CDC #128- Trappole tecnologiche e mostri ancestrali: Demoni 2... L'incubo Ritorna (1986)

Demoni poteva contare su un'idea. Al di là del risultato finale, Bava faceva perno sul concetto metacinematografico dei mostri che uscivano dallo schermo e su quello basava la costruzione di una trama non precisissima ma comunque avvincente.
Come replicare quel successo nel 1986, quando le sale iniziavano a dare i primi segni di agonia? Beh, sfruttando lo strumento che più di tutti ha allungato la vita dei B-Movie a tema horror nel disgraziato decennio. Che fosse una bella serata d'estate di fronte ai deliri dello Zio Tibia, oppure un momento di vita passato ad ascoltare i clangori di un apparecchio VHS, era dalla televisione che si poteva ammirare i terrori a basso costo.
Un bene, da un certo punto di vista. Ma anche un male, almeno stando alle scelte stilistiche del regista.
Ah, questi nuovi grattacieli tutti comandati dall'elettronica. Poi succede che un demone esce dalla TV ed ecco, fatto il danno. Se poi li riempiamo di inquilini idioti è facile capire come una tranquilla serata in famiglia possa trasformarsi in una strage sovrannaturale.
Perché diciamocelo, nessuno è riuscito a capire per quale motivo la gente non riesca più ad aprire le porte chiuse un istante prima, o che senso abbia mettersi a gridare restando fermi contro un muro. Un classico del genere, certo. Ma una caratteristica che mi manda sempre in bestia.
Il palazzone, sia chiaro, è una location con del potenziale, anche se immaginare un progettista incapace di prevedere l'utilizzo di serrature d'emergenza per quando manca la corrente è una concessione piuttosto generosa al patto con l'autore. Ma nel 1986 le automazioni potevano ancora spaventare, per cui certe scelte, per quanto forzate, ci potevano ancora stare. Ma cribbio la stupidità no.
La giovane e carina Nancy Brilli ha almeno venticinque occasioni per liberarsi di quel mostriciattolo e darsela a gambe. Ma sembra preferire la sfida a chi urla più forte, rimanendo impalata ad aspettare di venire mangiata. Davvero, non capisco.
L'impressione è che la pellicola forzi parecchie situazioni pur di avere l'occasione di procedere. Non riuscendo ad evitare nemmeno inutili aggiunte di minutaggio, come la corsa in macchina di Jacob o i genitori alla sagra paesana (tutti senza distanziamento e mascherina, che vergogna).
Insomma, Demoni 2 vive di momenti, alcuni dei quali parecchio riusciti, perché l'aspetto estetico del prodotto è curato e colpisce di più rispetto al predecessore. Bava non teme di calcare la mano, andando a ripescare idee da Videodrome e Gremlins. Il body horror è notevole e l'aspetto dei mostri decoroso, anche se a volte grottesco. Si vede che è gomma, ma tutto sommato ci si può stare. Persino il bambino indemoniato è un bel colpo, anche abbastanza destabilizzante per le armonie che di solito si respirano nei prodotti nostrani.
Naturalmente Demoni 2 non fa paura, esattamente come succedeva al primo capitolo Però, nonostante la sceneggiatura disgraziata, riesce a lasciarsi guardare. Non annoia, sa tenersi vivo. Insomma, pare l'ideale per una serata all'insegna dei pop corn e dello Zia Tibia.
Poi c'è quell'attacco al mezzo televisivo, visto come produttore di orrori e distrutto con la violenza di chi non sopporta la piega che stanno prendendo gli eventi.
Fantaghirò ci dirà che Bava ci aveva visto giusto quando temeva la decadenza che quel medium avrebbe portato alla sua carriera.
Ma questa è già un'altra storia.



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