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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

Iuri legge per voi: Impressionisti: Biografia Di Un Gruppo (The Private Lives of the Impressionists, 2006) di Sue Roe

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  Non mi sono mai appassionato alla pittura che, come tutte le arti, non comprendo affatto. Eppure questo libro me lo sono comprato lo stesso, vai a capire il perché. Probabilmente qualcuno dei blogger che seguo ne ha parlato e mi ha incuriosito, anche se non ricordo più chi può essere stato e me ne dispiaccio, visto che un ringraziamento se lo sarebbe meritato. Si perché Impressionisti: Biografia Di Un Gruppo è un testo interessante nel quale Sue Roe racconta con stile brillante la storia del movimento pittorico francese attraverso le vite dei protagonisti. Guidati dal carisma di Manet, dalla saggezza di Pissarro e dal talento di Monet, questi artisti hanno attraversato miriadi di difficoltà per farsi accettare, portatori com’erano di una nuova mentalità che lasciava indietro le regole del classicismo per proporre un modo diverso di rappresentare la realtà Derisi e ignorati dai compratori ma convinti della validità della loro visione, alcuni ossessionati dall’idea di farsi apprezzare

Lo Spettatore #228- La caduta dell'impero: Barbarian (2022)

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Idea interessante quella di ambientare un horror a Detroit, città un tempo fiorente che le infinite crisi economiche hanno impoverito, al punto che l'abbandono ha divorato i suoi quartieri residenziali fatti di casette dai giardini verdi e curati. Perché quella della Motown è un po' la storia degli Stati Uniti condensata in una manciata di chilometri quadrati, o forse la storia di un'intera civiltà prossima al collasso anche se non se ne rende conto. Viene da chiedersi quanti mostri vivano tra le rovine dell'impero che fu. Barbarian non parla di questo comunque e se proprio volete trovarci simili significati dovrete scavare molto, o semplicemente possedere una mente completamente disciolta come quella che alberga tra le pareti del mio cranio (che non ha pareti, perché tondo come tutti, questo per farvi capire quanto la situazione sia andata avanti). Il fatto è che per parlare di un film del genere occorre starci attenti. Ogni minimo riferimento alla trama rischia di rov

Iuri legge per voi: Holly (2023) di Stephen King

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  Dico la verità: l'incursione nel noir di Stephen King con il progetto Mr. Mercedes non l'ho apprezzata particolarmente. C'erano si l'aspetto investigativo, il mistero da risolvere e la parte scritta in prima persona che provavano a rimestare nel torbido, ma il vizio del Re di costruire sempre una distanza netta tra buoni e cattivi non è molto compatibile con le atmosfere cupe dell'hard boiled. Va da se che anche lo spn-off The Ousider non sia riuscito a conquistarmi, pur se beneficiario di uno sviluppo intrigante (almeno nella prima parte). Ecco, King non la vede come me (direi ovviamente), quindi continua a pescare dal vaso di quell'idea per proporre storie che vedono protagonisti i personaggi superstiti. A sto giro tocca a Holly Gibney, ottima come risolutrice nel primo capitolo della saga, ma assai respingente per il resto tempo in cui ha occupato le pagine. Holly è il tipico personaggio kinghiano che lotta dal lato dei giusti: tanti valori positivi e poch

Iuri legge per voi: A volte ritornano (Night Shift, 1978) di Stephen King

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Prima di arrivare a formare un proprio stile riconoscibile e in qualche modo confortevole anche gli scrittori più importanti e talentuosi devono tastare il terreno e il racconto breve è forse la forma migliore per sperimentare. Se leggere Stpehen King è un'esperienza rassicurante nonostante spesso le sue storie abbiano tutt'altre intenzioni, lo si deve proprio al percorso che l'autore ha intrapreso per trovare la propria voce. A Volte Ritornano rappresenta questo: una miscela di tentativi (riusciti o meno come vedremo) con i quali il giovane King negli anni settanta ha plasmato la propria impronta. Jerusalem's Lot: Ecco un esempio di quanto dico. Un racconto epistolare e gotico decisamente lontano dal King che abbiamo imparato a conoscere. Qui il Re decide di omaggiare i classici dell'horror americano producendo uno dei pezzi più lunghi dell'antologia, ma anche uno dei meglio riusciti. Secondo turno di notte (Graveyard Shift): Meno convincente della precede

Iuri legge per voi: I primi uomini sulla luna (The First Men On The Moon, 1901) di H.G. Wells

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  È interessante notare quanto sia cambiata la fantascienza in un secolo e quasi mezzo di storia. I Primi Uomini Sulla Luna in questo senso è chiaramente un romanzo che sente il peso dei sui cent’anni, perché anche beneficiando di una traduzione non infarcita di termini desueti, comunque soffre della presenza di molte descrizioni che inevitabilmente rendono la lettura faticosa, tanto che ho impiegato più tempo a leggere questo piccolo libro da 150 pagine che altri più spessi, ma molto più scorrevoli. Ma pazienza, prendere in mano un prodotto di quell’età espone a rischi del genere e se mi spaventassero semplicemente eviterei, tanto nessuno mi obbliga. La parte interessante, in realtà, non è tanto l’evoluzione stilistica che ha mille padri, quanto l’approccio dell’autore al tema del viaggio spaziale. Ad esempio l'invenzione della cavorite oggi sembra stratagemma bizzarro, ma solo perché ideato molto prima della formulazione della relatività di Einstein. Così come ha l'aria ingen