CDC #51- Uno speciale halloween uscito per puro caso- Demoni

Di Demoni sento parlare da decenni. Un'opera incensata da una marea di intenditori del settore, pronti a descriverla con parole di giubilo e magnificienza.
Io, che per trent'anni non ci ho messo gli occhi sopra, sono giunto alla visione con un forte senso dell'evento. Tanto che ho finito per dimenticarmi cosa effettivamente stessi per guardare.
Ma, per quanto dipinto come uno dei mostri sacri della cinematografia italiana, Demoni rimane un horror di serie B a basso costo. Questo è bene ricordarselo.

Uno strano tizio semi-mascherato se ne va in giro a offrire biglietti dorati. Willi Wonka non c'entra niente (chissà quanta gente avrà già fatto sta battuta), piuttosto quello che la bella Sharon coglie dalle mani dell'inquietante PR è un invito alla prima di un misterioso film che si terrà al cinema Metropol. Seguono problemi.
Fa paura Demoni? Ve lo voglio dire subito, così ci leviamo il dente: non sono un appassionato oltranzista del genere horror. Sono consapevole dell'esistenza di perle di valore assoluto all'interno di questo filone e alcuni lavori mi piacciono davvero molto. Ma non mi faccio coinvolgere facilmente.
Per di più questo Demoni contiene in se tante piccole cose che a me non sono piaciute proprio per niente. A partire dalla sceneggiatura, poco coerente e zeppa di quella tendenza un po' fru-fru di lasciarsi dietro qualche domanda sbagliata.
Per l'amor degli dei, Stivaletti con gli effetti speciali fa un ottimo lavoro, ma da solo non basta. Perché la colonna sonora a base di rock e di ritmi anni ottanta, oltre che a essere invecchiata male, non crea l'atmosfera giusta.
Quindi no. Si può dire che Demoni non faccia paura. Anche se…

E' chiaro l'intento meta-cinematografico di Bava. Un conto è vedere questo film nel comodo di casa propria come ho fatto io, altra questione è sedersi in sala ad assistere ad una pellicola nella quale un cinema è invaso dai mostri.
E' potente questa ambientazione, c'è poco da fare. Tanto che Wes Craven ha riutilizzato l'idea in uno dei suoi Scream.
La forza del film emerge proprio dalle idee che lo riempiono. La stessa caratterizzazione del demone con gli occhi luccicanti come quelli dei gatti, ha dato il via a un modo di intendere il mostro non così diffuso in precedenza.
In più Bava fa vedere di aver imparato bene il mestiere dal padre. Riuscire a creare così tanta tensione lavorando quasi solamente in un unica location (tenendo presente anche i problemi di cui sopra) dimostra come in realtà ci si trovi di fronte a una regia molto attenta, capace di costruire un grande intrattenimento.
Un film che fa a pugni con attori non certo eccelsi, con un budget anti-faraonico e con una trama buttata giù in fretta, ma che nonostante tutto riesce a dare soddisfazione allo spettatore. Sul finale non si lascia nemmeno scappare l'occasione di offrirci un po' di quell'azione muscolare molto in voga all'epoca (con tanto di incongruenza, ma amen).

Insomma, Demoni non fa paura e va bene. Ma nemmeno annoia o si rende ridicolo come molti altri B-Movie male in arnese. Anzi, mette in luce un talento che poi si perderà nei regni incantati di Fantaghirò, ma che allora dev'essere sembrato molto promettente.
Ecco, anche senza scomodare paroloni come "capolavoro", questo film si rivela un'esperienza più che dignitosa, a malapena guastata dal senso dell'attesa che mi cresceva dentro prima di affrontarla.
In fondo una vittoria per un'opera giunta verso la fine di un'epopea meravigliosa come quella del cinema di genere italiano.

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