I cimeli del cinema #0- Trucks
Se per caso qualcuno avesse nel cuore
il film Maximum Overdride (Brivido da noi, recensione qui) sarebbe
meglio che non si avvicinasse mai a Trucks- Trasporto infernale.
Non che questa specie di lungometraggio
per la televisione sia un diretto rifacimento del film girato da
Stephen King (che grazie a quel lavoro imparò il significato della
massima: a ognuno il suo mestiere), ma gli assomiglia in maniera
inquietante.
Il motivo di tale vicinanza risiede nel
soggetto scelto per ispirare entrambi questi capolavori, ovvero il
raccontino breve Camion, contenuto nella raccolta A Volte Ritornano
(Stephen King, 1978).
Chi dovesse leggere questa piccola
produzione non si lascerà sfuggire un paio di particolari: si tratta
di un esercizio stilistico che nasconde il germe di Christine e,
direi soprattutto, non è che ci sia tanta carne da mettere al fuoco
li (erbetta se siete vega-vegetariani).
Questo si riflette in una trama
ammorbante, che a un certo punto dimentica completamente di dover
trasmettere disagio e si limita ad addormentare lo sfortunatissimo
spettatore attraverso dialoghi lagnosi e lenti come l'anno della
siccità.
Ad essere onesti, il lavoro di Busfield
non parte nemmeno malaccio: la prima sequenza ci mostra un camion che
si ripara da solo (ops, Christine!) e che va a massacrare qualcuno.
La messa in scena non sembra poi così terribile e promette una
visione decorosa.
Ma è solo il regista che prova ad
annegarci nel mare delle illusioni. Infatti tutto si sposta
nell'America rurale, dove una giovin donzella sta approntando
preparativi per aprire il suo Bed & Breakfast a tema
spazial-complottista.
Poteste vedere quelle inquadrature,
stropicciarvi gli occhi davanti a cotanta fotografia, deliziare il
vostro apparato uditivo con quei dialoghi soavi! Manca solo una foca
e sembra di essere stati trasportati davanti a un televisore che
trasmette quei telefilm tedeschi che la Rai manda in onda d'estate
per riempire il palinsesto.
I protagonisti della storia sono l'uomo
della foto con suo figlio, fuggiti dalla violenza di Detroit dove la
signora “Della Foto” si è fatta ammazzare in uno scontro tra
bande; la bella del B&B di cui sopra, anche lei in fuga, ma da un
matrimonio violento; nonno Nanni, che non sfugge da niente essendosi
portato la morte appresso; un ex militare con la figlia (ovviamente
famiglia disfunzionale, se no cosa ci andavano a fare nel campeggio a
caccia di omini verdi?); un hippy attempato che dice cosa prive di
senso.
Sono piuttosto numerosi, inutile
negarlo. Ma siccome sono praticamente tutti uguali e la loro funzione
è quella di piangersi addosso per tutti e novanta i maledetti
minuti, gli autori non devono averci messo molto a costruirli.
Ah si, quasi dimenticavo: ci sarebbero
anche due camionisti e una coppia di imbecilli giunti a visitare il
meraviglioso B&B. Ma tanto questa è tutta carne da macello, si
capisce subito.
E dei ben quattro (4!) camion che
assediano la stazione di servizio- barra- B&B (che posizione
signora! Non vedo l'ora di venire a dormire in mezzo agli
autoarticolati), ne vogliamo parlare?
Anche no, visto che ho la foto per
questo:
Si nota la leggera differenza di
carisma?
Comunque sia, se avete visto Brivido,
una mezza idea della trama già l'avete. In caso contrario, amen, non
sarò certo io a rovinarvi la “sorpresa”.
Vi basti sapere che i tentativi di
arrivare al minutaggio sono talmente disperati da scivolare nel
grottesco. Potrebbe capitarvi (ma non è detto eh) di assistere alla
tragica fine di un postino picchiato da un camioncino giocattolo.
Sembra ridicolo, lo so. E lo sarebbe anche, almeno fino a che una
coppia di tecnici dell'Arpa non viene accettata da una tuta
gonfiabile. Giuro! E pensare che tutte queste sequenze con la trama
non c'entrano proprio nulla. Il meglio lo danno gratis, si potrebbe
dire.
Comunque, se davvero a qualcuno venisse
in mente di avvicinarsi a questa specie di tortura per immagini, si
ricordi di stare attento al ritmo! E' Importante! E' meglio se se lo
porta da casa, perché qui non ce né nemmeno un po'.
No dai, a parte gli scherzi. Non
guardatelo. Mai.
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