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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

CDC #120- I bei film che non vogliono farmi vedere: Oltre Il Guado (2013)

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Vi è mai capitato di entrare in un negozio dove vi tengono nascosto l'oggetto del vostro desiderio in favore della paccottiglia più becera che non comprerete mai? No naturalmente. Perché un bravo venditore studia l'acquirente intercettandone i desideri, finendo magari per vendergli qualcosa che ancora non sa di volere, ma sicuramente evitando di proporgli qualcosa che non vuole affatto. Ecco. Invece Prime Video si comporta all'opposto, insistendo nello sventolarmi davanti il trailer di quella porcheria di After 2 e celandomi prodotti che potrebbero piacermi. Non fosse stato per il consiglio di una persona molto speciale, non avrei mai scoperto il titolo di oggi. Che gran peccato sarebbe stato. Oltre Il Guado è un horror italiano e già qui scatta la notizia. Ma soprattutto è un buon film che riesce a miscelare con gusto tensione e disturbo puntando deciso sulla creazione dell'atmosfera. Certo, il bosco e il villaggio abbandonato nei quali infilare un protagonista sol

Vi racconto una storia: Tempi Difficili

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  Lentamente risalì lungo il suo corpo, donandole un po' del suo respiro caldo sulla pelle. Con un bacio lieve le sfiorò l'ombelico, provocandole una contrazione dei muscoli addominali. A quella scarica elettrica incontrollabile lei rispose con un gemito appena percettibile e lui sorrise all'oscurità, soddisfatto della reazione della donna e dei suoi sforzi nel mantenere il controllo. Godevano del loro momento seppelliti sotto pesanti strati di coperte, di modo che il gelo della stanza non li avvinghiasse strappandoli al piacere. Dentro a quel tepore buio, i due si toccarono delicatamente, si annusarono e si esplorarono tentando di far durare quei gesti il più possibile. Li e in quegli istanti il tempo era il bene più prezioso di cui potevano disporre. Presto lui l'avrebbe invasa con il suo nettare sterile annegandole inutilmente gli ovuli infecondi. Non ci sarebbero state conseguenze a quell'atto. Non ce n'erano più da tempo. Per nessuno. Come spesso accade a c

CDC #119- La vendetta è un piatto che va gustato buono: Old Boy (2005)

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Sono decenni che sento parlare dappertutto di Old Boy, tanto da farmene un'immagine totalmente sbagliata. Mi figuravo una storia di arti marziali, magari girata splendidamente, ma comunque l'ennesima versione della solfa col tizio che cerca di vendetta contro un universo di malfattori pronto a fargli da sacco. Questa mia sintesi così banale, oltre che dimostrare la mia scarsa propensione per il pensiero laterale, conferma una volta di più che le esperienze vanno vissute. Mi sono deciso a dare un'occasione a Old Boy così tardi perché non amo particolarmente il cinema marziale, accorgendomi solamente ora di come la sua storia sembri scritta apposta per me. Perché è vero, quella di Old Boy è una vicenda fondata sulla vendetta. Ma tra tutte le proiezioni mentali che mi sono fatto al riguardo, questa è praticamente l'unica che c'entri qualcosa. Dopotutto Dae-su, per quanto ci venga presentato come un ometto insignificante, ha ben diritto di sentirsi un filo indignato.

CDC #118- Tutti i canoni del noir: Le Catene Della Colpa (Out Of The Past, 1947)

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Credetemi, tifo veramente per Rai Play. Quando si favoleggiò a proposito del rilancio dell'applicazione mi schierai nella curva dei sostenitori più accaniti. La potenziale videoteca presente negli archivi di mamma Rai prometteva meraviglie a non finire. Ma niente da fare. Persino oggi, a tanti mesi di distanza, la visione su questa piattaforma resta funestata da continue interruzioni e rallentamenti. E spesso le opere che si trovano paiono pure scarti di vecchie VHS macinate dal tempo, con l'audio claudicante e il video tutto sciolto. Ma si sa, per i film davvero importanti si può compiere qualsiasi sacrificio. Le Catene Della Colpa si ispira piuttosto allegramamente a un romanzo che ho letto due volte e del quale non ricordo pressochè nula, se non una vaga tendenza all'eccesso. Un noir di fattura classica, che tentava disperatamente di accodarsi ai capolavori del genere targati Chandler o Hammet. Senza nemmeno accarezzargli le suole, per altro. Il suo autore, Daniel Mai