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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Lo spettatore #194- I succhia atmosfere: 30 Giorni Di Buio (30 Days of Night, 2007)

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A Barrow, nell'estremo nord dell'Alaska, per un mese la luce diurna lascia spazio a una notte che pare non voler finire mai. Alcuni abitanti, poco inclini a vivere 30 giorni nel buio illuminato da lampioni e cristalli di ghiaccio, prendono la loro roba e se ne vanno. Gli altri, invece, affrontano la situazione. Anche perché starsene a letto per un mese intero con la scusa della notte dev'essere una roba fuori dal mondo. Peccato che viviamo in una società ingiusta. Nemmeno il tempo di scaldarsi sotto le coperte che arriva una mandria di vampiri a rompere le palle. Ma dove andremo a finire, chiedo io. 30 Giorni Di Buio si vende come horror, ma in realtà è uno di quei prodotti moderni che vogliono miscelare i generi. Ne viene fuori un pastone nel quale a vincere e portarsi via tutto quanto è l'azione, autentica mangia atmosfere del cinema moderno. David Slade anche ci prova, non dico mica di no. Soprattutto all'inizio, quando l'isolamento del villaggio gli consente

Lo spettatore #193- I consigli di Jeff: The Void - Il Vuoto (The Void, 2017)

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Jeff già da un bel po' mi punzecchiava con The Void, continuando a inserirmelo nella pagina dei consigliati ogni volta che accedevo alla sua piattaforma. Sapete come sanno essere insistenti questi miliardari pieni di tempo libero quando si mettono in testa qualcosa. Alla fine ho dovuto accontentarlo, altrimenti temo non sarei più riuscito a schiodarmelo di dosso. Devo dirvelo: sulle prime ho anche dovuto ammettere che per una volta Jeff ci aveva visto giusto. Steven Kostanski e Jeremy Gillespie esordiscono infilando dentro al loro film un sacco di elementi che di solito mi fanno sentire a casa (o a Cosa, haha. Scusate). Il buio, ad esempio, quello assoluto e disperato delle campagne, sconfitto solo dalle piccole isole luminose dei lampioni. Poi il cinema d'assedio, con i misteriosi assalitori incappucciati sulle cui motivazioni aleggia un mistero più fitto del buio di cui sopra. Ma anche la metamorfosi dei compagni di combattimento, gli orribili mostri che escono dai cadaveri,

Lo spettatore #192- Una strana passeggiata: The Walk (2015)

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Mi sono interrogato a lungo dopo la visione di The Walk. Mi chiedevo quale fosse il senso di presentare un impresa iconica come la camminata di Philippe Petit tra le torri gemelle in quel modo e con quella fretta. Poi ci ho riflettuto sopra e un'idea mi è venuta. Continuo a coltivare severi dubbi sull'utilizzo della CGI in maniera così preponderante. La tecnologia viaggia veloce e un film che pochi anni fa sembrava un miracolo di fotorealismo, oggi pare un brutto videogioco. Ma Zemeckis è uno sperimentatore, uno di quelli capaci di bruciare milioni di dollari in schede grafiche, quindi nessuna sorpresa nel vedere tanto impegno speso in questa direzione. Dal punto di vista estetico il risultato è altalenante, ma pazienza. Il fulcro della questione è un altro. Il fatto è che questa pellicola dovrebbe utilizzare i suoi potenti mezzi per raccontare la vita straordinaria di un equilibrista capace di spingersi sempre oltre, anche a costo di infrangere la legge (oltre che se stesso