CDC #66- Musoni contro la minaccia spaziale: Cowboys vs Aliens
Un punto va chiarito
subito, se no sembra che sia sempre qua a parlare male dei supereroi
e del cinema che attinge dai fumetti. Io non ce l'ho con questo tipo
di prodotti. Sono fermamente convinto che in mezzo a quelle pagine
colorate ci sia del buono.
Però non si può negare
che ce ne sia un po' troppa di questa roba nelle sale. A lungo andare
anche le linee narrative più riuscite trovano un muro contro cui
scontrarsi. Così escono fuori certi cinepanettoni asgardiani
che ve li raccomando.
Ma se l'approccio troppo
sguaiato penalizza certi racconti, non va dimenticato che il fumetto,
proprio per la sua natura, parla al lato fanciullesco del lettore.
Magari per narrargli una storia adulta, ma comunque attraverso un
aspetto molto pop.
Quello che voglio dire è
che, quando nella trasposizione ci si prende troppo sul serio, si
rischia di sbatterci il grugno.
Cowboys vs Aliens inizia
come il più classico degli western. Daniel Craig, con gli occhi di
ghiaccio di un moderno Clint Eastwood, vaga solitario nelle aride
terre da buon cavaliere senza nome. In senso letterale stavolta,
perché non ricorda niente e porta uno strano aggeggio al braccio.
Giunto ad Absolution scopre di essere un poco di buono, ma anche
l'unico umano in grado di fronteggiare una minaccia che arriva dallo
spazio.
Ha grandi ambizioni questa
pellicola, inutile far finta di niente. Quando mi costruisci
un'ambientazione del genere e la riempi di attori in grado di fare
la differenza (tra cui Sam Rockwell che, come Panino, quando una
festa è brutta la fa diventare bella) difficilmente punti a portare
a casa l'onesta pagnotta. Vuoi sfondare il botteghino.
E' che metterla giù così
seriosa, non so, non mi pare una grande ideona. Poteva funzionare,
non dico di no. Se magari si fosse giocato di più con la misteriosa
identità del pistolero, introducendo piano piano il funzionamento
del braccialetto, un po' di respiro lo si poteva anche trovare.
Ma quando già dal titolo
sprechi il colpo di scena più importante del film, non è che vai
tanto lontano. Quindi alieni dopo venti minuti e via che scoppia
tutto. Con tanti saluti all'epica western.
Per quello dico che un po'
di ironia non avrebbe guastato. Non potendo sfruttare altro, tanto
valeva investire in risate.
Anche perché a livello
scenografico non siamo affatto mesi male. Tra la natura scolpita
dell'Arizona, la ricostruzione della città e gli interni
dell'astronave, il complesso risulta tutto sommato credibile.
E se Daniel Craig è un
filo troppo fisicato per essere un pistolero del vecchio West, Olivia
Wilde (sempre un gran bel vedere) funziona abbastanza nei panni
dell'eroina con la pistola. Certo avere Sam Rockwell e tenerlo sullo
sfondo come un Ruffalo qualsiasi è un peccato capitale, ma ci si
potrebbe persino passare sopra.
Se solo il film fosse
durato una ventina di minuti in meno, risparmiandoci tutta la
tiritera del come facciamo, impariamo a fidarci gli uni degli altri e
così via, magari poteva diventare una sorta di avventura senza
particolari punti di merito, ma abbastanza divertente da valere la
visione.
Tuttavia John Favreau si è
messo in testa di farci riflettere. Lo capisco anche io che il
messaggio alla base di tutto il lavoro è una denuncia alla
colonizzazione bianca delle Americhe e che tutte le smancerie con i
pellerossa puntano in quella direzione.
Ma il personaggio di
Harrison Ford non può cambiare così. Il colonnello che vediamo a
inizio film è uno psicopatico sadico che tortura la gente più per
divertimento che per reale necessità. Non è che mi si può
trasformare in capitan Findus e tanti saluti a tutti.
Tirando una riga, secondo
me Cowboys vs Aliens è una delle occasioni sprecate peggio nella
storia recente del cinema collinare. Un soggetto intrigante, una
valanga di attori dalle grandi capacità e uno scenario magnifico,
utilizzati solamente per mettere in scena la solita battaglia con le
esplosioni.
Al diavolo le suggestioni
del western e le implicazioni della fantascienza. Chi se ne frega
delle potenzialità horror della pellicola. Non importa niente a
nessuno del mistero da scartare piano piano come un regalo a natale.
La gente vuole solo
azione. Bombe, sparatorie, urla selvagge e astronavi. Basta questo a
riempire due ore di pellicola. Beh, a giudicare dall'accoglienza,
caro Favreau, non ci hai capito un membro.
Ma se continuano a
propinarci materiale così piatto, evidentemente un motivo ci sarà.
Meglio se vi saluto va,
che mi sto innervosendo.
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