Iuri legge per voi: Impressionisti: Biografia Di Un Gruppo (The Private Lives of the Impressionists, 2006) di Sue Roe

 


Non mi sono mai appassionato alla pittura che, come tutte le arti, non comprendo affatto. Eppure questo libro me lo sono comprato lo stesso, vai a capire il perché. Probabilmente qualcuno dei blogger che seguo ne ha parlato e mi ha incuriosito, anche se non ricordo più chi può essere stato e me ne dispiaccio, visto che un ringraziamento se lo sarebbe meritato.
Si perché Impressionisti: Biografia Di Un Gruppo è un testo interessante nel quale Sue Roe racconta con stile brillante la storia del movimento pittorico francese attraverso le vite dei protagonisti. Guidati dal carisma di Manet, dalla saggezza di Pissarro e dal talento di Monet, questi artisti hanno attraversato miriadi di difficoltà per farsi accettare, portatori com’erano di una nuova mentalità che lasciava indietro le regole del classicismo per proporre un modo diverso di rappresentare la realtà
Derisi e ignorati dai compratori ma convinti della validità della loro visione, alcuni ossessionati dall’idea di farsi apprezzare dalla critica, altri indifferenti agli scherni, chi più sensibile, chi più provocatore, i pittori formarono un vero e proprio gruppo, eterogeneo e non sempre compatto, che alla fine è riuscito a ottenere l’importanza che pensava di meritare.
A colpirmi più di ogni altra cosa sono state le scelte narrative di Sue Roe, capaci di trasformare il saggio in un vero e proprio romanzo di formazione o addirittura in una saga. A volte ho avuto la sensazione che il racconto passasse troppo velocemente attraverso i suoi protagonisti, fissandoli poco nella mente, Però il finale è comunque riuscito a regalarmi quella nostalgia tipica delle storie dove i personaggi iniziano giovani e invecchiano davanti al lettore.
In definitiva è un libro che vale la pena leggere, mai troppo tecnico, abbastanza vicino gli artisti da rendere consapevoli che nomi quali Renoir, Cezanne, Gaugin e gli altri appartengono a persone vere e non a miti vissuti nei musei. Una lettura scorrevole che può funzionare da punto d’ingresso all’arte degli impressionisti, anche per chi, come me, è ignorante come una suola.




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