CDC #176- I soldi spesi in medicine- La Cura Dal Benessere (A Cure For Wellness 2016)

Se l'avessi visto quindici anni fa, mi sarei innamorato di un film come La Cura Dal Benessere. Adoravo (e un poco mi piacciono ancora) le trame a incastro, le sceneggiature multilivello, le atmosfere horror quasi suggerite e i misteri che nascondono.
Ma il tempo è passato velocemente e i miei stanchi occhi si sono posati su troppe pellicole del genere per potermi accontentare di questi ingredienti.

Vero, forse l'opera di Gore Verbinski richiede una dedizione che io, un poco intontito dalla malattia più in voga del momento, non sono riuscito a concedergli. La pellicola in questione, in effetti, si sviluppa attraverso dettagli che spesso, se non si sta con la faccia appiccicata allo schermo e gli occhi inchiodati alle immagini, possono sfuggire.
Il punto è che quando un autore pretende così tanto dal proprio auditorio è necessario che faccia di tutto per assicurarsi l'attenzione. La messa in scena sofisticata, invece, si apre con un suicidio affatto decisivo per le sorti del racconto e poi prova a complicare un disegno in realtà assai visibile dietro i meandri del mistero.
Diciamocelo, il giovane rampante con l'ossessione per il lavoro è uno dei personaggi prediletti sulla collina. Nessuno lassù si sognerebbe mai di esaltarne le caratteristiche. Quindi come volete che si costruisca la crescita di un protagonista del genere (per altro portato in scena dal sosia di Lando Norris)?
Esatto. Va redento. Purificato dalla sua essenza capitalista e riportato ai valori fondati dell'esistenza. Lo dice pure il titolo. Il benessere è il male e come tale va curato.
Che poi se per insegnarcelo ci debbano investire l'equivalente del debito pubblico del Lesotho è un altro paio di maniche. Il prete ti dice cosa devi fare, mica lo fa.
Almeno Verbinski sceglie di farci divertire con i suoi trucchetti, che, va detto, dal punto di vista estetico sono interessanti. Diciamo che vengono messe insieme allucinazioni e ambientazione da ospedale oscuro, in un connubio che funziona. Per di più esiste anche un aspetto disgustoso nell'opera che ne arricchisce i contenuti.
Certo, collegare tutte queste intuizioni non sempre si rivela cosa fattibile. Costruire una storia visionaria non vuol dire semplicemente gettare sul piatto idee, per quanto indovinate esse siano. Per questo, guardando al quadro generale, quello che viene fuori è un racconto a compartimenti stagni, spesso costretto ad utilizzare la forzatura narrativa per passare da una fase all'altra.
Basti pensare alla gita in paese che al protagonista serve per sbloccare le indagini di cui si fa paladino. O alla svolta finale che lo riporta tra i pensanti, sfruttando l'ovvio legame con il passato. Inoltre ci vuole anche una buona dose di voglia per accettare il presupposto che tiene in piedi tutta la baracca. Per quanto solitari e crudeli siano questi signori dell'alta finanza, a me pare impossibile che nessuno li reclami dopo il prolungarsi del periodo di degenza in questa famosissima SPA.
Questo vuol dire piegare la storia al messaggio. Non si fa Gore. Non si fa.
Per quanto il regista si sforzi di trarci in inganno spiegandoci una cosa ma mostrandocene un'altra, il suo scopo non è mai puramente narrativo. Lui vuole farci la morale secondo la quale i soldi non sono tutto, l'ambizione e il successo sono false icone, così come il sapere scientifico che pretende di trasformare l'uomo in Dio è una forma di presunzione. Lo so, le abbiamo sentite mille volte queste cose. Anche alla preghiera della domenica mattina.
Ma non mi spingerei a definire La Cura Dal Benessere un film religioso, quanto piuttosto un lavoro che vorrebbe buttare la sua grande verità nascondendola dietro la maschera del thriller psicologico.
Ci sta eh. Piuttosto che il trattato è meglio questo. Tuttavia resto dell'idea che quando si inizia a pensare al significato della propria storia, questo rischia seriamente di prendere il sopravvento su tutto. A quel punto è il caso di lasciar perdere, perché ogni cosa si piega a un'esigenza estranea dal racconto e il risultato potrebbe essere piuttosto infelice.
Intendiamoci, La Cura Del Benessere ha i suoi momenti. Potrebbe addirittura non essere un brutto film. I più sensibili all'argomento lo troveranno avvincente, perché le tesi trattate sono piuttosto popolari. Persino al giovane Iuri, più fresco e ingenuo, sarebbe probabilmente piaciuto.
Lo Iuri di adesso, invece, è rimasto indifferente, sopraffatto dalla lezione di uno che, ci scommetto, non lavora per pochi euro solo per alimentare la propria passione.
Quando ho visto questo film ero malato, ma purtroppo non di benessere. Altrimenti, credetemi, me lo sarei tenuto il malanno.



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