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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

Lo spettatore #222- Buon Natale a tutti!: Silent Night (2012)

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Non c'è niente di meglio che passare la notte della viglia assieme a un bel film a tema, con Babbo Natale tutto preso a riportare le persone dentro al solco della moralità grazie alla distribuzione di doni e malefici pezzi di carbone. Poi che per raggiungere l'obbiettivo lui scelga di sterminare i cittadini non può che aggiungere pepe alla vicenda. Occhio a non pensare male, però. Mi rendo conto che per come ve l'ho messa giù io siate portati a credere che il soggetto alla base di Silent Night possa produrre risultati divertenti, ma sareste in errore. Non solo perché di Babbi Natale con le scatole di traverso è pieno il cinema di genere, o perché il titolo dell'opera non sembra proprio l'esito di raffinate ricerche. Quanto perché Steven C. Miller e i suoi ragazzi non sono stati capaci di tirare su nulla di decente da esso. Ora, la prima cosa che mi ha fatto cadere le braccia sono stati i dialoghi inutili che ammorbano la fase iniziale della visione, quando la cinepr

Lo spettatore #221- Profondità siberiane: Superdeep (2020)

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Si dice che a Hollywood sia stato smarrito il cinema da medio budget. C’è chi attribuisce la responsabilità di questo alle piattaforme, chi al pubblico. Io non sono del mestiere, quindi evito di entrare nell’argomento e registro solamente una certa nostalgia per quei film che riempivano i palinsesti televisivi senza per forza coltivare ambizioni di eternità. Roba che divertiva e che per un’ora e mezza mi consentiva di evadere dai crucci quotidiani. A quanto pare però se sulla collina hanno smesso di produrre certe cose, nel resto del mondo ci tengono ancora. So che il titolo di questo film farebbe pensare a un disco funky anni settanta, ma bisogna aver pazienza, perché certe trovate piacciono. Andiamo con ordine piuttosto e diciamo chiaramente che non serve aspettare di vedere come è vestita la protagonista nel finale per capire quali siano i riferimenti cinematografici di Arseny Syuhin. Ambientazione e attacco rimandano subito la mente alla Cosa, mentre gli spazi angusti e il senso i