Iuri legge per voi: La Mala Erba (2022) di Antonio Manzini

La Mala Erba è un noir. Uno di quelli che non hanno bisogno di una squallida periferia metropolitana per ambientare la loro storia. Anzi, non ha nemmeno bisogno di un delitto.
Ad Antonio Manzini basta un paese di 300 anime nel quale equilibri centenari sono sul punto di spezzarsi per descrivere tutta la cupezza tipica del genere.
Per narrare la sua storia Manzini utilizza uno stile asciutto, secco, che sembra provenire dall'hard boiled più sporco degli anni trenta, ma ambientato in un paese da presepe lontano anni luce dai torridi quartieri di Los Angeles.
Si parte da un contesto che richiama il classico Raccolto Rosso, con il villaggio arrampicato sulle cime dominato da due poteri contrapposti. Uno, quello di Cicci Bellè, economico, dato che l'uomo possiede quasi tutte le abitazioni del luogo e tramite gli affitti può esercitare il suo volere sulla piccola popolazione. L'atro quello di Don Graziano, parroco da poco arrivato che si rifiuta di stare alle regole imposte dal primo, ma che non lesina ricatti ai danni dei fedeli sfruttando il suo potere religioso.
Solo che qui non arriva un Continental Op. qualsiasi ad esacerbare il conflitto. Ci pensa Colle San Martino stesso a far accadere tutto quanto, con i suoi personaggi rassegnati che devono affrontare la ribellione di Samantha, ragazzina che ha voglia di vita, fino al punto di mettersi nei guai.
Si respira la disperazione di chi si sente senza vie d'uscita. Samantha vorrebbe studiare, andarsene in città, magari addirittura a Roma. Ma ogni avvenimento sembra avvenire contro i suoi progetti. Colle San Martino è come un gigantesco padre tentacolare, poco affettuoso ma molto geloso, che allunga i suoi arti da piovra ogni volta che qualuno prova a lasciarlo.
Veramente un racconto centrato, che sa come parlare al lettore e pieno di personaggi ai quali è facile affezionarsi. Una lettura avvincente un poco smorzata da un finale troppo lungo, che scarica la tensione di eventi che fino a quel punto sono descritti in un crescendo quasi perfetto.
Una piccola pecca giustificata dalla necessità di ribadire come tutto cambia perché nienti cambi. Ma che comunque nulla toglie a un'opera che andrebbe scoperta.



Commenti

  1. La tua recensione mi ha incuriosita, anche perché non conosco l'autore.
    Grazie e un abbraccio.

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    1. Un libro che vale la pena leggere. Grazie della visita!

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