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Visualizzazione dei post con l'etichetta Musica

Special Five capitolo 2: le cover

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Bene, a quanto pare siamo giunti al secondo capitolo di questa rubrica desiderata da pochi e attesa da nessuno. Tanto per non smentire l'inutilità dell'operazione oggi prendiamo in esame 5 cover, che per alcuni sono il vero cancro della musica. Io sono tra quelli, tanto per essere chiari. Però va detto che certe reinterpretazioni suonano proprio bene. Non voglio dire meglio delle originali, ma chissà, qualcuno potrebbe anche pensarlo. Via! LOVE IS BLINDNESS Difficile immaginare un atmosfera musicale più distante da Jack White di quella creata dagli U2 di Acthung Baby. Eppure per la colonna sonora del Grande Gatsby di Baz Luhrmann il buon Jack sceglie proprio una canzone tratta da quel disco. Nella fattispecie (ma si capiva già dal titolo del paragrafo) parliamo di Love Is Blindness, un pezzo già parecchio interessante di suo, che qui viene portato a suonare come un blues da palude da una delle voci più graffianti del panorama. Vi giuro che se c'è una scena che ricordo di qu...

Special Five capitolo 1: La musica italiana di Iuri

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Ciao. Voi forse non ve ne sarete accorti, ma da un bel po' di tempo su queste pagine non si parla di musica. Il che è logico, data la difficoltà di trattare una disciplina che ha senso solo se ascoltata. Ma l'etichetta, devo dire, mi mancava, quindi mi sono arrovellato per tentare di capire come risolvere il dilemma. Ecco dunque un colpo di genio. Una nuova rubrica con la quale straziarvi e che si pone l'obbiettivo di mettere insieme cinque pezzi scelti con criteri diversi di volta in volta. Ideona eh? No? Vabbè, ormai che sono qui tanto vale che dia alle stampe il primo numero di questo spazio. Nel caso lo trovaste ripugnante sarà sufficiente segnalarlo qui sotto. Le prime cinque canzoni selezionate sono legate alla musica italiana, giusto per portare a casa un risultato facile. Potevo iniziare a fare il figo e proporvi i cinque pezzi più sconosciuti degli ultimi dieci anni, invece me la gioco pop. Avrà senso quello che sto facendo? Ne ha mai avuto uno questo blog? C...

CDC #114- Il gruppo che uccise gli anni sessanta: Gimmie Danger (2016)

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Iggy Pop è sempre uguale. Quando era un ragazzino aveva una faccia da vecchio. Ora che è vecchio sfoggia il fisico di un ragazzino. Se c'è una cosa che ho imparato da Gimmie Danger è questa. D'altronde definire documentario l'opera di Jim Jarmusch rischia di diventare un'operazione fuorviante per chi voglia approcciarsi alla pellicola in questione. Secondo i ragazzini di Edimburgo Iggy Pop già nel 1994 navigava nel mare degli artisti di nicchia. Roba buona per i nostalgici, ma lontano dal riconoscimento di star che forse nemmeno gli interessava. Il grosso della massa lo conosce per pezzi come The Passenger. Lust For Life se va bene. Ma scommetto che della sua militanza negli Stooges in pochi saprebbero dire. Diamine a volte mi stupisco che qualcuno ancora li nomini. Troppo breve il loro volo. Troppo distante nel tempo. Per un regista qualunque proporre Gimmie Danger come la semplice storia di questo gruppo musicale non sarebbe stato poi così difficile, vista la quan...

Storia romanza di un (quasi) capolavoro #4- Nuovi Eroi

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Finirà questo revival degli anni ottanta. Io ne sono certo. Prima o poi una mano buona ci farà capire cosa stiamo sbagliando e un grandissimo dito indice ci segnalerà la retta via. Ma temo ci vorrà un po'. Tutta la generazione cresciuta in quel decennio si è installata ai vertici della catena creativa, ben guidata da chi certe suggestioni le ha costruite e ora gode nel vedersi omaggiato in continuazione. Dal Super 8 di JJ tutti a mettere in piedi film e serie TV con i ragazzini in bicicletta. Poi l'invasione dei giochini a 8 bit, cosa che mi fa imbestialire visto quanto ai tempi desiderassimo la grafica nei videogiochi. Infine questa rivalutazione folle delle canzonette pop, probabilmente la peggiore espressione artistica dell'uomo fin dai tempi del suo esordio sulla terra. Poi è ovvio, se fai così mi influenzi le nuove generazioni. Così ecco questi ragazzotti, che negli anni ottanta ci hanno messo giusto un piedino infante, prodigarsi in omaggi musicali non richie...

