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Visualizzazione dei post con l'etichetta Steven Spelberg

Lo spettatore #230- La genesi del Genio: The Fabelmans (2022)

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Ci sarà un motivo se lui è Steven Spielberg e gli altri no, chiedo io. Infatti ogni volta che vedo un suo film resto sempre sorpreso, anche se parla di semplici questioni famigliari o di un’infatuazione per un mezzo di comunicazione. Parliamo di un genio? Non mi piacciono queste etichette che pretendono di descrivere l’assoluto, ma forse in questo caso si. La parola ha senso. Chiaro, non che servisse The Fabelmans per certificare la questione, anche perché probabilmente non è l’astro più luminoso della costellazione Spielberg. Tuttavia il prodotto è una conferma di quella che è la regola dell’orologio (legge che ho inventato io in questo momento e che mi darà la celebrità imperitura). La storia è semplice, direi quasi ridondante per quante volte è stata raccontata nella lunga vicenda umana su questo pianeta: un giovane bimbo sveglio che scopre le meraviglie delle esplosioni, vuole controllarle e, grazie all’aiuto di un genitore che ne riconosce le esigenze, impara come farlo attraverso...

CDC #117- A ogni cosa il suo tempo: The Goonies (1985)

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Preparate cuscini e ammortizzatori vari che voglio farvi una confessione che vi farà cadere dalla sedia: non ho mai visto i Goonies. Cioè, li ho visti, se no non sarei qui a scrivere questo post. Solo che è successo di recente. Pur essendomi passato quasi tutti i classici del cinema in bicicletta, da Explorers a Daryl, da ET a Stand By Me, dai Gremlins a It, il più iconico di tutti lo Iuri bambino se l'è lasciato scappare. Ma non fate quelle faccine corrucciate. Non pensate a me come a un tipo dall'infanzia complicata. Anzi, se devo dirla tutta, quella che per voi sembra una mancanza in realtà mi concede un privilegio forse unico nell'intero emisfero occidentale. Guardare il film senza il filtro colorato dallo Iuri bambino. Così finalmente posso provare a capire se davvero questo Goonies merita lo scettro di re del cinema anni ottanta, oppure se il moccio al naso di qualcuno non abbia inquinato tutto quanto. Intanto partiamo dalle intenzioni che Spielberg e Donner aveva...

CDC #75 - Il punto sul discorso nostalgico- Ready Player One

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Il futuro è qui e noi ci stiamo seduti sopra. Auto che si guidano da sole, telefoni che si piegano come fazzoletti e intelligenze artificiali che ci dicono che tempo fa prima di aprire la finestra. Se dal lato pratico questi gingilli qualche problema ce lo risolvono, dal punto di vista umano pare che ci rendano peggiori ogni giorno che passa. Siamo cani rabbiosi, inclini alla lamentela e poco propensi all'intraprendenza. Dev'essere per questo che ci buttiamo con tanta gioia nella nostalgia degli anni ottanta. A quel tempo il futuro lo potevamo ancora immaginare e lo sognavamo bello, colorato e pieno di divertimento. Però vivere nel passato non è mai un buon affare. Non sono io a sostenerlo, lo dice Steven Spielberg. Sentite qua: Nel 2045 ormai l'umanità pare ridotta a vivere in catapecchie, schiacciata dal potere e destinata al grigiore perenne. L'unica valvola di sfogo per le frustrazioni è Oasis, videogioco massivo in cui ognuno può essere chi vuole....