CDC #58- Pazzi dal futuro- L'Esercito Delle 12 Scimmie

Fin dalla più tenera età sentiamo Doc Brown ripetere a Marty McFly di non interagire con il passato per evitare cataclismi cosmici imprevedibili. Che tanto il passato non vuole essere cambiato e farà qualsiasi cosa per impedirlo. Ma una volta che sei lei cosa fai, stai fermo?
Ecco quindi le teorie sul multiverso, sulle dimensioni parallele, sul bivio che l'esistenza prende ogni volta che avviene una modifica. Spiegazioni di facciata, che spesso accettiamo perché è dannatamente difficile costruire un progetto quadrato sull'argomento.
Si, i viaggi nel tempo sono una rogna. Eppure un modo per farli funzionare c'è. Ma bisogna prendere in considerazione l'idea che il tempo non sia un film che percorre una direzione unica e inevitabile, quanto l'insieme dei suoi fotogrammi che possiamo vedere quando ci pare. Certo, bisognerebbe essere pentandimensionali per farlo, ma stai a guardare il capello.
Tanto, finché c'è Terry Gilliam, tre dimensioni ci bastano e ci avanzano. Anzi, ne sono sufficienti solo due.


Il buon John Cole è prigioniero in un futuro post-epidemiologico (ardita questa). Il mondo di sopra è andato a farsi benedire, mentre nel sottosuolo ciò che rimane dell'umanità tenta disperatamente di sopravvivere all'infezione. Ecco che una squadra di scienziati scopre un modo per viaggiare nel tempo. Chi potevano scegliere per andare indietro e scoprire come eliminare il virus? Beh ovvio, se no Bruce Willis stava in scena dieci minuti.
Ma John Cole finisce per rendersi conto che tutto questo andare a spasso nel tempo non serve a niente. Quello che deve succedere succederà comunque. Anzi, a dare l'idea del virus sterminatore potrebbe essere stato addirittura lui mentre indagava sugli avvenimenti. John si convince di quello che gli assennati psichiatri degli anni novanta dicono di lui. Vuole essere pazzo. E' meglio che ciò che riguarda il futuro sia solo un'invenzione della sua testa.
Ci si sarebbe potuta costruire su un'altra linea narrativa intrigante su questa cosa, trasformando il film in un thriller psicologico mica da ridere. Gilliam ci sarebbe riuscito tranquillamente. Ma non voleva.
A riprova di ciò la marea di indizi che il regista sparpaglia durante tutta la visione. Magari John in un certo momento ci crede davvero a sta cosa della pazzia, ma per noi è diverso. Noi sappiamo tutto.
Perché questo, al di la della presenza di un Brad Pitt con l'occhio a palla iniettato di sangue, non è un film sulla follia. O non su quella follia, quantomeno.
A permeare tutta la pellicola è invece il concetto di inevitabile. John non arriva dal futuro come Marty, che atterra in un tempo non suo e così rischia di modificare il destino di tutti. John negli anni novanta c'è sempre stato. Ogni volta che verrà spedito nel passato compierà sempre le stesse azioni. Anche perché, di fatto, indietro ci è tornato una volta sola.
Questi sono i frame temporali. Frammenti di tempo dove passato, presente e futuro non hanno senso, ma dove ogni cosa è quella che è per l'eternità.
Porco cane se sono pesante. Vi giuro che se guardate il film queste cose vanno via molto più spedite. Anche perché Gilliam le storie le sa raccontare a differenza del qui scrivente.
Partendo dal metodo con cui dirige gli attori, con una magnifica Madeline Stowe (una delle donne più belle di Hollywood e un'attrice sottovalutatissima secondo me), assieme a Wills e Pitt nel periodo migliore delle rispettive carriere. Ma anche Christofer Plummer o prezzemolino David Morse.
Poi con quella scenografia, che nelle sezioni ambientate nel futuro ricorda sospettosamente Brazil, segno che forse Terry non ha una gran fiducia nell'avvenire.
Tutto concorre a costruire una pellicola intensa, molto di moda ai tempi della sua uscita e poi un finita in sordina lasciando la ribalta del cult a quella minchiata di Paura E delirio A Las Vegas (scusate ma sto dente me lo dovevo togliere).
A mio modestissimo parere, la migliore opera di Terry Gilliam assieme a Brazil. Non sarà nel tempo, ma comunque un gran bel viaggio da fare assieme a uno dei visionari più acuti in circolazione. E a chi non piace viaggiare? (a me, ma è un altro discorso).
Credo che ora vi saluterò.

Commenti

  1. Ai tempi la storia mi era sembrata meno complicata. Adesso che ti leggo mi sorge il dubbio di essere stata superficiale. 😀
    Scherzi a parte un cult che non è rimasto tale col passare degli anni per i più. Per me sì, lo ricordo e mi piace rivederlo quando passa in tv . Bel commento!

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    1. Ci sta che sia io a farmi un po' troppe seghe mentali comunque.

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