Iuri legge per voi: Emerson Ray Leviathan (Denise Jane, 2024)
Le copertine acchiappone della collana
Segretissimo di Mondadori non esercitano un particolare fascino su di
me, forse perché sembrano promettere storie inutilmente pruriginose
portate avanti da tizi col farfallino e dame in abiti da sera
provocanti. Eppure mi sono deciso a dare un’opportunità a questa
pubblicazione scegliendo Leviathan dal mucchio, un titolo che ho
incrociato più volte sulla mia strada di lettore e che spesso fa da
preludio a romanzi riusciti.
Ora posso dire di essere contento dell’esperimento, perché ho incontrato un’autrice dalla penna notevole, capace di scrivere una storia dai ritmi perfettamente calibrati, che fa scorrere le pagine grazie a capitoli corti e a uno stile affilato.
Il racconto è quello classico che si può incontrare in un action movie a tema militare, con agenti della CIA infiltrati, traffici illegali e proiettili fischianti. Nulla di imperdibile forse, ma sicuramente l’ideale per una lettura di puro intrattenimento.
Da quanto ho percepito Emerson Ray e gli altri sono personaggi ricorrenti nella letteratura della scrittrice italiana, partecipi di una saga che spazia attraverso vari libri. Ecco, forse questo è il vero limite del progetto, perché dovendo tornare nei seguiti i protagonisti hanno il destino già scritto e ciò leva apprensione per le loro sorti durante le pur intriganti fasi pericolose.
Forse proprio a causa di ciò (o magari per le peculiarità intrinseche di un genere che non conosco così bene, lo ammetto) il racconto finisce prigioniero di alcuni clichè che fanno risuonare gli avvenimenti come se fossero già sentiti. Parliamo comunque di una caratteristica che condiziona poco il piacere di assaporare una storia gestita su linee narrative diverse che si incontrano al momento giusto e che fanno provare un po’ di affetto per personaggi non originalissimi, ma perfettamente a loro agio nei panni che indossano.
Un romanzo che mi ha fatto salire la curiosità per un genere e una collana che in edicola ho sempre ignorato.
Direi che il suo lo ha fatto.
Ora posso dire di essere contento dell’esperimento, perché ho incontrato un’autrice dalla penna notevole, capace di scrivere una storia dai ritmi perfettamente calibrati, che fa scorrere le pagine grazie a capitoli corti e a uno stile affilato.
Il racconto è quello classico che si può incontrare in un action movie a tema militare, con agenti della CIA infiltrati, traffici illegali e proiettili fischianti. Nulla di imperdibile forse, ma sicuramente l’ideale per una lettura di puro intrattenimento.
Da quanto ho percepito Emerson Ray e gli altri sono personaggi ricorrenti nella letteratura della scrittrice italiana, partecipi di una saga che spazia attraverso vari libri. Ecco, forse questo è il vero limite del progetto, perché dovendo tornare nei seguiti i protagonisti hanno il destino già scritto e ciò leva apprensione per le loro sorti durante le pur intriganti fasi pericolose.
Forse proprio a causa di ciò (o magari per le peculiarità intrinseche di un genere che non conosco così bene, lo ammetto) il racconto finisce prigioniero di alcuni clichè che fanno risuonare gli avvenimenti come se fossero già sentiti. Parliamo comunque di una caratteristica che condiziona poco il piacere di assaporare una storia gestita su linee narrative diverse che si incontrano al momento giusto e che fanno provare un po’ di affetto per personaggi non originalissimi, ma perfettamente a loro agio nei panni che indossano.
Un romanzo che mi ha fatto salire la curiosità per un genere e una collana che in edicola ho sempre ignorato.
Direi che il suo lo ha fatto.
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