CDC #135- L'agente rocambolesco: Johnny English Reborn (2011)

Non sono mai stato un grande appassionato di 007. In vita mia credo di aver visto per intero solamente il Dr. No e Skyfall, oltre che qualche spezzone sparso qui e la. Tuttavia, almeno stando a quanto ci dicono i 400Calci, persino i film di James Bond, in un certo momento storico, si sono trasformati in parodie di se stessi. Una tendenza, quella di prendere in giro l'impeccabile agente al servizio di sua maestà, vecchia quanto il cinema stesso evidentemente.
Ma forse anche un modo per Rowan Atkinson di liberarsi dallo scomodo personaggio di Mr. Bean prima di diventarne schiavo.

Secondo episodio della saga, questo Reborn ci piazza davanti alle rocambolesche vicende del simpatico agente segreto alle prese con un oscuro complotto ai danni del primo ministro cinese. Tra risate e inseguimenti il divertimento è assicurato!
Se le frasi appena lette vi paiono la stanca descrizione stampata sulla copertina di un DVD è perché potrebbero esserlo. In effetti dire qualcosa di più di un film che di suo non ha nulla da dire è pressoché impossibile.
Probabilmente il cinema di spionaggio classico è deceduto nel momento stesso in cui Sean Connery ha dato il ben servito all' MI6. Da li in poi tutta la struttura è cambiata fino ad arrivare alle pellicole odierne che infarciscono di azione muscolare le indagini segrete di Daniel Craig. Occorrerebbe accorgersene anche quando si gira una parodia.
Reborn ce la mette davvero tutta tentando di riempire la sua sceneggiatura di assurdità. Atkinson a un certo punto sembra dire che, se proprio vogliamo Mr.Bean, ci darà Mr. Bean pur di farci ridere. Ma è tutto così già visto che non ci riesce mai.
Io ho il mio caratteraccio e siamo d'accordo. Ma dai, i calci nelle palle?
Davvero?
Ci lamentiamo molto delle nostre commediacce e dei cinepanettoni sempre uguali da trent'anni. Facciamo bene, ovviamente. Ma cos'ha Johnny English più quelle trovate, oltre a una produzione milionaria?
Non vorrei sembrare ossessivo, ma nel primo quarto d'ora assistiamo a una sorta di ritiro monacale durante il quale i sacerdoti si prendo a calci nelle palle.
Poi si, possiamo indagare su alcuni concetti interessanti. Tipo che Johnny sembri un imbranato cronico sempre, tranne quando è in missione e a fare la figura dei fessi sono i suoi avversari. Ma anche li non sono riuscito a cogliere la sfumatura, se vogliamo. Perché se serve la gag Atkinson la infila comunque. Boh. Il cinema comico sta su un livello troppo alto per la mia sensibilità.

Perché puoi anche citarmi Blake Edwards con quel pallone nero, il gatto o la vecchia che come Cato mi spunta da tutti gli angoli, ma se la tua unica arma a disposizione è Rowan Atkinson comunque qualcosa ti manca. Almeno secondo me.
Si, lui è buffo con tutte le sue faccette, ma per quelle potevo scovare le pilloline di Mr. Bean e guardarmi quelle (che comunque non mi fanno ridere, se proprio dobbiamo dircela tutta). Non è attraverso una sceneggiatura meccanica e un cast di attori famosi che mi metti in ordine la cosa.
Non so come funzionasse il primo e ormai anziano capitolo di Johnny English e se la sua esistenza giustificasse i suoi tardivi seguiti. Questa roba l'ho già vista tante volte e non mi sembra che serva ancora.
Ma al pubblico piace, almeno a leggere i dati del botteghino. Mi sa che vivremo un futuro ricco di rocambolesche vicende assieme all'irriverente agente dell'MI7.
Che gioia lacerante.

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