CDC #173- L'oscuro futuro: Mondocane (2021)

Il mostro di Taranto vive appollaiato sul mare. Una creatura bifronte, capace di donare lavoro, come di togliere salute. Un drago che la politica non può o non vuole sconfiggere. Una sentenza eterna che sembra capace solo di far soffrire.
Si potrà mai uscire da una situazione così complicata? Secondo qualcuno no e questo qualcuno utilizza un metodo intrigante per raccontarcelo.

Del resto fino a pochi mesi fa si faticava a immaginare un futuro post-apocalittico da minaccia nucleare, quindi se un autore voleva disegnare un mondo fantascientifico in stile anni ottanta doveva inventarsi qualcosa, altrimenti il suo omaggio avrebbe rischiato di porsi fuori dal tempo.
Taranto e la sua acciaieria, in questo senso, si prestano al gioco di Alessandro Celli. Immaginare un'evacuazione con la nascita di una nuova città, accompagnata dalla scelta degli irriducibili di non abbandonare i vecchi e ormai irrimediabilmente intossicati terreni, rimette in pista l'idea del quartiere abbandonato dalla civiltà che tanti piccoli gioielli è stata capace di produrre durante il dannato decennio.
Non che il regista voglia imporre il contesto sulla trama, sia chiaro. Anzi, Celli è piuttosto bravo a tenere la fabbrica e i suoi fumi arancioni sullo sfondo, come un monito che non scavalca mai le esigenze di sceneggiatura.
Ne esce un prodottino con il cuore al posto giusto, arricchito da una grande voglia di omaggiare il cinema di genere (fin dal titolo che si ispira al noto “documentario” di Gualtiero Jacopetti).
Lo fa iniziando dalle scelte di trama, con le sue bande giovanili alla The Warriors, l'arena alla Mad Max (il terzo purtroppo) e i ragazzini crudeli governati dal grande capo (un Alessandro Borghi parecchio disposto a far salire i giri motore, al punto da ricordare il Bronson di Tom Hardy. Saranno i baffoni, vai a capire).
Anche se, ve lo dico, forse la storia in sé è l'aspetto meno interessante di tutto il progetto. Una vicenda che si prende abbastanza cura dei personaggi principali, ma che per i comprimari utilizza un pennarello grosso. Mette su un'avventura tra ragazzi, che non dimentica le scene forti e che si srotola secondo passaggi abbastanza convenzionali, senza che la sceneggiatura riesca (o voglia) mascherarli dietro una cortina fumogena.
La storia di un'infanzia rubata, se vogliamo. La costrizione di un'età adulta che arriva troppo presto facendosi strada con la violenza nei cuori fratturati di questo gruppetto di giovanotti.
C'è anche l'amore come liberazione dal giogo ovviamente, che non vogliamo farcelo mancare. Anche se qui, parlando di giovanissimi, il sentimento è quello più puro e bello, quando tutto è scoperta. Anche la rivolta ormonale.
Non una brutta storia, intendiamoci. Ma se avete visto La Città Di Dio, difficilmente questo vi impressionerà.
Dietro l'istrione Borghi si muovono una selva di interpreti (più o meno giovani) che danno a tutto il film un'atmosfera altalenante. Qualcuno è bravo e non mi dilungo. Taluni sembrano crederci un po' troppo, mentre altri ancora non riescono a mascherare l'impaccio. Un rischio che si può incontrare quando si decide di imbarcarsi in un progetto del genere e, secondo alcuni, nemmeno in grado di produrre risultati catastrofici. Eppure è un difetto che si sente e che secondo me a consuntivo pesa.
Poi possiamo decidere che non ci interessa, che bastano Bronson, delle scenografie pressoché perfette e qualche buona intuizione per accontentarci. Nessuno ce lo vieta.
Anche perché a me Mondocane è piaciuto e non poco. Mi sono immerso mani e piedi nelle sue atmosfere tossiche e mi sono goduto tutte le scelte di un film che fa ogni cosa a modino.
Però, almeno a giudicare dagli indici di gradimento, non molti hanno reagito alla mia maniera e allora forse quei difettucci di cui sopra pesano per davvero e occorrerebbe iniziare a pensarci quando si mette in piedi un lavoro simile.
O forse no. In questo caso tra qualche mese ne riparleremo.
Ho come l'impressione che a breve il cinema a tema apocalisse tornerà a far vibrare le cordicine dei cineasti in giro per il globo.




Commenti

  1. Molto bello, purtroppo si è parlato un po' poco di questo film, io anche non ho avuto tempo di scriverne, ben felice che lo abbia fatto tu al meglio ;-) Cheers

    RispondiElimina

Posta un commento