quando uscì il video dei Beastie Boys e il grande capo di Amazon ha deciso di offrirmelo sul filo di lana, poco prima di diventare Primo Consigliere dell’Imperatore. Coloratissimo e psichedelico, Diabolik sembra ispirarsi più alla serie tv Batman con Adam West che alle oscure atmosfere evocate dalle sorelle Giussani nei loro albi e questo è un tratto del film che pare aver lasciato insoddisfatto il regista, al punto da indurlo a rifiutare il seguito propostogli dal produttore De Laurentis sulla scia del discreto successo al botteghino. Ad og...

Lo spettatore #267- Semplici storie da strada: 10 Cose Di Noi (10 Items or Less, 2008)

Immagine
Lo spunto dal quale prende il via 10 Cose Di Noi vede un giovane regista alle prese col suo primo lavoro indipendente che per fare il botto decide di ingaggiare un attore famoso, uno tipo Morgan Freeman. Per raccontare ciò il regista di 10 Cose Di Noi mette in piedi un progetto indipendente e per fare il botto chiama Morgan Freeman. Che strana matrioska è il mondo del cinema. Va detto che sarebbe stato interessante capire cosa poteva venire fuori da un progetto a spirale come questo, ma in realtà Brad Silberling (che esordiente non lo era affatto) non era minimamente interessato a sviluppare l'assurdo insito nella sua idea. Il suo scopo era piuttosto quello di raccontare una di quelle storie piccole che nascono di continuo (o che almeno i cineasti credono lo facciano) attraverso un film essenziale, di quelli che piacciono tanto agli amanti della realtà senza fronzoli, ma che invece di andare a vedersela per strada preferiscono gli venga mostrata su uno schermo. Insomma, il pubblic...

Lo spettatore #266- Se le lacrime rischiano di appannare la vista: Collateral Beauty (2016)

Immagine
Quello del lutto è un tema delicato, spesso utilizzato dal cinema per mettere sul piatto ragionamenti sul dolore e sulla necessità di andare avanti anche se certe sofferenze non potranno mai essere superate. Poi è chiaro che esistono modi e modi di trattare l'argomento e non sempre ne viene fuori un film impeccabile. La pellicola non inizia male: grazie a un veloce flashback David Frankel ci mostra chi era Howard Inlet prima del dramma che stava per piombargli addosso, ovvero un uomo ispirato, un imprenditore coinvolgente, uno che ama ciò che fa e chi lo fa con lui. Poi, saltando avanti di tre anni, ci viene presentato l'oscuro signore che ne ha preso il posto, devastato dalla perdita, incapace di comunicare e privo di ogni desiderio. Così i suoi tre amici e soci decidono di prendere in mano la situazione. Un momento chiave dopo il quale il film perde di senso sempre più rapidamente ogni minuto che passa. Frankel è alla ricerca della lacrima facile, questo si vede fin da subito...

Lo spettatore #265- Un po' di cibo per lo squalo: Paradise Beach (2016)

Immagine
Se mi aveste posto delle domande su Blake Lively qualche settimana fa non avrei saputo rispondervi. A vederla in foto mi pareva la classica biondina intercambiabile che frequenta la Collina, ma la mia sarebbe stata una boutade per stare sulla difensiva. Poi, di colpo, la signora Reynolds (io ero convinto che Ryan stesse ancora con Scarlett, fate voi) se n’è uscita con dichiarazioni particolari durante la promozione di un suo film e gli squali di internet le si sono avventati addosso bramosi di squarciarne le carni e di assaporarne il sangue. Ecco, l’altro giorno dalle segrete del mio castello ho portato alla luce il DVD del film di oggi, comprato chissà quando e, soprattutto, chissà perché. Una pellicola che vede Blake alla mercé di uno squalo autentico, bramoso delle sue carni e assetato del suo sangue. Il grande burattinaio gioca con le nostre esistenze e si diverte un mondo. Fatico ad appassionarmi ai film di squali. Secondo me una volta uscito quello famoso là il genere aveva già...

Lo spettatore #264- La storia dell'orso: Annientamento (Annihlation, 2018)

Immagine
Ricordo che ai suoi tempi Annientamento godette di una critica piuttosto favorevole: il film di Alex Garland parve piacere proprio a tutti, Natalie Portman si portò a casa la solita sporta di elogi e tutti sostenevano quanto l'opera fosse intrigante e innovativa. Come spesso succede quando un prodotto ottiene un così grande riscontro tendo a ignorarlo, non perché mi senta particolarmente snob, quanto piuttosto per il serio rischio di rovinarmelo a causa delle aspettative. Il romanzo no però, quello ho voluto leggerlo, mannaggia a me. Il libro (o meglio, la trilogia dell'Area X) in realtà, non l'ho trovato un brutto intrattenimento, tuttavia se mi doveste chiedere oggi di cosa parla andando oltre una semplice descrizione per sommi capi, beh, non saprei come rispondervi. Jeff VanderMeer costruiva un racconto alla Lost (tanto per fare l'esempio più conosciuto del filone) giocando tutte le sue carte sul mistero di una situazione inspiegabile, sul tentativo della scienza d...