Storia romanzata di un capolavoro #3

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Uè come butta? Voi chi eravate vent'anni fa? Intendiamoci subito, non che mi interessi davvero eh, trattasi di domanda retorica. Non sono diventato il vicino compagnone che vi ubriaca di chiacchiere quando tornate a casa la sera stanchi dal lavoro. E' che mi capita di ascoltare una radio molto famosa a diffusione nazionale. Durante la trasmissione di un noto beone (personaggio di cui non farò il nome per evitare le rappresaglie dei suoi fan presenti tra le rade schiere dei miei lettori), mi è stato sputato in faccia che Ok Computer ha compiuto vent'anni precisi. Lo sapevo in realtà, conosco quel disco dal giorno in cui è uscito e il fatto che non fosse proprio fresco di stampa, dentro di me, appariva bello solido. Tuttavia sentirsi dire una cosa del genere a tradimento fa un certo effetto: Quando si palesò il disco in questione, i loro autori per i più si chiamavano semplicemente Quelli Di Creep (QDC da qui in avanti). Certo The Bends godé di un certo successo neg...

Storia romanzata di un capolavoro #2.

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Avete mai visto 24 Hour Party People? Se la risposta è si ricorderete certamente la scena durante la quale i Sex Pistols tengono un concerto a Manchester davanti a una ventina di disgraziati e capirete subito il senso di questo post. Se invece non avete vissuto questa esperienza e magari siete anche degli esteti raffinati, beh, forse è il momento di fare due chiacchiere. Gli anni 70 per voi sono il regno degli strumentisti sopraffini, così maniacali nella cura del dettaglio. Gente capace di esplorare ogni sonorità offerta dal rock e tradurla in pezzi da quindici minuti ed oltre. Per voi associare la parola capolavoro a Never Mind The Bollocks dei Sex Pistols rischia di essere un esercizio urticante. Intendiamoci, capisco benissimo il vostro stato d'animo. Anni di evoluzione musicale buttati al macero da un disco suonato male, prodotto peggio e sovrastato da una voce soave come un concerto di gessetti su una lavagna. Però, a volte, i pregi di un'opera stanno qualche...

Gusti Fuori Controllo.

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La vita scorre inesorabile in groppa a un cavallo imbizzarrito destinato a concludere la sua corsa davanti alla grande M. Durante questa folle cavalcata succedono molte cose. In particolare ci si accorge di come il rincoglionimento si impossessi dei nostri gusti piano piano, tagliandone le estremità e smussandone gli angoli. Così tutto ciò che una mente retta sapeva per certo a vent'anni ora non ha più grossa importanza. E, come il nulla nella Storia Infinita, l'oscurità finisce per mangiarsi ogni forma di scelta o appartenenza. Siccome di questo cappello introduttivo non si è capito nulla, porterò ad esempio 5 canzoni che sul finire degli anni 90 avrei probabilmente rifiutato con sdegno. Ma che adesso, allo scadere del 2016, mi scopro ad ascoltare volentieri. No, Gigi D'Alessio ancora non c'è. Se lui dovesse entrare in una di queste classifiche non leggereste un post, ma sareste al mio funerale. Moooosikaaaa: 5- Emis Killa- CULT Nemmeno partito che già...

Storia romanzata di un capolavoro.

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L'inizio degli anni 90 era dominato dalle capigliature cotonate. Dalle nostre parti, gli occhi sgranati di un calciatore contribuirono a renderci orgogliosi di essere italiani, mentre, poco dopo, le inchieste di un pool di giudici milanesi avrebbero definitivamente disintegrato ogni senso di appartenenza. Nel mondo musicale dominavano l'hard rock dei Guns'n'Roses, il glam dei Bon Jovi, l'heavy metal degli Iron Maiden e la versione più decisa di questo ultimo genere, thrash capitanato dai Metallica. Sembrava non esserci più spazio per i tre accordi e via del punk. I Ramones si erano tramutati in fenomeno di nicchia e l'ultimo baluardo della scena inglese, Billy Idol, aveva ceduto alle lusinghe del pop, finendo per spegnersi come un cerino mentre il suo stile estetico usciva di moda. Dalle parti di New York (luogo dove le cose sono abituati a capirle prima) giunse alle orecchie di certi produttori un suono tutt'altro che nuovo. Sporco, grezzo, immaturo, ma ...