CDC #183- Supereroi di guerra: Freaks Out (2021)

Si sono spese tonnellate di inchiostro (anche se spesso solo digitale) per parlare dell'ultima fatica di Mainetti. Una mole tale da svuotare tutti i magazzini di parole. Mi pare persino superfluo aggiungere altro rumore di fondo alla questione. Ma dopotutto, quand'è che in questo blog si fa qualcosa di utile? Dev'essere per questo che non mi legge nessuno.
Eccovi quindi, in ritardo come di consueto, la mia su:
Mainetti dimostra di saper sfruttare il budget di tutto rispetto messogli a disposizione dai produttori. Il regista costruisce un film esteticamente bello da vedere, ricco di scenografie e dotato di effetti speciali quasi sempre riusciti e ben integrati. Magari dura un po' più a lungo del necessario, questo è vero, però è capace di coinvolgere il giusto nei momenti di pathos e persino di stordire con qualche scena brutalmente guerresca.
Un po' mago di Oz, un po' X-Men, la pellicola si muove bene e soddisfa abbastanza, sempre se si accetta l'idea di assistere alla messa in scena di un canovaccio ormai classico fino allo sfinimento.
Perché Mainetti ci racconta la solita storia dell'eroina alle prese con un potere che non vuole e che la spaventa, fino a quando imparerà ad usarlo durante la catarsi finale. Se questo vi sembra uno spoiler è perché non avete avuto a che fare con il cinema negli ultimi venti anni, probabilmente.
Non che ci sia niente di male ad utilizzare uno schema collaudato, per carità. Specialmente in un quasi film per ragazzi.
Calma, ho detto quasi.
Infatti Mainetti lavora senza lo sguardo severo del ratto puntato addosso e può permettersi di calcare un pelo la mano.
Morti, sangue e qualche vago accenno sessuale spostano un pochino il livello della produzione verso un pubblico maturo. Se a ciò aggiungiamo l'ambientazione post-armistizio scelta dal regista, possiamo comprendere come il disegno dell'opera tenti di diventare un poco più ampio del solito roboante mondo dei supereroi.
Mainetti si gioca i nazisti, dipingendoli crudeli come in effetti erano, ma riuscendo a schivare la rappresentazione macchiettistica di cui spesso sono oggetto, provando, attraverso l'antagonista (Zed di Scuola Di Polizia), a mostrare l'aspetto umano di questi esseri, deviati sicuramente, ma comunque soggetti ad ambizioni e sentimenti che ne indirizzano le azioni.
Già che c'è non ci va giù leggero nemmeno con i partigiani, spinti dal desiderio di libertà, ma comunque spietati nelle loro azioni, tanto da spaventare la nostra eroina tanto quanto i nemici di nero vestiti.
Insomma un bel contesto dentro al quale infilare una storia.
Forse a lasciarmi qualche perplessità è proprio l'ambivalenza che è venuta fuori in questa vicenda. Certo, oltre alla lunghezza dell'opera.
Vero è che quando ero bambino io i film per ragazzi facevano meno gli schizzinosi nel mostrare anche il lato violento della vita (ma quando ero bambino io magari il cinema ancora non esisteva). Il punto è che, oggi come oggi, quando si sceglie l'obbiettivo di una pellicola, l'orientamento è abbastanza chiaro. Ci sono i filmoni casinisti dove scoppia tutto, ma tanto non ce ne è uno che si graffi un dito, oppure i prodotti più realistici che non si spaventano a descrivere la crudezza dell'esistenza e si beccano il VM.
Freaks Out sta in mezzo, con le sue scene cruente e il contesto a tratti brutale sorvolato da una tipica storia di formazione.
Sta bene così, infatti me lo sono goduto a sufficienza. Spero solo non nascano i vendicatori del multiverso di Mainetti, ecco.



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