Iuri legge per voi: Ninfa Dormiente (2019) di Ilaria Tuti

E' passato un po' di tempo da quando ho letto Figlia Della Cenere, ma non ho dimenticato Teresa Battaglia e i suoi ragazzi, ne tanto meno Ilaria Tuti, la scrittrice che ha costruito il loro universo.
Così, quando ho trovato sullo scaffale Ninfa Dormiente, la decisione è arrivata da sola.
Il libro di oggi è il primo capitolo della saga di Teresa Battaglia, quello nel quale si svolge l'antefatto più volte citato nel seguito e che, di fatto, pone le basi per tutta la narrazione.
Ilaria Tuti è abile a costruire la sua serialità, sceneggiando un giallo autoconclusivo come se fosse il caso della settimana di una serie tv, dipanando in parallelo la trama orizzontale. Quindi, anche se conoscevo già gli sviluppi che l'avventura avrebbe portato, ho potuto godermi l'indagine assaporando i piaceri di un bel noir montano di quelli che piacciono a me.
Piccole comunità, antiche tradizioni e segreti sepolti sono all'origine di questo racconto, mentre le già note difficoltà della protagonista, unite alle indecisioni del suo aiutante, alimentano il fuoco che scalda la storia.
Interessante il rapporto madre-figlio che si instaura tra i due, con l'innesto della figura di figlia-sorella in corso d'opera. Teresa vuol così bene al suo sottoposto da arrivare anche a commettere un illecito pur di salvarlo da se stesso. Atto che sembra quasi marginale nel mezzo del turbine che sta nascendo, ma che probabilmente porterà delle ripercussioni andando avanti con la saga.
Certo, nella prima parte il romanzo eccede nella contemplazione, almeno secondo il mio gusto. La scrittrice cerca di preparare bene personaggi e svolte di trama, ma forse esagera con le descrizioni e le sensazioni.
Tuttavia è un fastidio (che non tutti proveranno comunque. A qualcuno un certo tipo di narrativa piace) che passa abbastanza presto. Quando l'indagine prende l'abbrivio anche la narrazione si asciuga e l'insorgere delle svolte così ben preparate fa fare la pace verso lo stile di inizio lavoro.
Un libro femminista, per chi è interessato a questi aspetti, che però non permette mai al messaggio di scavalcare la narrazione. Sono sempre le donne a rappresentare i cardini degli avvenimenti, sia nel bene che nel male. I personaggi maschili, quando non del tutto persi dentro se stessi, sono dipinti come figure oscure, dedite alla sopraffazione in tutti i contesti nei quali questa parola può essere inserita. Tutti tranne uno, ma lascio a voi il piacere della scoperta.
In definitiva un ottimo romanzo, forse meno centrato rispetto al suo seguito. Ma questa opinione potrebbe derivare dal fatto che li ho letti invertiti.
Consigliato.


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