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Visualizzazione dei post da agosto, 2021

CDC #143- Western in terra siciliana: Gente D'Onore (1967)

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Continua la mia caccia ai film sconosciuti dentro quello strano mondo chiamato Youtube. Permane anche un dubbio: il magnifico canale dal quale mi approvvigiono è autorizzato a mostrami tali perle? Certo è su da un bel po' di tempo, contiene parecchio materiale ed espone i suoi gioielli con una definizione e una qualità lontani da quella che definirei pirateria, ma vai a sapere. Comunque sia, certe opere non andrebbero lasciate scivolare nell'oblio ed è un bene che qualcuno si arroghi il compito di offrire loro la vetrina. Mi riferisco anche a Gente D'Onore, opera prima di Folco Lulli, che non sarà Il Padrino, ma che è intrisa di professionalità. Un prodotto talmente voluto da Lulli (almeno si direbbe) che lo ha spinto, oltre che a dirigerlo, a scriverne la sceneggiatura e a recitarvi come protagonista. Quando si dice un uomo che si è fatto da solo. Siamo nel 1967 e il western ha ormai conquistato cinecittà. Ma perché raccontare sempre di questi luoghi lontani e dimenticati

Iuri legge per voi: La Calda Notte Dell'Ispettore Tibbs (In The Heat Of The Night, 1965) di John Ball

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D'improvviso un ululato e i lupi corrono a radunarsi in branco. L'omicidio di George Floyd, laggiù a Minneapolis, ha sconvolto molte coscienze. Un evento figlio del razzismo, certo. Ma anche maturato all'interno di una società che ci piacerebbe dire di conoscere, ma della quale in realtà sappiamo molto meno di quanto il cinema di Hollywood ami raccontarci. Dopo il fatto è scattata la corsa inserirsi dal lato giusto della storia, con proteste vibranti e parole importanti. Molti di noi hanno scelto di seguire l'onda, illudendosi di far parte del novero degli illuminati che segneranno il futuro della specie, così convinti delle nostre buone intenzioni da non accorgerci che, in realtà, ciò che succede è solo un assestamento degli schieramenti. Un nuovo modo di stabilire chi siamo noi e chi sono loro. Una nuova modulazione dell'ululato, se preferite. Sono solo parzialmente d'accordo con le dichiarazioni di Lewis Hamilton, secondo cui l'odio si insegna e non è una

CDC #142- Un film ai confini della realtà: The Vast Of Night (2019)

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Lo so, lo so, lo so. Questa cosa dei Confini Della Realtà l'avete già sentita migliaia di volte a proposito di The Vast Of Night. Del resto l'operazione omaggio è evidente, dichiarata e perfino ostentata. Non si può sfuggire a una realtà che caratterizza il film più della trama stessa. Che ciò sia un bene o un male, poi, resta è tutto da decidere. Ma non è stato questo ad attirarmi come una falena davanti a un lampione. Anzi, a dirvela proprio tutta, il filone nostalgico sta diventando un filo opprimente dal mio punto di vista. Quando ho scoperto che la vicenda origina da un disturbo radiofonico, però, mi è scattata la molla. Sono affascinato dalle storie che incorporano nel loro cuore pulsante stratagemmi come le interferenze, i segnali anomali e queste cose qui. Anche se ancora non ho ben capito come queste idee dovrebbero evolversi per portare a una soluzione appagante. Intanto che ci penso, comunque, posso dirvi che qui lo strumento non viene utilizzato in maniera partico

CDC #141- Tutto e niente: The Signal (2014)

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Mi piacciono i film strani. Quelli che osano un poco, che aggrediscono le convenzioni, che ci provano. A volte corrono il rischio di rendersi ridicoli, è inevitabile. Ma se sostenuti da una buona idea e da un obbiettivo preciso spesso si lasciano dietro qualcosa per cui farsi ricordare. Poi ci sono quelli che buttano dentro tutto quanto, tentando disperatamente di farsi notare. Di dire al mondo che ci sono anche loro. Roba tipo: The Signal è la storia di quel tipo ancora piccolo che vuol giocare con quelli grandi e che, per alimentare le sue sfrenate ambizioni, decide di spendere buona parte del suo budget per ingaggiare quello famoso là. Dai, quello che ha fatto Matrix. Laurence Fishbourne presto lo troveremo ovunque. Il suo Morpheus è un personaggio talmente iconico che ogni regista desideroso di rendersi credibile girando la fantascienza prova a convocarlo. Il punto è che attorno a lui sarebbe utile costruire qualche cosa. Magari una trama, meglio ancora se rafforzata da un'

CDC #140- Un progetto ambizioso: Giorgio Moroder presents Metropolis (1984)

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Al di la del titolo fuorviante, quello di cui vi parlo oggi è il Metropolis di Friz Lang. Anche se, a dire il vero, allo stesso tempo non lo è. La versione del film voluta, ideata e realizzata da Lang insieme alla moglie è stata proiettata una sola volta, a Berlino nel Gennaio del 1927. Poi i tagli dei produttori, la guerra e il tempo che passa ne hanno fatto scempio, riducendo la pellicola di svariate decine di metri. Questo qui è semplicemente il miglior prodotto possibile. O quantomeno lo era nel 1984. Che Metropolis sia il padre del cinema di fantascienza lo sanno tutti. Così come appare evidente quanto la sua estetica influenzi ancora oggi il comparto scenografico di quell'universo noto con il nome di cyberpunk. Per capire come Lang nel 1927 sia riuscito a mettere in piedi un'opera così maestosa esistono manuali di cinema che i più curiosi e pazienti tra voi possono divertirsi a sfogliare (così poi lo raccontate anche a me. Ma siate brevi mi raccomando). Tessere le lodi

CDC #139- Stalker all'italiana: Montedoro (2015)

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Certi viaggi occorre intraprenderli perché rappresentano l'unico modo per togliere il velo su noi stessi e scoperchiare il vaso che racchiude la nostra essenza. Per alcuni di noi l'oscuro si nasconde dietro fotografie o suoni di epoche dimenticate. Per altri si tratta di scovare i desideri reconditi dentro una stanza situata al centro di una Zona. In questo caso, invece, il punto da dove tutto parte è un paesello in cima a una collina. Un paesello fantasma, per la precisione. Sia come sia, questi percorsi possono rivelarsi davvero duri. Specialmente per gli spettatori. Se guardando questo film vi sembrerà che Cristo si sia fermato a Eboli non preoccupatevi. La scenografia è ricavata a Craco, città fantasma abbandonata una settantina di anni fa e rimasta in apparente attesa delle produzioni cinematografiche desiderose di adoperarla come sfondo. Sul serio: da Mel Gibson a Rocco Papaleo, per Craco ci sono passati tutti. Anche se forse nessuno con l'intento di levare la pati