CDC #149- L'atroce imbarazzo di un tardo giovane: La Voglia Matta (1962)

Succede a tutti di sentirsi fuori luogo. Chessò: perché ci si trova invitati a una festa popolata da sconosciuti. Oppure perché si arriva al locale belli sobri mentre tutti gli amici biascicano discorsi privi di senso. O magari perché si finisce dentro la casa sbagliata quando si sta cercando qualcuno e tocca darsela a gambe prima che il proprietario opti per la giustizia sommaria.
Eppure una delle situazioni più imbarazzanti nelle quali può capitare di trovarsi è quella che ci vede fuori quota, nel ruolo dell'uomo saggio convinto di conquistare i ragazzini con la propria verve, ma che invece si rende ridicolo, ne è consapevole e cade in un vortice di figuracce una peggio dell'altra nella vana attesa di quella trovata che possa rimetterlo in buona luce.
Se a questa sgradevole sensazione aggiungiamo pure il carico dell'infatuazione per la ragazzina che gioca con la sua sensualità, capiamo benissimo come a volte sarebbe meglio starsene a casa.

Si perché la vicenda di Antonio Berlingheri, ingegnere di successo e amante della bella vita, vista oggi inquieta più che divertire.
Berlinghieri è il tipo che amiamo definire eterno ragazzo. Un ruolo che si adatta come un guanto a noi maschietti, ma che credo venga interpretato anche da molte femminucce, che però sono molto più abili a mascherarlo. Al di là di questo, persino lui, con il suo gusto per il leggiadro e le fidanzate giovani, dovrà fare i conti con una realtà che gli si schianta in faccia come un cazzotto.
I vent'anni sono andati bello mio e provare a fare il compagnone con quelli li servirà solo a farti perdere la dignità.
La degradazione dell'uomo riesce ad attraversare lo schermo più ancora dello scandaletto che fa da soggetto alla storia. La giovanissima Cathrine Spaak, col suo fare sospeso tra l'innocenza e la consapevolezza, porta in scena un vecchio turbamento, affrontato molte volte e che, se vogliamo, abbiamo già imparato a masticare. Ci sono talmente tanti sottintesi in un'infatuazione del genere che servirebbero papiri interi per parlarne.
Qui il punto è un altro, anche se forse lo inquadro solo io. Da giovani si invecchia in fretta e nemmeno ce se ne accorge. Sembra tutto l'altro ieri. Ma non lo è, e quando ci sbatti il grugno la botta può fare veramente male.

Certo, Ugo Tognazzi sa il fatto suo e come sempre riesce a regalarci un personaggio con cui è facile entrare in sintonia, per quanto possa essere irritante, saccente e pieno di se stesso. Il suo contrasto è percepibile ancora oggi, nonostante le abitudini dei ragazzini più o meno cresciuti siano cambiate. Questa è la potenza della pellicola di Salice.
Più delle due o tre sequenze esteticamente indovinate, come quella in riva al mare con il balletto indiano, che ne arricchiscono la visione. Sicuramente più di una sceneggiatura che gli anni hanno sgonfiato.
Perché tutto si può dire, tranne che l'opera di Salice sia sopravvissuta indenne all'incedere del tempo. Guardarla oggi significa annoiarsi davanti a dei cali di ritmo evidenti. Dopo l'arrivo alla villetta la storia si incolla e la trama non ha più molto da dire, se non la sottolineatura impietosa dell'imbarazzante situazione di Berlingheri.
Il regista ci prova con i flashback a tradimento, veri o falsi che siano, segno evidente che ha bisogno di evadere dalla spiaggetta per recuperare le gag in giro da qualche parte. Ma con scarso successo dal mio punto di vista.
Inoltre se il pepe derivante dal rapporto 39-16 all'epoca poteva creare un filo di rumore, all'occhio odierno risulta fin troppo pudico. Ma forse è anche giusto così, perché l'infatuazione, le provocazioni e persino il bacetto tra i due, devono essere momenti tutto sommato innocenti vissuti da un uomo che prova più nostalgia per la propria adolescenza che desiderio sessuale verso la ragazzina.
Resta immutata la potenza del film, però. Su questo ci si può contare. Se questa vi basta per affrontare una pellicola che potrebbe annoiarvi (e anche parecchio) forse un giro vale la pena farselo. Tanto si trova sul tubo aggratis.
Se invece siete attirati dal titolo e vi volete godere una storia piccantina, ecco: quella qui dentro non la trovate.
Ma di quella roba ce né quanta ne volete in giro, non serve che ve lo dica io.  


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