Una top 5 del 2022 decisamente in ritardo.

Non sono avvezzo alle classifiche di fine anno. Intanto perché di solito non ricordo nemmeno quali siano state le mie attività dell'ultima settimana, figurarsi di un intero giro attorno al sole. In seconda istanza, come potete facilmente capire visto il periodo nel quale state leggendo queste righe, diciamo che non sono proprio uno di quei blogger svelti, pronti a stare sempre sul pezzo con l'ultima novità.
Comunque per il 2022 e i videogiochi voglio fare un'eccezione. Aspettate però: non pensiate che io l'anno scorso abbia giocato a chissà quali capolavori. E' solo che ne ho presi in mano cinque, quindi la graduatoria si compilava da sola. Ma per non perdere l'occasione di levare interesse a uno dei miei stupidi pezzi, ho scelto di mettervi giù questa lista in ordine cronologico. Nemmeno il gusto della discussione vi lascio.
Anzi, voglio giocarvela sporca fino in fondo, perché il numero 5 di questa selezione già lo trattai ed è finito qui dentro solo perché arrivato lungo dall'anno precedente. Non ci sarà una replica quindi e casomai dovesse interessarvi, sapete già dove trovarlo.
Un gioco, per altro, particolarmente lungo che ha creato in me il bisogno di affidarmi a qualcosa di meno impegnativo, perché in tutto questo sono anche molto pigro.
Perciò ho scelto:
Seguito spirituale della saga Flatout (il cui primo capitolo ai tempi mi mandò fuori di melone), Wreckfest offre esattamente ciò che ci si può aspettare da un titolo del genere. Vale a dire gare assurde, eventi strani e tantissimi incidenti resi ancora più spettacolari da una fisica assai progredita rispetto ai suoi antenati. Forse leggermente meno caciarone dei Flatout (qui non vola via il pilota, ad esempio) ma più strutturato e con una IA vagamente più convincente, il gioco offre una modalità carriera di stampo classico, con auto da comprare, miglioramenti da sbloccare e campionati da vincere.
Si sa, prodotti di questo genere, per quanto possano essere appassionanti all'inizio, finiscono per stancare. E' la loro stessa natura a portare queste conseguenze. Ciò li rende ideali per partitine rapide, senza starci troppo addosso, lasciando loro il compito di eficace valvola antistress.
Non ho ancora provato la modalità online, per capire se il titolo possa offrire una profondità più spiccata. Ma magari nemmeno lo farò.
Di sicuro scivolare tra gli sterrati e i circuiti scalcinati di Wreckfest mi ha fatto tornare quel languore per le traiettorie che da anni non sentivo più. Sarà un caso che proprio in quel periodo io abbia iniziato a seguire i canali Youtube di Mazz e Lunadix, ma di fatto l'universo stava evidentemente complottando per farmi saltare la mosca al naso. Così ho dovuto togliermi un antico sfizio e buttarmi su Steam per scaricare il famoso:

Il paletto era il seguente: se il mio Sidewinder vecchio di vent'anni non fosse stato in grado di funzionare sul PC che uso attualmente o di adattarsi alle richieste del videogioco in questione avrei lasciato perdere subito. Un limite che ero convinto di non poter valicare, ma che avevo piazzato perché non esiste che spendo soldi su una periferica nuova solo per stancarmi dopo un paio di settimane di intensa attività. D'altra parte se avessi evitato di buttarmici dentro mi sarei risparmiato il rischio di una dipendenza che poi in effetti è arrivata.
Perché il Sidewinder cari miei funziona ancora e anche se non può essere definito lo strumento migliore per affrontare le sfide di una simulazione accurata come quella di Assetto Corsa, comunque qualche soddisfazione permette di togliersela.
Ovvio, nulla che comprenda la possibilità di sfidare quelli veri online, per cui tutto il divertimento sta nel guidare e affrontare i campionati proposti nella campagna, che non è curata come quella di altri giochi e può sembrare poco coinvolgente e ripetitiva. Ma in realtà agli sviluppatori di Kunos interessava fornire al pubblico un'infrastruttura modulare in grado di stimolare la creatività dei modders. Proprio grazie ai contenuti esterni, infatti, questo simulatore si garantisce una longevità pressoché infinita e la garanzia di non andarsene mai più dall'hard disk.  
Solo un altro dei miei desideri più ambiti poteva allontanarmi dai circuiti di tutto il mondo. Parlo di Red Dead Redemption II (come avete potuto vedere dalla foto allegata) e della sua appendice online.
Di questo gioco parleremo a dovere a tempo debito, perché di cose da dire ce ne sono una miriade. Per ora sto cercando di farmi piacere la dispersiva campagna single player.
Per fare baldoria c'è Red Dead Online, che offre la possibilità di svolgere tante missioni in solitaria e garantisce una buona dose di libertà. Ma facciamo che non mi sbilancio, almeno finché io e RDR2 siamo in fase di corteggiamento.
Infine ho trovato questo scacciapensieri capace di divorare ore di esistenza come fossero secondi. What The Golf è un titolo bizzarro, accompagnato da una colonna sonora strana almeno quanto il gameplay. Il suo difetto è durare una quaresima, perché se gli sviluppatori si fossero fatti prendere un poco meno la mano, questa follia fatta di citazioni, idee balzane e sfide che vanno dall'assurdo all'impegnativo, l'avrei già mangiata da un pezzo.
Invece la grande abbuffata iniziale si risolve in una indigestione. WTG diventa un gioco da prendere a pizzichi, da affrontare un quadro ogni tanto, con un finale che però si allontana al tramonto. Va comunque provato, perché sa regalare tante ore di s(t)rano divertimento.

Ecco. Ho finto.
Ciao.







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