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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

Iuri legge per voi: Serpico (1973) di Peter Maas

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  Il libro di Peter Maas su Frank Serpico è insieme biografia e appassionante romanzo poliziesco. La storia è quella vera di un poliziotto disgustato dal livello di corruzione che soffoca il dipartimento di New York e della sua battaglia solitaria nel tentativo di creparne le coperture o, quantomeno, di rimanere pulito. Quella di Maas è comunque un’operazione giornalistica, mirata a denudare le malefatte di chi sta dalla parte del potere, sgretolando l’impunità goduta da certe categorie di persone. Per lui conta il messaggio, quindi del romanzo recupera i ritmi e certi stratagemmi utili a costruire la tensione, ma non il disegno dei personaggi. L’intento del libro è chiaro e la figura di Serpico viene plasmata con questo scopo. Integerrimo, mai sfiorato dalle tentazioni, tormentato dal comportamento altrui ma mai al punto da mettere in discussione sé stesso e i propri valori. Un monolite a cui Maas affida l’occhio morale del giudice, sorvolando su eventuali debolezze. Con queste premes

Iuri legge per voi: La Chiave Di Vetro (The Glass Key, 1930) di Dashiell Hammett

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  Ned Beaumont non è un investigatore come tutti gli altri. Nel noir i protagonisti sono uomini consumati, sciolti dall'esistenza, talvolta rassegnati, che prendono cazzotti ma che spesso li restituiscono, uomini travolti da eventi dei quali perdono il controllo, però anche astuti, capaci di districrasi tra quei dedali piovosi o pregni di afa dove convivono reietti, sangue, fumo, alcol e donne fatali. Potremmo definirli professionisti dell'investigazione, che conoscono i rischi del mestiere e sanno scansare i peggiori. Ecco, il Beaumont creato da Dashell Hammet è un dilettante. Un tuttofare del boss politico locale che, quando la situazione si scalda, sembra rassegnato alla sconfitta. Un problema personale gli porta in dote un distintivo, quel distintivo lo costringe a mettersi a sbrigare un lavoro per il quale non è preparato e nemmeno l'amicizia con il grande capo gli sarà di aiuto. Anzi, produrrà nuovi grattacapi. Se Hammet fosse rimasto per tutto il romanzo con questo

Lo spettatore #220- Gli eroi di una volta: Il Colosso Di Rodi (1961)

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Credo che tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso il peplum fosse il corrispettivo dei moderni film con i supereroi. Chiunque desiderasse guadagnarsi un po' di spazio nel mondo di celluloide doveva partecipare ad almeno una di queste pellicole. Infatti i post su Facebook risalenti a quegli anni sono un fiorire di: i miti greci hanno rovinato il cinema, non se ne può più di queste tuniche e di questi sandali, sono tutti uguali, visto uno visti tutti. Provate a cercare se non ci credete. Ovvio, non tutte le critiche degli internauti di metà novecento erano infondate, così come non lo sono quelle attuali. L'adattamento per il cinema dei miti biblici o grecoromani ha portato spesso a trame ingenue, nelle quali il romanzo rosa era una tassa da pagare più che un'esigenza narrativa e l'eroe dava l'idea di avere tutti gli astri dalla sua parte qualsiasi cosa facesse. Ma erano prodotti che funzionavano e, allora come oggi, le case di produzione mettono su pellico

Lo spettatore #219- La nostra prima volta: Nico (Above The Law, 1988)

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Che ci crediate o no, questa per me e Steven Seagal era la prima volta. Dovete infatti sapere (ma non è vero, non dovete proprio nulla, ricordatelo quando qualcuno ve lo dice) che i film picchiaduro non sono mai stati tra i miei simpatici. Quando vedevo quel faccione lì apparire sullo schermo, poi, la mia mano scattava con una velocità inattesa dal resto del corpo e cambiava canale senza che nemmeno tutti i pixel si fossero accesi. Mi sono così immaginato che il buon Seagal non fosse altro che uno di quegli omoni col sogno della recitazione finito in filmacci da pochi soldi girati senza la minima ambizione in est Europa. Invece no. É esistito un momento storico nel quale anche il colosso dal codino più nero che c'è ha avuto la sua occasione nelle parti nobili della collina. Oddio, forse Nico non può essere definito il gioiello più luccicante nel diadema di Hollywood, anche se la presenza di due calibri come Sharon Stone e Pam Grier farebbero pensare al contrario. La verità è che l