CDC #52- Le cravatte di Russel e le faccette di Orazio- Rapimento E Riscatto
Che ne direste di un bel
thriller ad alta tensione, con un protagonista del calibro di Russel
Crowe (ancora in forma) e con la presenza della fidanzatina
d'America? Se vi dicessi che c'è pure un giovane David Caruso
pre-scientifica di Miami? Caldi?
Ecco, forse è il caso di
raffreddare i bollenti spiriti. Qua l'unico risultato che si è
riusciti ad ottenere è la relazione tra Crowe e Meg Ryan. Evento
epocale nella storia del cinema, senza ombra di dubbio. Ma, come
dire? Me ne sbatto gli affari.
Andiamo avanti.
Succede che l'ingegnere
Peter Bowman (l'onnipresente David Morse) viene rapito da un gruppo
di guerriglieri andini dediti al comunismo e alla produzione di
droga. A dirimere la questione arriva il negoziatore Terry Thorne
(uno sbarbatissimo Russel) che decide di salvare il mondo per conto
suo quando scopre che l'assicurazione non pagherà. Ad aiutarlo
Orazio.
Un thriller convenzionale
capace di farsi dimenticare nel giro di quattro minuti, non fosse per
la sceneggiatura che lo funesta come una piaga biblica.
Nonostante possa non
sembrare, io sono molto tollerante. Voglio dire, so capire le
esigenze di trama, il problema dei tempi ristretti, persino la
necessità tutta collinare di far stare una storia d'amore dentro un
film che vivrebbe benissimo anche senza. Però caspita, almeno un po'
di coerenza con questi personaggi, cribbio.
Therry Thorne dovrebbe
averne viste di tutti i colori nella sua vita. Secondo me uno così,
se gli dicono che non lo pagano, girà sui tacchi e saluta tutti.
Possibile che bastino gli
occhi dolci di Meg a mescolargli le sinapsi e convincerlo a rischiare
la vita gratis, senza per altro nessuna speranza di conquistare il
cuore della sua bella?
Persino lo stesso Crowe,
nella sua imberbe espressione stupefatta, non sembra capire cosa
diavolo pensi il suo personaggio. O forse davanti a Meg Ryan stava
già pregustando i piaceri del dopolavoro, vai a capire.
Mi incazzo parecchio
quando vedo queste esibizioni di pigrizia. Tipo le svolte di trama
buttate li perché si, tanto basta arrivare alle esplosioni finali.
Ma fatemi direttamente un cortometraggio con la battaglia a sto
punto. A cosa serve che mi teniate due ore a vedere due tizi che
tubano e uno che mostra faccette proto-Orazio?
Almeno Taylor Hackford il
fatto suo dimostra di saperlo. Il regista, è l'unico che sembra
ricordarsi di dover qualcosa al pubblico che guarda il suo film e
decide di concedergli un filo di tensione.
Chiaramente le giungle
tropicali aiutano parecchio in questo senso, così come la presenza
di una milizia imprevedibile e di un argomento (quello del rapimento
compiuto da bande senza scrupoli) dagli esiti non necessariamente
scontati.
Ma l'asso se lo gioca
attraverso l'uso del montaggio, forse l'elemento meglio riuscito
dell'intero progetto. Alternando efficacemente le sequenze con il
rapito a quelle ambientate nella casa dove Ryan piange e Crowe
organizza, Hackford riesce a dare dinamismo alla storia, giocando con
lo spazio-tempo, miscelando continuità di trama e scene crude quando
necessario (ma senza mai eccedere, niente budella o similari).
L'utilizzo di un elemento
comune per legare le due linee narrative (l'acqua, una foto, una
linea di dialogo) si è già visto, ma quando è ben integrato come
qui funziona sempre alla grandissima.
Insomma, se Rapimento E
Riscatto si salva dalla stroncatura inappellabile è per le doti
tecniche che il buon Hackford mostra di possedere.
E' solo grazie alle sue
trovate che il film si mantiene frizzantino facendomi passare sopra a
una Meg Ryan irritante, alle cravatte urticanti di Crowe e a un
Orazio che non mi fa credere in lui nemmeno un po' (ma qui la colpa
potrebbe essere della televisione che tutto fagocita e risputa).
E' raro trovare un cast
così mal amalgamato: da Pamela Reed al citato David Morse a chiunque
appaia in scena. Sembrano tutti nuotare nella boccia sbagliata.
Insomma, il lavoro del
regista va apprezzato proprio per questa capacità di salvare un
prodotto che, preso nei suoi singoli ingredienti, rischiava di non
essere nemmeno commestibile.
Ma, come ho già detto
qualche riga fa, anche così' l'unico risultato che ottiene è un
thriller convenzionale e dimenticabile dopo quattro minuti.
Comunque, viste le
premesse, è già tantissima roba.
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