Lo spettatore #193- I consigli di Jeff: The Void - Il Vuoto (The Void, 2017)

Jeff già da un bel po' mi punzecchiava con The Void, continuando a inserirmelo nella pagina dei consigliati ogni volta che accedevo alla sua piattaforma. Sapete come sanno essere insistenti questi miliardari pieni di tempo libero quando si mettono in testa qualcosa.
Alla fine ho dovuto accontentarlo, altrimenti temo non sarei più riuscito a schiodarmelo di dosso.

Devo dirvelo: sulle prime ho anche dovuto ammettere che per una volta Jeff ci aveva visto giusto.
Steven Kostanski e Jeremy Gillespie esordiscono infilando dentro al loro film un sacco di elementi che di solito mi fanno sentire a casa (o a Cosa, haha. Scusate). Il buio, ad esempio, quello assoluto e disperato delle campagne, sconfitto solo dalle piccole isole luminose dei lampioni. Poi il cinema d'assedio, con i misteriosi assalitori incappucciati sulle cui motivazioni aleggia un mistero più fitto del buio di cui sopra. Ma anche la metamorfosi dei compagni di combattimento, gli orribili mostri che escono dai cadaveri, le situazioni che paiono senza speranza.
C'è molto Carpenter qui dentro. Fin da quell'ospedale che strizza l'occhio al Distretto Tredici e che infatti è pronto allo smantellamento e privo di personale sufficiente a reggere l'ondata di merda che sta per sommergerlo.
Insomma esiste ogni Cosa (ok, la smetto) per far diventare The Void una delle mie pellicole simpatia.
Anche perché qui abbiamo per le mani uno di quei prodotti da tutto a un Euro che costringono i registi a fare di necessità virtù.
Se decidiamo di restare a guardare le ripugnanti creature realizzate senza troppo ricorso al digitale, facendoci avvolgere dall'atmosfera malsana che i due sono stati capaci di infilare nel loro lavoro, The Void funziona molto bene. Poi, però, i veli di mistero devono cadere e la trama necessita di procedere verso il finale. Se no stiamo qui cinque ore e anche Jeff a una certa vuole andare a dormire.
Ecco dunque che, dietro la sua maschera horror classica, questo film pretende di nascondere una vicenda complicata e zeppa di implicazioni morali. Nulla di male, naturalmente, solo che per farle emergere la storia perde i sui agganci carpenteriani per diventare un lungo trattato sull'eternità dell'esistenza e su dei ancestrali in grado di donare potere supremo a chi riesce a domarli.
Cose grosse, che si sostengono su di una messa in scena che rimane di buon livello, ma che inevitabilmente finiscono per perdersi dentro un turbinio di idee che tagliano il filo del discorso sul quale uno vorrebbe appendersi.
Purtroppo però gli autori non si fidano dell'enorme mole di concetti buttati su pellicola e non vanno fino in fondo.
Per mettere ordine ci riempiono di spiegoni, i veri mostri del cinema, altro che le bestie immonde del film. Diciamo che qualche personaggio riesce anche a giustificarli questi momenti, ma spesso sono filippiche che ammazzano il ritmo della narrazione e non tirano nemmeno troppo bene le fila della trama.
Va detto che almeno gli spiegatori hanno un retroterra che ne giustifica la presenza, mentre altri tizi non ho proprio capito chi siano. I due uomini armati, per esempio, in base a quale legge narrativa sono a caccia? Non lo so, può darsi che mi sia smarrito, perché da un certo punto in avanti, di questo The Void io non ci ho capito più nulla.
Siamo davanti a un prodotto ambizioso, che vorrebbe raccontare i grandi misteri lovecraftiani tentando un approccio stilistico alla Carpenter.
Ma qui i registi hanno calcato troppo la mano, infilando filosofia e religione dentro una pellicola troppo corta per avere il respiro sufficiente a rendere meno confuse le cose. O magari non sono stati abili a bilanciare la narrazione.
Non lo definirei un film brutto, perché, soprattutto nella prima parte, sa come attirare a se lo spettatore.
Solo che ragazzi, un po' meno dai.


Commenti

  1. Si vuole sempre bene a quei genietti di Steven Kostanski e Jeremy Gillespie, ma qui hanno dimostrato di essere ancora troppo dipendenti dai loro Maestri, che si chiamano Carpenter e Fulci, quindi bravi, bravissimi, ma devono ancora assimilare la lezione di entrambi, qui si sono limitati un po' troppo a ripeterla e basta. Cheers

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    1. Soprattutto, secondo me, non sono stati capaci di andare all'essenziale. Un po' troppa carne al fuoco e io, che sono anziano, inizio ad avere qualche problema di digestione.

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  2. Mi è piaciuto, ma risente molto della fonte e così cade nel paragone che non può vincere per la ovvia differenza di talento.

    Ma lo rivedrei senza nessun problema se mi ricapitasse sotto gli occhi.

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    1. Non lo so. Esteticamente mi ha coinvolto, ma come sostanza secondo me si è un po' perso.

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  3. La tematica del buio, il concetto di avanzamento del vuoto e del nulla mi ha affascinato.
    Il punto è che poi a un certo punto mi sembrava di vedere un film manierista.
    Ti abbraccio.

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    1. Infatti. Hanno perso la direzione per buttarsi in una cosa enorme che non hanno avuto tempo di approfondire.

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