CDEC #28- Quando anche gli alieni diventano noiosi- Life
Non servono budget faraonici per
costruire un grande film di paura. Bastano un gruppo di attori
credibili, un'atmosfera claustrofobica e un pugno di idee ben
congegnate. Poi un regista capace di amalgamare bene il tutto e il
gioco è fatto. La pellicola in questione sarà in grado di regalarvi
momenti di tensione che resteranno impressi nei vostri ricordi.
Come dite? Non è il caso di Life? Beh,
che c'entra. Io facevo un discorso in generale.
Un gruppo di scienziati ospitati nella
ISS intercetta una sonda di ritorno da Marte. Analizzando i campioni
che questa porta con se, scoprono la presenza di una cellula
biologica addormentata. Chiaramente decidono di svegliarla, se no il
film durava dieci minuti..
David Espionosa si lascia ispirare da
Alien per costruire il suo horror fantascientifico. Utilizzando il
vecchio trucco del mostro disperso all'interno di una nave spaziale,
il regista prova a ricreare le atmosfere claustrofobiche che hanno
reso grande il capolavoro di Ridley Scott.
A tutto aggiunge un colpo d'occhio alla
Gravity che, secondo la sua messa in scena, dovrebbe andare a
rafforzare un messaggio che parla dell'arroganza dell'umanità nei
confronti della natura.
Calvin, il mostro di cui sopra, è ben
realizzato, si muove in maniera credibile e, come giusto che sia,
cresce e si sviluppa in maniera sconosciuta agli studiosi della
stazione spaziale. Un essere che lotta per sopravvivere, a spese
dell'equipaggio. Furbo e ingegnoso, rompe lo stereotipo dell'alieno
idiota nel caso non abbia forme umanoidi dalle grandi teste e dagli
occhioni teneri.
Questa bella caratterizzazione,
abbinata a un cast di discreti attori sul quale spicca la presenza
del solitamente ottimo Gyllenhaal, dovrebbe garantire un incedere
intrigante a una pellicola che fa del senso di oppressione la sua
ragion d'essere.
Eppure la visione risulta poco
coinvolgente, probabilmente a causa di una non riuscitissima gestione
del ritmo.
Il lavoro del regista vorrebbe
ispirarsi alle pellicole horror-slasher più riuscite, ma
sostanzialmente non riesce a fare a meno dell'azione troppo a lungo.
Un difetto che si riscontra fin dai
primi minuti. L'introduzione ci mette di fronte a un recupero
emergenziale nel vuoto dello spazio, in una scena completamente
inutile ai fini narrativi. Se la sonda fosse arrivata senza problemi
sull'ISS non avremo perso nulla del mordente di questa storia, ma,
anzi, potevamo godere di dieci minuti in più di libertà.
Un'opera che soffre molto di queste
forzature narrative. Situazioni palesemente artificiali, che hanno
l'unico compito di spingere avanti una vicenda che fatica
dannatamente a proseguire.
Un alieno che si nutre di ossigeno, ma
che cammina allegramente fuori dalla stazione, ad esempio. Oppure il
mostro che ingoia un trasmettitore che lo rende facilmente
rintracciabile. Una Soyuz che attracca proprio nel punto messo in
depressione per imprigionare l'essere.
Troppe casualità, in una storia nella
quale paiono andare tutte storte al povero equipaggio dell'ISS. E che
chiaramente smorzano l'effetto di un messaggio che per Espinosa
doveva essere il principale motivo per realizzare questo lavoro.
Il regista non manca mai, infatti, di
tirare il freno del suo racconto per mettere in bocca ai personaggi,
spesso completamente fuori contesto, parole sulla crudeltà
dell'uomo, sulla bellezza del nostro pianeta, sulla scarsa
considerazione che l'umanità ha di esso.
Ci tira la pezza, in buona sostanza,
con un atteggiamento ecofriendly che appare discretamente inutile in
un film di questo genere. Una quota green che vuole strizzare
l'occhio alle mode del momento, forse per accaparrarsi un sostegno
che possa essere indipendente dalla qualità generale del suo lavoro.
Però c'è poco da fare. Quando una
narrazione del genere non ti prende per la gola levandoti il respiro,
semplicemente non fa il suo dovere.
Lento, forzato e mal costruito, Life
non può dare allo spettatore quello che sta cercando. Di Alien
mancano l'oscurità e il coraggio di tenere il mostro fuori dalle
inquadrature. Di Gravity l'immenso impianto sonoro ovattato che da una pellicola fantascientifica di impostazione realistica ormai ci si
aspetta.
Lento, prevedibile e spesso lagnoso,
Life non funziona praticamente sotto nessun punto di vista, tranne
nelle idee che hanno generato l'antagonista.
Un'opera mal riuscita che ha il pregio
di durare poco, ma che comunque vi lascerà l'impressione di aver
speso male il vostro tempo.
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