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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

CDC #54- Un T-800 alle elementari- Terminator 2

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Ci sono film che siamo convinti di conoscere a memoria. Tanto che col passare del tempo evitiamo di rivederli perché potremmo recitarne le battute come il rosario di nonna Peppa. Poi però capita che veniamo travolti da un raffreddore e che, immersi nella nostra pigrizia, capitiamo su uno di questi scanalando a caso in tivù. Allora magari ci fermiamo. Lo riguardiamo convinti che una pellicola vista e stravista non potrà fare altro che rilassarci. Invece scopriamo che, al di la della trama generale e di qualche battuta iconica, non ci ricordavamo proprio niente. Quindi inizia la saga del: madaaai, noooo, è veeerooo. A me sta cosa è successa con: Laggiù nel futuro le cose continuano ad andare maluccio. I robot paiono inarrestabili, ma un barlume di resistenza umana tiene botta. Skynet decide di inviare indietro nel tempo l'ultimissimo modello di T1000 con lo scopo di terminare John Connor quando è ancora un ragazzino irritante. Il buon John, però, capita l'antifona,

Filosofia interstellare- Battlestar Galactica

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Sono quarant'anni che il nome Battlestar Galactica stuzzica il palato dei fan di fantascienza. Tra serie originale, seguito, remake, spin-off, web serie e un film per il grande schermo che pare prossimo a vedere la luce, ci sono abbastanza pietanze da farci indigestione. Senza contare il corollario di giochi, libri, fumetti e così via. Servirebbe un'enciclopedia per trattare l'argomento per bene e, onestamente, io non sono nemmeno la persona più adatta per approfondirne i meandri. Tuttavia sono stato toccato dalla grazia degli dei di Kobol. Tardi rispetto alla massa forse, ma il viaggio sotto i comandi dell'ammiraglio Adama l'ho percorso anche io. Non so dirvi se ho trovato la Terra (visto che in un certo senso ci vivevo già), ma so che di argomenti intensi ne ho assaporati parecchi. Resta da vedere se mi sono stati serviti come un banchetto prelibato o sotto forma di polpettone indigeribile. Il Galactica sul quale mi sono imbarcato è quello prodotto

CDC #53- Provaci ancora Bradley- A Star Is Born

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Se la bellezza di un film si calcolasse contando le lacrime versate, l'allagamento della sala alla fine della proiezione suonerebbe già come una sentenza. Del resto A Star Is Born affonda le sue radici negli anni trenta, quando il romanticismo non ammetteva compromessi e le storie dovevano essere struggenti. Nel disincantato mondo d'oggi questo approccio funziona ancora solo se affidato a mani capaci. La domanda è: le avrà l'esordiente Bradley Cooper queste mani? Jackson Maine è una star del country-rock molto vicina al declino. Alcolista, drogato e affetto da un acufene che lo sta rendendo sordo, incontra per caso Ally, una ragazza che si esibisce in un club. Colpito dal suo talento, l'uomo la invita ad accompagnarlo sul palco. I duetti avanzano, i due si innamorano e la carriera di Ally esplode, proprio nel momento in cui Jack attraversa il momento peggiore. Cascate di acqua salata. Cooper debutta dietro la macchina da presa sfruttando una storia di asce

CDC #52- Le cravatte di Russel e le faccette di Orazio- Rapimento E Riscatto

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Che ne direste di un bel thriller ad alta tensione, con un protagonista del calibro di Russel Crowe (ancora in forma) e con la presenza della fidanzatina d'America? Se vi dicessi che c'è pure un giovane David Caruso pre-scientifica di Miami? Caldi? Ecco, forse è il caso di raffreddare i bollenti spiriti. Qua l'unico risultato che si è riusciti ad ottenere è la relazione tra Crowe e Meg Ryan. Evento epocale nella storia del cinema, senza ombra di dubbio. Ma, come dire? Me ne sbatto gli affari. Andiamo avanti. Succede che l'ingegnere Peter Bowman (l'onnipresente David Morse) viene rapito da un gruppo di guerriglieri andini dediti al comunismo e alla produzione di droga. A dirimere la questione arriva il negoziatore Terry Thorne (uno sbarbatissimo Russel) che decide di salvare il mondo per conto suo quando scopre che l'assicurazione non pagherà. Ad aiutarlo Orazio. Un thriller convenzionale capace di farsi dimenticare nel giro di quattro minuti, non