Lo spettatore #277- Tutta la rabbia di una nazione: Zero Dark Thirty (2012)
Lo sappiamo bene: se c’è un evento che ha scosso gli Stati Uniti più di ogni altro è la sequenza di attentati avvenuti l’undici settembre 2001. Un giorno funesto, il più funesto di tutti, che strappò agli americani l’illusione di essere al sicuro dentro al loro recinto fatto di acqua salata e paesi amici (o quantomeno rispettosi). L’essere catapultati in quella situazione indubbiamente provocò tra i cittadini statunitensi una gamma di emozioni che non credo si aspettassero di dover provare, almeno non a seguito di una tragedia simile. Ci fu il dolore, senz’altro. Lo smarrimento. Ma poi, alla fine della fiera, gli americani finirono per esibire quel sentimento che più di tutti aveva plasmato la nazione: la rabbia feroce. In effetti, pur se girato dodici anni dopo gli attentati, Zero Dark Thirty mi è parso un film ancora pieno di quella rabbia. In un’epoca nella quale qualcuno già osava avviare il processo di umanizzazione di certi comportamenti nichilisti (diciamo così), Bigelow ha scel...