Iuri legge per voi: La tragedia del Korosko (The Tragedy Of The Korosko, 1898) di Sir Arthur Conan Doyle


 

Non avevo mai letto nulla di Arthur Conan Doyle e partire da qualcosa che non coinvolga Sherlok Holmes ammetto possa sembrare una scelta strana, della quale potrei fornirvi una spiegazione sensata, se solo ricordassi il perché io l’abbia fatta. Ma va be, magari non è nemmeno così importante.
I quattro capitoli in apertura del romanzo, lo ammetto, mi hanno fatto maledire tale decisione, vista l’estrema vacuità, anzi, direi quasi frivolezza della narrazione. Conan Doyle utilizza la prima parte del suo lavoro per presentare i personaggi, come ovvio che sia, ma il contesto della crociera per aristocratici e alto borghesi non è certo il più pimpante per un racconto d’avventura. Una questione più che altro di stile e di struttura, credo, perché in realtà i discorsi che fanno questi soggetti hanno anche un loro interesse nel far capire come non sia bastato un secolo e mezzo per far cambiare il mondo. Sentir parlare di Gran Bretagna stufa di fare il poliziotto del pianeta e dell’Europa che deve imparare a badare a se stessa fa fischiare le orecchie di questi tempi.
Poi la vicenda inizia per davvero e quando le cose si fanno serie bisogna dire che Doyle riesce a mettere sulle spine il lettore, partecipe di una situazione che potrebbe risolversi in qualsiasi modo, ma che pare sempre più disperata man mano che la traversata nel deserto dei turisti divenuti ostaggi prosegue. Caldo inesorabile e gelo notturno fanno compagnia a questa banda di disgraziati finiti nelle mani di un gruppo fondamentalista che, anche qui, è facile riconoscere se si sono seguiti gli ultimi vent’anni di storia.
Dentro La Tragedia Del Korosko ci sono molti temi riconoscibili e c’è una trama intensa, fatta di speranze e delusioni, di coraggio e paura, portata avanti da personaggi figli del loro tempo negli atteggiamenti, ma comprensibili nel loro modo di vivere il terrore.
Diciamo che se siete lettori pane e salame come il sottoscritto, superare la parte iniziale rischia di essere difficoltoso. Ma una volta scavallato ne vale la pena.
Ciao

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