Iuri legge per voi: Dannati per sempre (2021) di Nicola Calathopoulos

 

Soggetto piuttosto originale per questo romanzo di Nicola Calathopulos, nome non del tutto nuovo per chi, come me, seguiva i servizi sportivi sulle reti Mediaset a cavallo tra i millenni.
Al di là della familiarità rieccheggiante, il romanzo non ha nulla a che vedere con atleti e discipline; si tratta invece di un racconto basato su di uno scrittore misterioso nascosto dietro lo pseudonimo di Ferdinad Celouis e sul critico che ha deciso di dargli la caccia per svelarne l'identità, ovvero Mauro Delgado.
Detta così può sembrare una trama ricca di misteri e intrighi, ma in realtà Calathopulos non fa molto per costruire la tensione. Innanzitutto a causa di una bizzarra scelta dei personaggi, tutti uguali, con gli stessi vezzi e le medesime meccaniche comportamentali. Poi per il modo in cui struttura la vicenda, abbastanza chiara fin da subito, anche se beneficiaria di qualche depistaggio lungo la strada.
Scelte particolari, che pongono il romanzo fuori dai canoni del giallo tipico mettendolo in un contesto che difficilmente riesco ad afferrare.
La scelta del carattere da affidare ai personaggi, infatti, pur non essendo frutto di pigrizia narrativa o leggerezza, ma ben ponderata in un modo che risulterà chiaro con lo scorrere delle pagine, toglie alla vicenda spazi di contrasto che in certi momenti sarebbero stati utili. La decisione di trattare protagonista e antagonista alla stessa stregua, inoltre, leva riferimenti, anche se ne capisco il senso.
Aggiungo che Barcellona non è esattamente la mia città del cuore, quindi a influire sulla mia opinione generale potrebbe essere stato quello, oppure gli argomenti trattati per me non proprio affascinanti.
Insomma Dannati Per Sempre è un libro con un buon potenziale di partenza, che finisce nell'unico modo in cui potrebbe finire, ma diluito in un racconto che mi ha appassionato poco.
Non un brutto romanzo in fin dei conti, ma forse nemmeno la lettura che vi consiglierei.

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