Post

Visualizzazione dei post da settembre, 2025

Lo spettatore #273- Gladiatrici nell'arena: Spare Parts (2020)

Immagine
Credo di dover ringraziare il Zinefilo per questo scampolo di divertimento dalla durata di un’ora e mezza. Spare Parts è uno di quei film che fluttuano nascosti nei meandri più oscuri delle piattaforme e se non c’è un bravo esploratore a illuminarli con la sua torcia, trovarli sarebbe impossibile. Quindi occorre dare lustro al lavoro di questi incredibili scopritori, senza di loro chissà quante opere finirebbero nell’oblio. Si perché Spare Parts appartiene a quella categoria di prodotti piccoli che finiscono per essere dimenticati, roba girata con pochi spiccioli in tasca e tanta voglia di divertirsi e divertire, che non si arroga il compito di far passare il Messaggio, ma solo quello di dare allo spettatore un’oretta di evasione. La storia ci racconta di quattro ragazze componenti di una band abbastanza toste da difendersi a cazzotti dall’aggressione di un gruppo di motociclisti esagitati durante un concerto. Solo che qualcuno nota la loro grinta e decide di rapirle per sfruttarle co...

Lo spettatore #272- Sempre le stesse facce in giro: Men (2022)

Immagine
L’idea di far interpretare tutti i personaggi maschili del paesello allo stesso attore è effettivamente intrigante, perché produce mistero e inquietudine in grosse quantità. Certo, poi per sfruttare uno spunto del genere occorrerebbe un altrettanto valido progetto di sviluppo, ma non è che nella vita si può avere tutto. A dire il vero per buona parte del suo incedere il film funziona piuttosto bene costringendo lo spettatore a farsi le domande giuste, tipo: perché la protagonista non si accorge dell’anomalia? Forse lei non vede quello che vediamo noi? Cosa rappresentano i personaggi messi in scena da Rory Kinnear? Tutti quesiti che trascinano dentro alla vicenda contribuendo a una forma di attaccamento che ha dei toni morbosi, perché nel villaggetto inglese dove si svolgono i fatti tutto è strano e questo indipendentemente dagli uomini  C’è qualcosa nelle scelte artistiche di Garland che fa pensare a un ambiente malsano, sbagliato, pur se all’apparenza ideale e attraente. Alcune se...

Lo spettatore #271- Quello che deve fare il simpatico per forza: Deadtime stories (1986)

Immagine
Eccoli i favolosi e celebrati anni ottanta in tutto il loro splendore, passati attraverso il filtro del film horror antologico dalla qualità televisiva e zeppi di quell'umorismo macabro che spesso risulta molto più imbarazzante che divertente. Prima che Jeff decidesse di schiaffarmelo in prima pagina io di Deadtime Stories non sospettavo nemmeno l’esistenza. Quanto bene stavo nella mia ignoranza, cribbio. Va detto che c'è stata un’epoca nella quale anche produrre robaccia per cassetta voleva dire fare cinema. Se guardassimo Deadtime Stories prestando attenzione alla perizia tecnica, in particolar modo ammirando i gustosi effetti speciali, potremmo quasi cedere all’illusione di star osservando un autentico film. Ma questo avverrebbe solo perché la cura per la qualità non esiste più in praticamente nessun campo, se si esclude l’artigianato del lusso (e nemmeno sempre). La verità è che l’antologia di Jeffrey Delman esaurisce le proprie meraviglie piuttosto in fretta, giusto il tem...

Lo spettatore #270- Lunedì mattina: Un giorno di ordinaria follia (Falling Down, 1993)

Immagine
Con ordinario folle ritardo sono riuscito ad agguantare un film che mi sfuggiva da decenni, un’opera definita dai più come la descrizione del crollo di un uomo medio schiacciato dalla vita quotidiana al punto di esplodere e mettere al suo posto una società alienante che pretende dalle persone solo lavoro e apatia. Ecco, mi hanno sempre mentito. Certo l’idea di dare sfogo a tutte le frustrazioni a cui veniamo sottoposti è stuzzicante e di conseguenza funziona da ottimo volano per gli incassi, tuttavia la premessa che nessuno fa quando parla di questo film è che William Foster detto D-Fense di ordinario non ha proprio niente, tranne forse l’abbigliamento e gli occhiali da impiegato. L’uomo è un tizio piuttosto aggressivo, con un ordine restrittivo sulla schiena e un passato recente piuttosto inquietante. Diciamo che la via del giustiziere per lui si è aperta ben prima degli avvenimenti narrati qui, che rappresentano solamente l’apice della sua deriva. Che poi, a ben pensarci, un altro er...