CDC #140- Un progetto ambizioso: Giorgio Moroder presents Metropolis (1984)

Al di la del titolo fuorviante, quello di cui vi parlo oggi è il Metropolis di Friz Lang. Anche se, a dire il vero, allo stesso tempo non lo è.
La versione del film voluta, ideata e realizzata da Lang insieme alla moglie è stata proiettata una sola volta, a Berlino nel Gennaio del 1927. Poi i tagli dei produttori, la guerra e il tempo che passa ne hanno fatto scempio, riducendo la pellicola di svariate decine di metri.
Questo qui è semplicemente il miglior prodotto possibile. O quantomeno lo era nel 1984.

Che Metropolis sia il padre del cinema di fantascienza lo sanno tutti. Così come appare evidente quanto la sua estetica influenzi ancora oggi il comparto scenografico di quell'universo noto con il nome di cyberpunk. Per capire come Lang nel 1927 sia riuscito a mettere in piedi un'opera così maestosa esistono manuali di cinema che i più curiosi e pazienti tra voi possono divertirsi a sfogliare (così poi lo raccontate anche a me. Ma siate brevi mi raccomando).
Tessere le lodi di Metropolis a un secolo dalla sua produzione è un esercizio sterile, perché ripetitivo. Quanto sia enorme questo film, almeno dal punto di vista visivo, lo sa anche il brecciolino disteso sui viali.
La curiosità vera qui è un'altra: che diavolo c'entra Giorgio Moroder in tutto ciò?

Sono convinto che se fossimo negli anni ottanta tutti conosceremmo la risposta. Ma non è così (altrimenti mi leggereste sul teletext).
Certo, una ricerca approfondita aiuterebbe a entrare nei meandri del progetto sviscerandone ogni particolare. Ma, come avrete capito, oggi mi sento pigro e queste operazioni le lascio a voi sperando sappiate delucidarmi.
Ma se il ruolo di quello che tutti chiamano Giorgio alla produzione della pellicola mi sfugge, altrettanto non posso dire della pesante impronta impressa sulla colonna sonora.
L'idea in realtà è semplice: prendere il classico più classico di tutti i tempi con le sue suggestioni elettro-meccaniche e abbinarlo a quella che all'epoca doveva sembrare la musica più tecnologica esistente al mondo. Una scelta meritevole di rispetto, se non altro per il desiderio di riportare al cinema un pezzo pregiato.
Il punto è che oggi la colonna sonora pare invecchiata più del film stesso. Per di più calibri quali Freddy Mercury e Pat Bennatar con i loro pezzi cantati sembrano arrivare da un altro universo. Metropolis è un muto, pensato per quel periodo e con la consapevolezza del limite che tale caratteristica pone.
Qua sembra di assistere a due spettacoli separati. Di cui il migliore non è quello concesso alle orecchie
.
Dipanare la trama di Metropolis non credo abbia molto senso dopo cento anni. Comunque, facciamola breve: ci sono i padroni che stanno su, tra i grattacieli della città, e i lavoratori che vivono nei sotterranei, impegnati a far girare la macchina. Finché entra in scena la ginoide che da il via alla rivolta. Dai, è Metropolis.
Però, come dissi in apertura, in realtà non lo è. Rispetto al 1984 la generosità della Storia ci ha concesso molti frammenti del film considerati perduti. Questi, insieme al ritrovamento delle sceneggiature originali, ci fanno capire come in realtà il Metropolis di Fritz Lang fosse una pellicola più complessa di quella presentata da Moroder, piena di sfumature e capace di dettagliare una società più sofisticata rispetto alla solita dicotomia all'occidentale sulla guerra tra ricchi e poveri.
Tutto questo qui non si vede. Sia chiaro, Moroder non ha responsabilità su ciò, ma è impossibile non notare l'assenza di collegamenti tra alcune fasi del film.
La squadra di Giorgio ci mette una pezza, integrando i primi ritrovamenti e tentando di creare continuità attraverso alcune schermate di testo. Ma il risultato è singhiozzante.
Ovviamente il meglio che all'epoca si poteva ottenere. Ma comunque singhiozzante.
Per il resto vale lo stesso discorso fatto qui. Pretendere di affrontare Metropolis come fosse un qualsiasi film del giorno d'oggi equivarrebbe a rovinarsi l'esperienza.
Un secolo è pur sempre un secolo e fingere di vedere attualità dentro a un prodotto così vecchio significa mentire sapendo di menta. Metropolis ha dei pregi enormi, ci mostra un futuro probabilmente inimmaginabile all'epoca e rimane un'opera scenografica immane. Però è anche un muto del 1927 e questo è giusto saperlo prima di gettarcisi sopra convinti di trovarsi di fronte a Blade Runner. Se ci aggiungete che in questa edizione mancano frammenti consistenti avete già capito cosa fare.
Io dal canto mio ho saputo che negli ultimi decenni di versioni restaurate ne sono uscite parecchie.
Ovvio, nulla sarà mai come quella proiezione berlinese del Gennaio Ventisette. Ma quasi quasi ci provo lo stesso.




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