Linea alla regia! vers 2.0.1.9.

A volte mi sento davvero stanco. Sapete com'è: giornate dure, fastidi, gente. L'unico desiderio che provo è quello di stendermi e non pensare a nulla.
In quei momenti la televisione peggiorerebbe solamente le cose. Lascio che sia Youtube a prendersi cura di me, con il suo catalogo di filmati frivoli e altamente rilassanti. Basta cercare un po'. E' così che sono finito su uno di quei rulli pubblicitari risalenti all'alba dei tempi.
Inevitabile come le tasse, la nostalgia mi ha avvolto con il suo marcescente sudario. Perché in mezzo a quelle canzoncine ci ho passato l'infanzia. Gli anni migliori, quando me ne potevo fregare di tutto.
Ai tempi le odiavo, è vero, ma rivederle oggi riporta alla luce ricordi di quando bastava il sapor di cioccolato a rendere il latte prelibato.
Si va bene. Ho un cuore di panna.
10 Print “Coca Cola di più”
20 Print “Con una pioggia di Smarties cioccoliamo la città”
30 Print “Per una parete grande ci vuole il pennello grande”
40 If status=0 Then GoTo 10
50 If status=1 Then GoTo 60
60 Run

Volendo fantasticare funzionava così. Del resto lo dicevano pure loro che potevano stupirci con gli effetti speciali. Ma, a onor del vero, spesso preferivano non farlo. Ci fottevano eh, mica che fossimo in un pianeta di santi, ma preferivano mezzi meno aggressivi.
Le piccole storie che ci raccontavano in quei trenta secondi puntavano alla serenità di un Natale permanente. Come quando i mulini erano bianchi e un mugnaio microscopico tentava di farsi notare dalla sua Clmentina. Oggi sarebbe costretto a mostrare al mondo il suo animo green, altrimenti qualche associazione potrebbe boicottarne i plumcake.
Semplicità, ci si giocava tutto su quello. Canzoncine allegre, frasi efficaci, personaggi buffi e situazioni divertenti, si alternavano sui nostri teleschermi mentre ce ne stavamo a guardare i cartoni gustando una merendina sana e nutriente.
Certo c'era chi osava, come quelli delle mentine che ci proponevano una mistress inguainata in una tutina da diavoletta, che lanciava nel fuoco dell'inferno il malcapitato avventore allo slogan del piacere che uccide. O la tizia del silicone pre-Giovanna (brava Giovanna) che annegava dentro un box doccia perfettamente sigillato. Non so in quanti ora avrebbero il coraggio di mostrare certi ardimenti.
Del resto che i tempi siano cambiati si capisce anche da quelle strisce. L'uomo nero con le labbra bianche che canta i pregi delle microscopiche liquirizie o argomenti come il sesso debole che non accetta debolezze, oggi farebbero scattare interrogazioni parlamentari e manifestazioni di piazza.
Negli ottanta, invece, non davano fastidio a nessuno. Bisogna entrare in quest'ottica prima di attaccare uno schema di pensiero che non esiste più. Per una volta lasciamo perdere la nostra indignazione e godiamoci questa ondata di spensieratezza che arriva direttamente dal buco nero televisivo del decennio con l'otto davanti.

Incredibile eh, ricordarsele tutte ancora a memoria. Dopo trent'anni che non le ascoltavamo più. A pensarci è uguale al meccanismo della musica pop. Anzi, funziona anche meglio. I tormentoni estivi bisogna un po' cercarseli prima di imparare il ritornello e comunque tendono a venire sostituiti quasi sempre da quelli dell'anno successivo.
I motivetti qui sopra, invece, agiscono in maniera più subdola. Si attaccano a noi come simbionti mentre pensiamo di essere distratti. Si mischiano con il sangue e trovano un angolo della nostra memoria dove sistemarsi. Poi aspettano.
Possiamo agire razionalmente quanto ci pare e persino fare gli sbruffoni e asserire che a noi della pubblicità non importa nulla, che siamo capacissimi di decidere da soli quello di cui abbiamo bisogno. Magari a livello conscio è pure vero.
Ma quando siamo al supermercato e vediamo un prodotto esposto, ecco che parte la musica che ci aspetta al varco da decenni. Ecco quelle sensazioni familiari a noi tanto care. Ecco la dannata spensieratezza infantile tornare a fare capolino.
Quelle antiche note ci ricordano che, dopotutto, noi siamo i fan della star del cioccolato. Così il braccio si muove come animato di vita propria e si dirige verso lo scaffale. La mano si chiude sulla confezione e in un baleno (e lavoro meno) ci troviamo nel carrello qualcosa di cui non pensavamo di aver bisogno.
C'è il demonio dietro, ve lo dico io

Che poi, è vero.
Avete ragione.
Ormai non ci fregano più. Adesso perdiamo intere ore a leggere la lista degli ingredienti. Non ci venderanno mai più olio di palma, nitrati, coloranti sintetici, scarti animali o conservanti al benzene. Il tempo ci ha fatti furbi.
Non è che siamo macchine con funzioni determinate da codici alfanumerici. Siamo persone.

10 Print “L'euro è un crimine contro l'umanità”

Non bastano quattro frasi buttate li per influenzare le nostre scelte.

20 Print “Voglio cambiare l'Italia, non il governo!”

Che è, vi pare che siamo capaci di capire solo gli slogan preconfezionati?

30 Print “Prima gli italiani!”

Noi siamo quelli che vanno a fondo alle cose, i mezzucci da pubblicitari non ci imbrogliano più.

40 If status=0 Then GoTo10

Finché eravamo bambini va bene, ma ora siamo adulti. Siamo in grado di decidere con i nostri cervelli!

50 If staus=1 Then GoTo 60

Oh insomma, va bene la nostalgia che è canaglia, ma a tutto c'è un limite.

60 Run

Ma cosa? Avete sentito? Era tipo un bip, o un bing. Sarà questo dannato acufene probabilmente. Però non so. Mi pare come se fosse successo qualcosa.
Ora vi devo proprio salutare che è tardissimo e sento come un'urgenza.
Mi è venuta improvvisamente una grandissima voglia di andare a votare.
A voi no?

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