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Lo spettatore #248- Film del terzo tipo: Nope (2022)

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Non so perché a volte mi vengono in mente certi paragoni, ma dopo aver visto Nope la prima cosa che mi è saltata in testa è stata che Jordan Peele potrebbe essere il vero nuovo Steven Spielberg, alla faccia di JJ Abrahms e di tutti gli scimmiottatori seriali. Chiaramente, ben consapevole della stupidaggine partorita dal mio stanco cerebro, mio sono subito schiaffeggiato da solo imponendomi lo sciacquo della bocca. Ma sapete com’è: quando un’idea ti si insinua nel cervello, scacciarla diventa difficile. Anche perché Peele lo conoscevo da prima di Nope e non mi era sfuggita la sua capacità di infilare argomenti senza considerare l’intrattenimento come un prodotto del demonio. Get Out mi aveva divertito parecchio grazie al suo modo originale di interpretare il genere, alla svolta narrativa che ribalta tutto e alle inquietudini che si respirano prima che avvenga, senza che questi elementi andassero a oscurare la denuncia all’ipocrisia di certi ambienti imbellettati. Con Nope il regista ava...