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Visualizzazione dei post da ottobre, 2025

Lo spettatore #277- Tutta la rabbia di una nazione: Zero Dark Thirty (2012)

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Lo sappiamo bene: se c’è un evento che ha scosso gli Stati Uniti più di ogni altro è la sequenza di attentati avvenuti l’undici settembre 2001. Un giorno funesto, il più funesto di tutti, che strappò agli americani l’illusione di essere al sicuro dentro al loro recinto fatto di acqua salata e paesi amici (o quantomeno rispettosi). L’essere catapultati in quella situazione indubbiamente provocò tra i cittadini statunitensi una gamma di emozioni che non credo si aspettassero di dover provare, almeno non a seguito di una tragedia simile. Ci fu il dolore, senz’altro. Lo smarrimento. Ma poi, alla fine della fiera, gli americani finirono per esibire quel sentimento che più di tutti aveva plasmato la nazione: la rabbia feroce. In effetti, pur se girato dodici anni dopo gli attentati, Zero Dark Thirty mi è parso un film ancora pieno di quella rabbia. In un’epoca nella quale qualcuno già osava avviare il processo di umanizzazione di certi comportamenti nichilisti (diciamo così), Bigelow ha scel...

Lo spettatore #276- Una facoltà rosa shocking: La rivincità delle bionde (Legally Blonde, 2002)

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Anche io come il protagonista di un celebre romanzo di Stephen King (e della relativa riduzione cinematografica ) devo avere il mio George Stark. Solo che lui non scrive romanzi dozzinali di successo (cosa che gli lascerei fare senza intervenire) ma si diverte a inserire nella lista dei film da vedere prodotti che non degnerei di uno sguardo. Roba che mi è passata sotto gli occhi in epoche lontane e che già allora ho deciso di lasciar andare, che tanto alla fine certe commedie americane sono tutte uguali. Ma se invece avesse ragione proprio la mia Metà Oscura? Nel periodo immediatamente successivo alla sua uscita ignorai Legally Blonde, ma non perché mi fosse sfuggito, tutt’altro. Fu una scelta consapevole dettata dalla sensazione di poter cascare sopra l’ennesimo film americano a tema college, con tutte quelle puttanate sulle confraternite e le menate varie che piacciono così tanto oltre oceano,  magari pure sguaiato, con un sacco di bamboline a fare gli urletti e i campioni di fo...

Lo spettatore #275- Attento a ciò che desideri, potresti ottenerlo: Late Night With The Devil (2024)

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Si fa presto a dire che la televisione dovrebbe recuperare il suo ruolo di educatrice delle masse. Finché c’era un canale solo si poteva mandare in onda i corsi notturni della Rai in prima serata e bon, o si mangiava quella minestra o si saltava dalla finestra. Con il proliferare delle reti e la battaglia sugli indici d’ascolto, però, le cose si son fatte più ardite e per accaparrarsi gli inserzionisti ci si è dovuti inventare qualcosa. Se lo sport costa troppo, i talk show sono un format di scarso impegno economico e sicuro successo, specialmente quando vanno a rimestare nel torbido scatenando le pulsioni viscerali degli spettatori. Lo diceva Sidney Lumet già negli anni settanta. Anni settanta durante i quali è ambientato anche questo Late Night With The Devil, che sfrutta il periodo storico per avere la possibilità di recuperare una registrazione magnetica (che agevola artefatti e interferenze, strumenti classici ma importanti per i registi)  ma soprattutto si adatta bene ai temi...

Lo spettatore #274- Non si può dire gioielliere: L'orafo (2022)

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La domenica mattina è uno di quei fenomeni cosmici misteriosi che permettono a tempo e spazio di fare cose inimmaginabili. A volte scorre via placida, lasciando che le ore passino senza nemmeno farsene accorgere. Altre però è capace di costruire impressionanti accumuli di materia, talmente densi da riuscire a produrre variazioni spazio temporali e alterare la percezione. Di quei frangenti, rari ma non così tanto, ha imparato a far buon uso Jeff, che conscio di potersi inserire in un tempo che altrimenti non esisterebbe nemmeno, fa spuntare sulla sua piattaforma titoli sconosciuti, ma dalla durata perfetta per potersi esaurire prima che l'universo riprenda la sua naturale marcia verso l'entropia. In poche parole L'Orafo l'ho visto solo perché mi sono trovato con un po' di tempo a disposizione, ma non troppo. Solo che detta così rovina tutta la poesia. Dico la verità, io questo film nemmeno sapevo esistesse prima che mi venisse proposto dalla schermata principale di P...