CDC #127- Cloni difettosi: Abraham Lincoln vs Zombies (2012)

Negli anni novanta genitori e nonni si mettevano a caccia del regalo perfetto e quando compravano per pochi spiccioli quella macchinetta per giocare che in TV pubblicizzavano a settecento carte, tornavano a casa fieri della loro abilità negli affari.
Fu così che intere generazioni di sfortunati pargoli trovarono sotto l'albero una Polystation. Giovani e giovanissimi subirono traumi esistenziali che nessun “tanto è la stessa cosa” riuscì a curare.
Ecco, la Asylum Productions è per il cinema quello che quei produttori cinesi di cloni Nintendo erano per i videogiochi. Agli avventati spettatori il compito di ereditare i ruoli di ingenui genitori e sciagurata prole.

Avventurarsi tra i cestoni del supermercato può rivelarsi mestiere pericoloso. Soprattutto quando qualche subdolo furbone tenta di trarti in inganno con prodotti che ti ricordano qualcosa, ma che in realtà sono falsi come monetine da tre Euro.
Il 2012, nella fattispecie, pareva l'anno di Lincoln. Dal mattone di Spielberg a quello strano progetto del Cacciatore di Vampiri, Abe venne baciato da nuova celebrità. Naturale che anche Asylum ci gettasse gli occhi addosso e che per mettere insieme la sua opera truffaldina scegliesse il progetto più scassone dei due.
Abrahm Lincoln vs Zombies nasce proprio con quell'intento li. Farsi vedere dentro al mucchio a poco prezzo inducendovi a credere di essere quell'altro. Operazione destinata a fallire, per lo più, perché non siamo più quei genitori e quei nonni e quando vediamo una locandina del genere la tocchiamo solo con le pinzette.
Eppure dev'essere un trucco che funziona se ancora producono questa roba. Ma chissà, magari sono davvero fieri di regalare al mondo sgorbi come Almighty Thor o Atlantic Rim. Forse considerano il loro cinema naif, anche se si tratta di semplice immondizia.
Ho scelto di dare un'occasione a questo lavoro esclusivamente a scopo di ricerca. Al netto della serie Sharknado che l'ha messa sulla carta geografica, volevo capire come se la cavava la Asylum all'interno del proprio core businnes. Mal me ne incolse.
Quello che la Casa fa è mettere in mano a un regista, il cui unico talento è sapere come si accende una macchina da presa, le sorti di una sceneggiatura fiacca, affiancargli un direttore della fotografia devastato dalla cataratta e affidare loro un branco di soggetti che vengono chiamati attori per convenzione. Tre giorni per le riprese, un'oretta al montaggio e via, pronti a tuffarsi nel cestone.
Qui nemmeno la comparsa di quelle facce televisive ormai alla frutta e l'utilizzo minimo dello Spectrum ZX che Asylum adopera per i propri effetti a bassa risoluzione ci concedono. Solo fretta e risparmio, per strizzare ogni singola goccia d'acqua dallo straccio.
Non ho nemmeno voglia di accennare alla trama, tanto dal titolo si capisce benissimo. Anche se, se ci si fossero messi almeno un pochino di impegno, un paio di svolte potevano addirittura azzeccarle. Il punto però non è cosa mi racconta, che già di suo è poco ma per un b-movie potrebbe anche bastare. Il problema è il come.
Colori smorti, tagli indicibili, barbe finte attaccate con l'elastico, zombi, recitazione. Tutto qui dentro è così trascurato da invogliare a chiudere tutto e andarsene.
Se, sentendo la retorica forzata dei dialoghi e vedendo il trucco approssimativo, vi venisse voglia di considerare questo lavoro come una parodia con la quale si sono divertiti, fate bene attenzione: dare un senso a un progetto del genere, che non sia meramente economico, potrebbe portarvi sulla brutta strada.
Perché quei dannati famicloni anni novanta stanno trovando una loro rivalutazione e non vorrei che le porcherie dell'Asylum venissero favorite dallo stesso destino. Quei cosi cinesi quantomeno dentro avevano Super Mario. Qui c'è solo sciatteria.

Naturalmente non ho speso il becco di un quattrino per godermi la visione di questa sciagura. L'ho recuperato su Youtube e consiglio a chi fosse interessato di fare altrettanto.
Non posso fare a meno di pensare a coloro che sono cascati nel tranello, però. Credo che per quella povera gente la truffa sarebbe stata meno umiliante se dentro alla confezione si fossero ritrovati un DVD vergine.
La Asylum non è la prima casupola a concentrarsi sui film di merda e non sarà l'ultima. Tuttavia spesso queste operazioni nascondono l'amore per il cinema e vengono penalizzate solo dagli scarsi mezzi
Non commettete l'errore di accomunare questa roba a quella di chi, magari con pochi soldi, prova a far lavorare qualche talento. A uno sguardo distratto i risultati possono sembrare simili, ma in realtà sono distanti anni luce.
Fate bene i vostri calcoli prima di addentravi nel terrificante universo della Z.






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