CDC #76 - Una vera catastrofe: Geostorm

Tra la profondità degli anni novanta e l'alba del nuovo millennio il cinema catastrofico ha conosciuto una popolarità senza precedenti. Sullo schermo la terra ha rischiato di venire distrutta almeno una decina di volte, vuoi da glaciazioni a tradimento, vuoi da asteroidi assassini, vuoi da supervulcani.
Poi l'interesse del pubblico è stato drenato da altre cose (tizi supervolanti per lo più) e il genere ha finito per ritirarsi nella nicchia dei film tv a basso budget. Esclusi tardivi esempi in cui John Cusack attraversa i palazzi alla guida di una Limo, ovviamente.
Ora, dopo quasi vent'anni dalla possibilità di incontrare il successo, Hollywood ha deciso di investire in un progettone che rimette di nuovo il nostro pianeta a rischio desertificazione. Ecco a voi:

Per salvaguardare il clima mondiale la Nasa ha messo su un complicato reticolato di satelliti. Ma quando arriva il momento di dividere il governo del sistema tra tutti gli stati mondiali iniziano una serie di incidenti inquietanti. Scatta l'allarme perché potrebbe arrivare il GEOSTORM.
Dean Delvin mette in piedi un baraccone dove l'equilibrio tra plausibilità scientifica e spettacolo pende decisamente di più verso il secondo fattore. Nulla di male in realtà, perché chi sceglie di vedere un lavoro come Geostorm non si aspetta di certo un documentario di Piero Angela. Tuttavia un po' di divertimento lo gradirebbe e su questo punto, magari, qualche riflessione andrebbe fatta.
Delvin non vuole rischiare nulla. Ha per le mani un budget faraonico e non lo vuole sprecare in tentativi azzardati.
Per prima cosa chiama Gerard Butler, autentico mattatore di questi film scassoni. Poi va a pescare le trovate che ritiene più riuscite dai classici del genere (se così li possiamo chiamare) e le inserisce senza complimenti all'interno della sua opera. Quindi ecco la grandine da un quintale che si abbatte su Tokyo e il ghiaccio a inseguimento da The Day After Tomorrrow, i casini spaziali da Armageddon e Deep Impact, persino la citazione dotta al rientro di emergenza di Gravity.
Insomma un puzzle di elementi già visti che in se potrebbe anche non disturbare più di tanto (anche se la scena in Giappone è pressoché identica a quella ideata da Emmerich tredici anni prima), ma che però viene pesantemente minato da una trama talmente ovvia da abbattere il confine del banale.
Ora, io davvero non so cosa volessero fare qui o se pensassero che nessuno se ne sarebbe accorto, ma questo film è Armageddon, fatto e finito. Con tanto di finale consolatorio e riflessione mielosa messa in bocca a una bambina di dieci anni.
Perché vorrebbe pure farci la morale, capite? Una boiata mai vista sullo schermo che si innalza a saggio insegnante di vita. Il punto, secondo Delvin almeno, è che qui siamo stati noi a costruire il sistema che regola il clima del pianeta ed è sempre qualcuno di noi a decidere di utilizzarlo per sterminare la qualunque.
Ora, al di la della chiosa finale (ho letto biglietti nei cioccolatini che osavano di più) davvero irritante per come è stata costruita, tutto il complottone messo su da Delvin non sta in piedi nemmeno per venti secondi.
Ma volendo anche far finta di niente sugli intenti narrativi del film, persino le scelte estetiche non portano nulla di interessante alla visione. I disastri che scoppiano nelle varie parti del pianeta, costruiti in quel modo li, li abbiamo visti almeno altre venti volte. Una messa in scena così schematica che vien voglia di sputare sullo schermo.
Per di più arricchita da un comparto effetti speciali pigro, che affida al computer tutto quanto, lasciando che il risultato finale sia sempre posticcio.
Ancora mi chiedo come abbiano fatto due pilastri della recitazione come Ed Harris ed Andy Garcia a farsi coinvolgere in un progetto balordo come questo. Evidentemente il caro vita sulla collina ha raggiunto livelli intollerabili.
Geostorm è una porcata che non ha alcun senso di esistere. Il vero valore di questo genere è che, al di la della propria insensatezza o dell'eccesso di molti passaggi, fa divertire. Uno sa cosa aspettarsi, si rilassa e si gode un po' di assurdità senza pretese.
Qui a mancare è proprio il divertimento. Geostorm si rifà troppo schematicamente a un filone che ha esaurito le sue cartucce parecchio tempo fa. Tutto ciò che accade nel racconto è altamente prevedibile, ogni colpo di scena è anestetizzato da una serie di passaggi canonici che lo anticipano, tutte le scelte dei personaggi sanno di già visto.
Un film totalmente inutile. Piuttosto andate a recuperare qualche cosa di Emmerich o persino di Michael Bay. Rimangono idiozie, ma quantomeno provano a essere divertenti.
Qui vogliono solo farci la morale.
Non ne vale la pena.

Commenti

  1. Gerard Butler ormai è quasi garanzia di disastro, e non di quelli divertenti alla Bay oppure Emmerich quando scende dal letto con il piede giusto, ma disastro è basta come in questo caso. Il peggio è stato sentire Geraldo paragonarsi a Bruce Willis in "Trappola di cristallo" per pubblicizzare 'sta porcheriola. Cheers!

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    1. Nemmeno i piedi può lavargli a quel Bruce Willis.

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