CDC#33- Inanimazione- Dante's Inferno

Dannazione. Quei demoni dell'internet sanno sempre come farti cliccare un pulsante quando sei ubriaco e non sai cosa stai facendo. E' così mi sono trovato abbonato al servizio Amazon Prime. Valutando costi e offerta, però, ho deciso che si tratta di un'operazione vantaggiosa, tanto più che mi consente di accedere anche al servizio di streaming offerto da Jeff Bezos.
Ora che dispongo di una connessione fibra (seppur la più lenta dell'emisfero occidentale, probabilmente), mi sono deciso a sfruttare questa possibilità.
Non starò a tediarvi raccontandovi quali alchimie oscure mi abbiano portato a iniziare l'avventura da Dante's Inferno. Vi basti sapere che si tratta di un film di animazione e che quando nei titoli di testa è apparso il malvagio acronimo EA mi sono subito pentito dei miei peccati. Ma ormai era troppo tardi, quando si comincia una cosa bisogna finirla.
Maledetta quella volta.

Dante's Inferno prende le mosse dall'omonimo videogioco di casa Electronic Arts pubblicato nel 2010 e del quale non conoscevo minimamente l'esistenza. Non credo abbia nulla a che fare con Devil May Cry, ma potrei anche sbagliarmi. Comunque chissenefrega.
Fatto sta che questo film a disegni animati (che forbito, Dante sarebbe fiero di me) ha dei punti di prestigio. Nella caratterizzazione dei demoni primari, per esempio, abbastanza inquietanti da incutere il giusto rispetto. Ma anche nel doppiaggio italiano, piuttosto dignitoso anche se infarcito di un po' troppi AAAAGH, versi che solitamente fanno i bambini quando giocano con i pupazzetti.
Tuttavia è difficile non credere che questo sia stato un lavoro su commissione. Evidenza che si manifesta in un budget risicato, ma non solo.
Gli autori si sono dati da fare utilizzando una tecnica di animazione limitata che, almeno finché ci troviamo di fronte parti statiche e lunghe chiacchierate, funzionicchia abbastanza.
I problemi appaiono nel corso dei numerosissimi scontri. In queste fasi i limiti della tecnica utilizzata saltano fuori tutti e, grazie anche a una regia a tratti folle, si finisce per non capire proprio nulla di ciò che accade sullo schermo.
Un peccatuccio non degno dei gironi infernali, forse, anche perché acuito dalla mia scarsa abitudine alla visione di un certo tipo di animazione. A farla breve, per me le fasi dei combattimenti non sono state proprio cristalline, ma non mi sembravano piacevoli nemmeno quelle di Ken Il Guerriero, quindi si tratta con tutta probabilità di un limite mio.
Il vero guaio, però, è che il diavolo si nasconde nella trama. Qui manca il cuore cari miei.

Sono un'anima pura ed eviterò di accanirmi su di un soggetto nel quale Dante Alighieri, sommo poeta e inventore della lingua italiana, diventa un crociato fisicato di ritorno da Gerusalemme.
In letteratura si può interpretare tutto, tanto più che, anche messa giù così, questa storia potrebbe offrire qualche spunto interessante.
Il nostro Dante, infatti, si porta dietro dalla crociata una riga di peccati da redimere che ci si potrebbe costruire un'intera serie televisiva. Scavando nella mente di quest'uomo disfatto, giunto negli inferi per liberare l'anima innocente dell'amata Beatrice, se ne potrebbe ricavare un racconto a tinte oscure che levati.
Ma no, qui si deve promuovere un videogioco, non c'è spazio per la narrazione. Quindi Dante si muove per livelli, scontrandosi continuamente con anime in pena fino a giungere ai vari boss finali rappresentati dai demoni principali.
Uno schema perfetto pad alla mano, quando le lacune del racconto vengono compensate dal gameplay, ma completamente deludente se messo su di una pellicola.
Il piattume di tutta la vicenda porta a dilatare l'ora e venti della visione fino a tempi incalcolabili dai calendari umani. Tutto è finalizzato all'avanzamento del protagonista negli inferi e i flashback piazzati a tradimento dipanano si la storia, ma non sono minimamente capaci di creare profondità.
Certo, ci si può concedere una risata guardando Virgilio che si assenta ad ogni combattimento per riapparire da dietro come un photobomber, ogni volta con un'acconciatura diversa. E' che nella mente degli autori non si doveva ridere durante la visione. Porco cane.
Che poi gli scontri, ne vogliamo parlare? Della confusione imperante ho già detto qualche riga più in su, ma della loro ridicolaggine ancora non ho parlato. Perché un mostro alto 50 metri, fatto di puro spirito immagino, non mi può cadere in terra esanime dopo un paio di spadate. Anche se prima quel pirla di Virgilio lo ha provocato facendolo incazzare per poi battersela dal parrucchiere. Dai ragazzi, dov'è il pathos qui?

Oh, magari questo film sarebbe da vedere in parallelo al videogioco a cui è ispirato. Come dire, le due arti si compenetrano. Fosse così non sarebbe nemmeno una brutta idea.
Preso da solo, però, è una delle esperienze più devastanti che mi sia capitata. Mi sono sentito come il Dante protagonista di questa storia. Solo che il girone degli annoiati Lucifero non l'ha mai inventato.

Commenti

  1. Ho giocato al videogioco e non avevo la più pallida idea esistesse un adattamento animato... Peccato averlo scoperto.

    "qui si deve promuovere un videogioco, non c'è spazio per la narrazione. Quindi Dante si muove per livelli, scontrandosi continuamente con anime in pena fino a giungere ai vari boss finali rappresentati dai demoni principali.
    Uno schema perfetto pad alla mano, quando le lacune del racconto vengono compensate dal gameplay, ma completamente deludente se messo su di una pellicola."
    Penso non ci sia nulla di più esemplificativo di questa parte dell'articolo.

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    1. "non avevo la più pallida idea esistesse un adattamento animato... Peccato averlo scoperto."

      Hai centrato il punto.

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