#FL5- Rags To Riches

C'era un tarlo che mi rodeva in testa da una trentina d'anni. Una sfida rimasta incompiuta che implorava di essere portata a termine. Insomma, una di quelle battaglie con se stessi da vincere ad ogni costo.
Beh, non ci sono riuscito. Se in gioventù a bloccarmi furono la scarsa determinazione e i limiti tecnologici, oggi ci si è messo un maledetto bug.
Ma conta davvero poco. Giocare finalmente Rags To Ritches per ciò che è, ovvero inseguendo il traguardo finale del gioco, è stata un'esperienza probante e il semplice fatto che, una volta ottenuta la metà della somma obbiettivo, un difettuccio mi continuasse a portare all'inizio dell'avventura non mi ha impedito di sentirmi appagato.
Ma che diavolo è Rags To Riches? Vi starete chiedendo voi a questo punto.


Programmato nel 1985 da un unico sviluppatore, Rags To Riches ci metteva nei panni di un senzatetto appena giunto in città. Il nostro compito prevedeva di trasformare il sogno americano di quest'uomo in realtà, portandolo dai marciapiedi dei bassifondi malfamati alle più alte torri in cristallo del quartiere finanziario.
Esperienza divertente, se si affrontava l'avventura in un certo modo, parecchio frustrante se invece ci si poneva l'obbiettivo di raggiungere il milione, cifra che rappresentava lo scopo ultimo del nostro sforzo.
L'aspetto godereccio di RTR (o Escalation secondo alcune cassettine da edicola, qui ne saprete di più), si concentrava nella possibilità di girare per le strade. Vi posso assicurare che all'epoca in cui uscì il gioco, questa caratteristica rappresentava un plus determinante in un'opera per C64. Vivere la quotidianità del nostro individuo, magari per vedere fin dove si poteva arrivare in termini di soldi (mai lontano) e giorni di vita prima che morisse di inedia, forniva ore di svago e ci regalava anche una sorta di empatia verso questo ammasso di pixel.
Ma se si affrontava il tutto con approccio maturo e si voleva portare a termine il gioco, beh, le cose si facevano ben più complicate. Continuamente bersagliati da poliziotti, ladri ed esattori del fisco, i nostri sforzi di arricchimento spesso finivano nel nulla, costringendoci a aprire la scatola delle nefandezze verbali per sopperire a una rabbia montante di difficile gestione.
Si poteva perdere letteralmente pezzi di vita nel tentare di ricavare qualche guadagno con i vuoti a rendere, sperando magari di raccattare anche qualche soldo da terra, per trovarsi defraudati da tutto proprio nel momento in cui due dollari ci sarebbero serviti per trovare un posto dove dormire.
Parole sgarbate coniate apposta per questo gioco oggi trovano sede nei dizionari più prestigiosi del pianeta. Eppure, finché si presentavano questi ostacoli, il senso di sfida ancora reggeva in piedi la struttura di gioco, obbligando il ragazzino oltre lo schermo a inventarsi qualcosa per andare avanti. Il vero problema di Rags To Riches era un altro e prendeva il pesante nome di alienazione.

Accumulare denaro in maniera significativa (che vuol dire, utile a procedere nell'avventura) si traduceva nella ripetizione ossessiva delle stesse azioni. Nel frattempo tutti gli orologi di casa scorrevano inesorabilmente in avanti, bruciando gli attimi più preziosi dell'infanzia.
Fino a che si giungeva al paradosso. Rags To Riches era un gioco che vi conquistava grazie alla sensazione di libertà assoluta che poteva regalarvi. Ma, una volta raggiunti certi obbiettivi, e iniziati gli investimenti bancari, ogni cosa che si doveva fare nel gioco si riduceva a una passeggiata verso lo sportello. Tra depositi a ripetizione e lauti pasti, la vita del nostro ormai ex spiantato si concentrava in pochi metri (s)quadrati virtuali. Il vostro gruzzolo iniziava a crescere da solo e per voi il divertimento si poteva dire esaurito. L'esatto contrario di quella sensazione di libertà di cui sopra, in poche parole.
Però, probabilmente, a quei tempi ben pochi giocatori hanno avuto l'ardire di giungere fino a quel punto, dati i tempi biblici e l'impossibilità di salvare la partita. Io ci sono arrivato solo di recente sfruttando l'elasticità dell'emulatore che mi ha consentito di spezzettare l'avventura, per esempio.
Mi piace pensare che certe dinamiche siano state volute, quasi a raccontarci come una vita semplice da raccatta-bottiglie possa essere più intensa di quella del genio della finanza, in un'ottica di denuncia sociale sottile ed efficace, capace di mettere spalle al muro una società come la nostra, schiava del valore soverchiante del denaro. Ma probabilmente si trattava solo di limiti tecnici.
Ad ogni modo ho scoperto che un giro Rags To Riches lo vale ancora tutto. Fosse anche solo per farsi una passeggiata e raccogliere bottiglie per vedere quanto dura il nostro amico a quadretti, come si faceva da bambini.
Io mi ci sono divertito.

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