Storia romanza di un (quasi) capolavoro #4- Nuovi Eroi

Finirà questo revival degli anni ottanta. Io ne sono certo. Prima o poi una mano buona ci farà capire cosa stiamo sbagliando e un grandissimo dito indice ci segnalerà la retta via.
Ma temo ci vorrà un po'. Tutta la generazione cresciuta in quel decennio si è installata ai vertici della catena creativa, ben guidata da chi certe suggestioni le ha costruite e ora gode nel vedersi omaggiato in continuazione.
Dal Super 8 di JJ tutti a mettere in piedi film e serie TV con i ragazzini in bicicletta. Poi l'invasione dei giochini a 8 bit, cosa che mi fa imbestialire visto quanto ai tempi desiderassimo la grafica nei videogiochi. Infine questa rivalutazione folle delle canzonette pop, probabilmente la peggiore espressione artistica dell'uomo fin dai tempi del suo esordio sulla terra.
Poi è ovvio, se fai così mi influenzi le nuove generazioni. Così ecco questi ragazzotti, che negli anni ottanta ci hanno messo giusto un piedino infante, prodigarsi in omaggi musicali non richiesti a un'epoca che speravo sepolta.
Di nuovo quelle insopportabili tastierine, quell'orgia di sassofoni, quelle voci digitali ora rigonfiate dal vocoder.
Perché questa è una battaglia persa porco cane. Non si esce vivi dagli anni ottanta:

Ma bisogna superare i limiti del gusto personale. Se qualcuno trova ispirazione in mezzo a quel brodo un motivo c'è. Buona volontà e amore per la ricerca mi hanno spinto ad indagare.
No, non è vero niente. Sono privo di queste nobili virtù.
In realtà sono capitato sul secondo disco di Erios Ramazzotti quasi per caso. Un'esperienza difficile, non vi mentirò, ma tonificante.
Perché se è vero che le mega hit che popolavano le super classifiche spesso lasciavano il tempo che trovavano, è altrettanto vero che esisteva comunque qualcosa di buono in quel decennio dannato. Certo, la new Wave, il post-punk, l'heavy metal e tutte quelle categorie che vi vengono in mente.
Ma anche il pop, al di al di tutti i tentativi di normalizzazione sintetica, è stato capace di produrre piccole gemme capaci di incastonarsi nella tiara dell'esistenza (buuuuuh).
Bagliori nel buio quindi? No, ma qualcosa che ci faccia capire come mai oggi ci tocca sorbirci i Tommaso Paradiso, si.
Nuovi Eroi di Eros Ramazzotti è l'esempio perfetto Un disco per nulla fondamentale, eppure imprescindibile.
Capiamoci bene. Io non sono per nulla un estimatore del buon Eros nazionale. Anzi, vi confesso che l'ultimo singolo uscito mi ha provocato strane reazioni cutanee che qualche dottore potrebbe spingersi a chiamare lupus.
Il fatto è che il Ramazzotti di Nuovi Eroi era un artista molto diverso dal moderno (e un po' stanchino) bomber della nazionale italiana cantanti. A ventitre anni vorrei anche vedere.
Ovviamente la prima cosa che risalta leggendo la track list è la presenza di tre singoli determinanti a trasformare Eros da giovanotto col broncetto ad azienda multinazionale. Ma non possiamo fermarci li.
Quello che davvero colpisce affrontando oggi l'ascolto dell'album è la sua capacità di proiettare immagini istantanee dell'epoca. Mentre la voce del giovane Eros intona la sua roba, è impossibile non vedersi sfilare davanti giubbotti di jeans col pelo, Timberland con le suole a carraramato, o giacche a vento arancio-fluo smanicate.
Nuovi Eroi, suo malgrado, riesce a trasformarsi nel simbolo stesso di un decennio piuttosto dubbio esteticamente parlando, ma anche, va ammesso, molto caratterizzato.
All'interno dell'opera ci sono certi pezzi da far accapponare la pelle. Roba talmente brutta che a fatica ci si crede. Ma nel mezzo, tra singoli indimenticabili e nefandezze criminali, c'è tutto un sottobosco di pezzettini che identificano chiaramente l'andazzo del decennio.
Come il rock. Non quello dei Black Sabbath, badate bene, bensì quel tipo di rock che furoreggiava nei pezzi di Umberto Tozzi o Gianna Nannini. Il ritmo da festa che ci fa agitare le chiappette durante le serate a tema, magari al terzo vodka tonic.
Non possono mancare gli assoli di sassofono o le tastiere piatte, marchio di fabbrica di qualsiasi produzione cotonata. Eppure, sotto lo strato superficiale, una certa personalità l'ho riscontrata.
Nuovi Eroi è un disco vero, non una compilation di singoli di successo arricchita dalle prime tre cosacce buttate giù in sala di registrazione. C'è un progetto dietro e si sente. Tanto da convicnermi che, a suo modo, questo album è interessante.
Cari giovani, se davvero siete dei fan del revival e siete convinti che gli anni ottanta siano il meglio che la cultura pop possa offrirvi, secondo me dovreste fare un giro su Nuovi Eroi, un sunto assai preciso di cosa fosse la musica dell'epoca. Se quello che sentirete vi piacerà allora è probabile che siate nati nel momento sbagliato.
Ma se, come penso io, certe cose vi sembreranno inconcepibili, sappiate che c'è qualcuno che vuole fregarvi. Non erano granché 'sti anni ottanta. Non credete ai nostalgici,
Vivete il vostro tempo e non scassate la minchia con questi ritorni al passato.
Ve lo chiedo per favore.

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