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Visualizzazione dei post da febbraio, 2024

Quando sei troppo in alto, rischi di cascare giù: la decadenza della Formula 1.

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Da bambini ci insegnavano a non ingozzarci di cose che ci piacevano, pena un'indigestione che ce le avrebbe fatte odiare per sempre. E' una lezione importante, che forse si impara davvero solo dopo le prime sbronze con l'amaro, ma che sembra non interessare ai moderni geni del marketing, sempre pronti a inondare il mercato con prodotti alla moda. Come (forse) sapete il campionato mondiale di Formula 1 è solito prendersi una lunga pausa durante il mese di agosto. Un momento che va a interrompere il flusso delle emozioni e che per un appassionato di corse come il sottoscritto dovrebbe rappresentare un fastidio, qualcosa che si vorrebbe finisse presto per evitare di divorarsi dall'attesa. Ecco, a me l'estate scorsa è passata la voglia. Sentivo l'appuntamento con le piste come un impiccio. Ne avrei volentieri fatto a meno, spingendo l'avvio dei lavori a data da destinarsi. Questo stanno facendo alla Formula 1 i moderni geni del marketing. Non vorrei sembrare

Lo spettatore #215- I dubbi e le certezze: Il Sacrificio Del Cervo Sacro (The Killing Of A Sacred Deer, 2017)

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Dopo 35 minuti di visione ho dovuto spegnere tutto e prendermi una lunga pausa. Davvero, è durata giorni. Sulle motivazioni di questo gesto tutt'ora aleggia una fitta bruma di mistero. Che considerassi la narrazione di Lanthimos troppo prolissa? O era quel disagio che si insinuava sottile dentro di me? Non lo so, e se non lo so io chi diavolo potrebbe saperlo? Lanthimos usa la mano pesante nel mettere in scena la sua opera, piazzando le cineprese in luoghi insoliti (spesso e volentieri nell'angolo in alto a sinistra) ed evitando di seguire i suoi personaggi troppo da vicino. Uno stile che crea una forma di distacco, che forse è utile a sottolineare la perfezione sterilizzata della famiglia di Stephen Murphy (Colin Farrel) e Anna (Nicole Kidman), tutti puliti ed educati assieme ai loro figli gran cocchi dei genitori. È forse l'impossibilità da parte mia di empatizzare con questa famiglia da Mulino Bianco (talmente impeccabile da vivere come unica forma di ribellione il desid

Lo spettatore #214: La morale di quegli anni: Il Signore Delle Formiche (2022)

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Questa è la storia di un processo fasullo, imbastito da una società che si è aggrappata agli appigli legali per formulare un giudizio morale sulle azioni di un uomo. Un racconto che fotografa lo spirito di un tempo ormai superato dai decenni, anche se ho come la sensazione che così diversi, in fondo, non siamo diventati. Il Signore Delle Formiche è un film difficile da prendere, diviso com'è in due blocchi ben distinti che mi hanno restituito sensazioni completamente diverse tra loro. Perché, ve lo voglio dire fuori dai denti, durante la prima ora di visione sono stato tentato più volte di spegnere tutto quanto e dedicarmi ad altro. In questo periodo dilatato Amelio racconta la storia d'amore tra il protagonista e il suo bello in maniera talmente convenzionale da impedire qualsiasi forma di immedesimazione. Ovvio, comprendo il senso dell'operazione, non ci vuole un genio per farlo. Tuttavia l'andamento zuccherato e la pregnanza di dialoghi così artificiali da diventar

Iuri legge per voi: Lamento di Portnoy (Portnoy's Complaint, 1969) di Philip Roth

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  Nella mia sconfinata ignoranza mi ero abituato ad associare la figura di Philp Roth a una scrittura densa, a volte prolissa, sicuramente priva di ironia. La lettura dei suoi romanzi per me è sempre stata un'esperienza faticosa, che necessitava dei suoi tempi per essere assorbita. Storie che certamente non si dimenticano ma che non consiglierei come letture da ombrellone. Poi ho incontrato questo Lamento Di Portnoy e sono rimasto travolto. Raccontato come fosse una seduta dallo psicanalista, il romanzo è pieno di ardore giovanile. Grazie a un ritmo travolgente, Roth non si perde mai e butta fuori tutto in un flusso umoristico che tiene incollati. La storia è quella di un erotomane pentito che narra delle sue avventure più o meno sessuali. In realtà dentro c'è il contrasto di un uomo cresciuto da valori che ha imparato a rifiutare presto, ma dai quali è contaminato fino al midollo, tanto da non sentirsi mai pienamente parte di alcuna comunità. Probabilmente si tratta di un libr