Lo spettatore #263- Quando ancora non guidava: Pitch Black (2000)

Immagine
È esistito un tempo durante il quale Vin Diesel non si limitava a far fischiare le gomme della sua Dodge Charger in giro per il pianeta, ma tentava di costruirsi una carriera non per forza legata al suo cognome d’arte. A quell’epoca qualcuno, forse esagerando un poco, ne tesseva le lodi pronosticandogli un avvenire da Bruce Willis, magari anche per via della pettinatura. A quell’evo remoto appartiene il filmetto di oggi, quello che in definitiva ha donato l’attore alla collina. Pitch Black, pur non essendolo in senso stretto, ha l’aspetto tipico del B-Movie di fantascienza degli anni zero. Filtri colorati che appiattiscono ogni cosa, strani effetti applicati all’obbiettivo della camera, mostri realizzati con grafica computerizzata (il più possibile mimetizzati in modo da non vedere lo scempio che tale tecnica allora apportava alla visione), gruppo ristretto di attori che vanno da qui a lì e da lì a qui urlandosi addosso e un paesaggio sterile popolato da una fauna ostile. Un film poco ...

Lo spettatore #262- Vecchi dolcetti e allettanti promesse: Bloody calendar (Le calendier, 2020)

Immagine
Lo sappiamo, i film strambi a sfondo natalizio non sono una novità. Persino questo ridicolo blog propone una quasi rubrica a tema che per adesso conta solo il solito horror americano fatto con due dollar i e una commedia per ragazzini francese . Nel titolo di oggi non c'è un Babbo Bastardo che rovina le feste, quanto un oggetto indemoniato che si diverte a giocare con la realtà. Ad ogni modo rimaniamo comunque in Francia. Eva è una tipa sfortunata che ha visto spezzarsi il suo sogno di ballerina insieme alla sua schiena e che ha un padre col cervello divorato dall'alzheimer che nemmeno la riconosce più. Chiaro che quando arrivano le feste la assalga un'ondata di tristezza devastante. Per fortuna la sua amica le ha portato un curioso calendario dell'avvento: un simpatico oggettino in legno antico che contiene dolci che stanno lì da chissà quanto tempo e che io non mangerei nemmeno sotto prescrizione medica, ma a quanto pare qui nessuno si fa le domande giuste. Del res...

Lo spettatore #261- Jesse Owens dove sei?: Race (2016)

Immagine
La vita di Jesse Owens sembra un film, ma può un film raccontare la sua vita, specialmente in un epoca che pretende narrazioni prive di spigoli? A quanto pare Stephen Hopkins ha deciso di rispondere a questa domanda e lo ha fatto attraverso una produzione che sembra nata per farsi bella davanti a uno specchio. Le imprese sportive di Jesse Owens credo le conoscano tutti, così come l'importanza del contesto nel quale avvennero. Son passati novant'anni da quelle olimpiadi eppure gli spettri dalle grigie uniformi con le fasce rosse scarabocchiate vagano ancora per il nostro mondo, pronti a riempire freschi sacchi di carne e gettare una nuova oscurità sull'alba dell'avvenire. Ma noi occidentali durante questo tempo dovremmo aver capito come disinnescare i pericoli ed evitare a quei fantasmi di tornare. Dovremmo, appunto. Perché in realtà siamo ancora qua a fare la solita propaganda da due soldi. Race forse non è un mero manifesto politico, anche perché gli manca la forza per...

Lo spettatore #260- Un altro Babbo particolare: Un amico molto speciale (La père Noel, 2014)

Immagine
Dopo Silent Night , continua la rassegna sui Babbi Bastardi nel blog, un filone abbastanza ricco da contenere dentro di se parecchie variazioni sul tema. Del resto lo conferma anche il film di oggi, pensato per un pubblico preciso. Intanto parliamo di un uomo in rosso lontano dalla figura che dominava l'altra pellicola fin qui trattata in questa specie di rubrica, ma comunque avverso alle leggi che regolano il vivere civile. Un ladruncolo da quattro soldi, che vaga in regime di libertà vigilata con tanto di braccialetto elettronico (la cui utilità ai fini della trama è prossima allo zero), che deve recuperare un po' di oro utile a estinguere un debito con dei ceffi. Potrei anche stare qui a discutere sulla praticità di indossare un costume così scomodo per eseguire un lavoro in cui l'agilità è merce preziosissima, ma farò finta di niente, perché tutto è ambientato nella notte più magica dell'anno e c'è un bambino da far sognare. Se siete tra quelli che considerano i...

Lo spettatore #259- L'imperdonabile peccato di invecchiare: Nebraska (2014)

Immagine
Tra tutte le nefandezze che è capace di combinare l’umanità, la più imperdonabile è quella di invecchiare. Se c’è una cosa che fa rabbia è vedere lo sguardo di qualcuno svuotarsi e mostrare lo smarrimento di chi vede sfuggire la propria essenza e non sa più a cosa aggrapparsi. La vita è un’esperienza brutale che non lascia via di scampo. Forse è proprio quel tipo di rabbia che provano i parenti di Woody Grant (portato in scena da un commovente Bruce Dern) quando l’anziano capofamiglia si convince di aver vinto un milione di dollari e, siccome nessuno vuole accompagnarlo a ritirarli, decide di farsela a piedi. Dopo averlo recuperato per l’ennesima volta in giro per la città, però, il figlio più giovane David (interpretato dal giustamente dimesso Will Forte) intuisce che dietro l’atteggiamento ostinato del padre si nasconde qualcosa di diverso dal capriccio di un uomo che sta svanendo nel degrado del suo cervello e allora decide di accontentarlo e portarcelo lui in Nebraska (guarda caso,...