CDC #115- La corsa più fiacca d'America: Cannonball Run (1981)

Se avete vissuto su questo pianeta negli ultimi quarant'anni, sicuramente vi sarete imbattuti in Airplane, capolavoro del cinema demenziale capace di farvi ridere fino alle lacrime anche alla centesima visione.

Nel nostro paese do' sole si è deciso di intitolare tale prodotto L'Aereo Più Pazzo Del Mondo, slegandolo inspiegabilmente dalla saga catastrofica Airport, cui chiaramente faceva il verso e alla quale è comunque sopravvissuto. Una mossa vincente, pensandoci bene.

Del resto i distributori nostrani ne sanno una più di Belfagor, quindi non sorprende che, per sfruttare l'ondata di film comici giunti in massa dalla collina, abbiano deciso di creare un filone tutto peculiare: quello delle cose più pazze.

Così anche un lavoro come Cannonball Run, che con Airplane non c'entrava una mazza, giunse da noi con lo sfavillante titolo di:


Una parata di stelle per un filmetto buttato li un po' a casaccio, va detto. Se la pellicola promette bene, esordendo con una commovente Lamborghini Countach LP400 che romba sulle strade d'America, la realtà di una sceneggiatura confusa si manifesta già alla seconda sequenza.

C'è decisamente troppa gente in questo film per potersi permettere una adeguata presentazione dei personaggi. Hal Needham si attacca a Burt Reynolds e a Dom DeLouise e tenta di inserire qualche scena per gli altri in modo da offrire loro una parvenza di caratterizzazione.

Gli tocca seguire la strada della fisicità, più che della descrizione del personaggio. Roger Moore, quindi, recita se stesso che recita James Bond, Sammy Davies Jr e Dean Martin fanno i manigoldi vestiti da preti, Adrienne Barbeau e Tara Buckmann sono le splendide creature avvolte nelle tutine che seducono poliziotti.

E poi c'è Jackie Chan che fa il giapponese folle e si esibisce in un combattimento fuori contesto, perché questa roba è pur sempre prodotta dalla Golden Harvest che il suo pupillo lo vuole lanciare anche nella terra dei cowboys.


Prendendo spunto da una corsa realmente esistita, ma puntando più alla comicità non-sense delle Wacky Races, Cannonball Run gioca le sue carte sulle singole gag, lasciando da parte il contesto della gara vera e propria e sfruttando malissimo il suo cast da capogiro. Per una volta lo posso dire: Cannonball Run dura troppo poco per esplorare a fondo il proprio potenziale, finendo per pagare un conto salatissimo alla sciatteria.

Non basta arruolare nomi dal peso enorme per sfornare un successo. Occorre un piano preciso. Io, da fissato per le corse, ho notato subito la totale assenza di un senso sotto questo punto di vista. Altri si potrebbero chiedere perché Roger Moore faccia sempre la stessa cosa. O che senso abbia far fermare le due pilotesse da una poliziotta donna, nonostante questo avvenimento non intralci minimamente la loro corsa. O che cosa c'entri la rissa con i motociclisti (una scusa per mettere in scena le abilità marziali di Jackie Chan, in realtà).


La Corsa Più Pazza D'America è un'occasione buttata al vento. Perché figlia di scelte sbagliate e della trascuratezza creativa di chi, potendo usufruire di un budget stellare, sceglie di spenderlo tutto in grandi star per fare botteghino.

Non c'è ritmo, le scenette sono spesso volgarotte senza essere mai divertenti, le auto, a parte Lamborghini e Ferrari, non scaldano i cuori. Il passaggio brusco tra un personaggio e l'altro uccide la continuità del racconto. Alcuni di loro sono talmente poco sfruttati da essere letteralmente dimenticati in corso d'opera.

Peccato, perché con un cast simile e un'idea analoga, si possono creare anche grandi pezzi di cinema (vedi Questo Pazzo Pazzo Pazzo Mondo).

Cannonball Run, invece, resta un baraccone colorato e assai scadente.

Agli americani, però, mi sa che è piaciuto, almeno a contare gli innumerevoli seguiti che sono piovuti sul martoriato mondo del cinema negli anni successivi.

In fin dei conti quelli della Golden Harvest la loro corsa l'hanno vinta.




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