CDC #53- Provaci ancora Bradley- A Star Is Born

Se la bellezza di un film si calcolasse contando le lacrime versate, l'allagamento della sala alla fine della proiezione suonerebbe già come una sentenza.
Del resto A Star Is Born affonda le sue radici negli anni trenta, quando il romanticismo non ammetteva compromessi e le storie dovevano essere struggenti.
Nel disincantato mondo d'oggi questo approccio funziona ancora solo se affidato a mani capaci. La domanda è: le avrà l'esordiente Bradley Cooper queste mani?

Jackson Maine è una star del country-rock molto vicina al declino. Alcolista, drogato e affetto da un acufene che lo sta rendendo sordo, incontra per caso Ally, una ragazza che si esibisce in un club. Colpito dal suo talento, l'uomo la invita ad accompagnarlo sul palco. I duetti avanzano, i due si innamorano e la carriera di Ally esplode, proprio nel momento in cui Jack attraversa il momento peggiore. Cascate di acqua salata.
Cooper debutta dietro la macchina da presa sfruttando una storia di ascesa e declino piuttosto classica. Lui va giù, mentre lei va su.
Dentro alla vicenda non mancano certi intrecci che ne ampliano il respiro. La riflessione sul successo, sull'invidia, sul logorio di un rapporto che deve fare i conti con i meccanismo dello show businnes.
Ma a fare la differenza è l'interpretazione dei due protagonisti. Bradley Cooper, certamente, che già conosciamo in ruoli di questo tipo. Ma anche Lady Gaga, alla sua prima esperienza con un personaggio così grande. La ragazza dimostra di essere un'attrice molto più convincente della sua madre spirituale (non che ci volesse molto a far meglio di miss Ciccone). Soprattutto però conquista per il suo modo di essere naturale; quasi un paradosso per un'artista che ha fatto del travestimento e dello scomparire dietro alle maschere il suo timbro stilistico.
Poi è ovvio. Il rapporto amoroso in stile romanzo ottocentesco, che nasce dal nulla e matura in un decimo di secondo può risultare stucchevole, ma qui siamo sempre dalle parti del gusto personale.

C'è da dire che il Cooper regista la pagnotta se la porta a casa. Trattandosi di un film molto emotivo, Brad mette in gioco tutta una serie di tecniche per sfruttare questa caratteristica. Luci, fotografia e riprese esaltano le emozioni dei personaggi e ci danno sempre la sensazione di essere li con loro.
Ad essere altalenante è il ritmo. A volte si ha l'impressione che la vicenda si incolli su se stessa. In altri casi pare che Cooper getti lì gli avvenimenti con la fretta di mettere in scena il suo finale da grave debito di sali minerali.
Tuttavia il corpo generale regge l'urto, anche perché, da bravo furbino, Brad fa funzionare il montaggio in modo da esaltare certe scelte stilistiche messe giù in fase di scrittura.
Per se Brad ha scelto un personaggio particolarmente fragile, che finisce per mettere in imbarazzo anche pesantemente chi gli sta vicino. Eppure non si scorda mai di ricordarci quanto sia simpatico con quel sorrisone lì e quanto sensibile sia il suo Jackson ai bisogni della sua lady (Gaga).
Insomma Cooper sa cosa è in grado di dare davanti alla cinepresa e sfrutta tutte le sue caratteristiche per spingere la trama. Il vero protagonista è lui alla fine, nonostante la buona prestazione di Gaga nei panni della donna forte e con la testa sulle spalle.
Che poi, come facesse a non tremarle al voce nelle prime strofe davanti a un pubblico da stadio, io non lo so.

A proposito, so che vi state chiedendo se questo sia un musical o meno. Non lo è, anche se la musica è ovviamente protagonista. Il film è recitato e questa è una scelta intelligente, perché il musical è un genere che fatica a funzionare dentro a uno schermo. Tuttavia le canzoni composte dal duo Gaga-Cooper si ritagliano un pezzo importante nella sceneggiatura e vanno a sottolineare i momenti della trama senza soffocarla.
Una miscela che contribuisce a dare solidità a un progetto che nel suo complesso gira abbastanza bene. Certo, alcuni dettagli, come lo speedy innamoramento o la mancanza di tremore nella voce della cantante agli esordi, potevano essere smussati un po' di più.
Ma viste le canoe necessarie a evacuare il cinema alla fine del film, pare che alla fine queste leggerezze non pesino troppo sul gradimento finale.

Commenti

  1. Ho sbadigliato tutto il tempo. Le lacrime scendevano copiose dagli occhioni di signore, signorine e ragazzine. Ho q.sa che non va io, mi son detta.
    La canzone da Golden Globe è l'unica cosa che ho notato.

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    1. Per essere un'opera prima gliela faccio passare. Ma i cali di ritmo sono pesanti.

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    2. Per essere un'opera prima è andato tanto tanto sul sicuro. Melò piacione. Vediamo in seguito che farà.

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