CDC#31- Il potere della messa in piega- Divergent

I Divergenti sono esseri umani dotati di capacità speciali. Riescono ad adattarsi in qualsiasi fazione, mostrando una predisposizione multipla che li rende incredibilmente versatili.
Ma la versatilità non è amata da un potere che preferisce mantenere il controllo sui propri cittadini e che utilizza le fazioni proprio per questo scopo.
Trish è una divergente e sarà costretta a lottare per conquistare il suo posto in questo mondo. Meno male che la sua acconciatura perfetta non si sgualcisce mai.
Può prendere anche tonnellate di schiaffoni, ma quella soffice onda ramata rimane sempre al suo posto. E sotto quell'invidiabile messa in piega il visetto di Trish ammicca fiero.
Non è facile sopportare tutto questo, cercate di capire.

Del resto non siamo io o qualche anziano buzzurro come me ad essere gli spettatori di riferimento qui. Divergent è un film impregnato dagli afrori dell'adolescenza fino alle sue più intime intenzioni e non lo nasconde. In più propone un punto di vista tutto al femminile che ha una sua forza.
Dalla protagonista Shailene Woodley, alla madre di lei, l'eterea Ahsley Judd, fino alla glaciale Kate Winslet, tutti i caratteri principali della pellicola sono assegnati alle donne. Non si tratta di scelta derivata dalla voglia di essere politicamente corretti. Anzi, avere nei ruoli chiave personaggi femminili è perfettamente funzionale alla storia di formazione che ci viene raccontata.
In più, vivaddio, si utilizza il genere per simboleggiare momenti troppo spesso passati sotto le forche del dramedy. Niente pianti o lunghe riprese da cameretta, ma un po' di sana fantascienza utilizzata per raccontare un momento delicato dell'esistenza.
Quindi le fazioni diventano la rappresentazione delle imposizioni del mondo adulto verso i giovani, la scelta di rinnegare le attitudini insegnate raffigura le decisioni difficili prese per se stessi e la paura di deludere la famiglia, l'addestramento finisce con l'essere lo specchio di una vita più dura di come sembrava vista da fuori, ma comunque conquistabile attraverso i sacrifici del passaggio all'età adulta.
Il tutto ben avvolto da una scenografia imponente e ben realizzata, che conferisce sostanza a un racconto dalle buone potenzialità.
Ma.

Il punto è che si è fuori dal target di riferimento questo film rischia di trasformarsi in un mattone indigeribile. Per quanto lo sforzo nell'utilizzare il simbolismo sia evidente, lo schema applicato è talmente lineare che sono riuscito a vederlo anche io.
La storiella d'amore è prevedibile come la sconfitta elettorale di Renzi (satira pungente) e in generale le interazioni tra personaggi sono piatte, tanto che la bidimensionalità degli stessi emerge piuttosto chiaramente dalle pieghe di sceneggiatura. Non si capisce perché, ad esempio, il capetto degli intrepidi ce l'abbia tanto con la giovane Trish (a meno che non c'entri la messa in piega e in questo caso lo capisco).
Lo spazio per infilare qualche sottotesto più adulto c'era anche, visto e considerato che il lavoro di Neil Burger dura una quaresima. Eppure non si è voluto sfruttare la potenzialità della lotta tra fazioni, oppure le dinamiche della guerra di potere, forse per paura di perdere il focus sulla protagonista.
In buona sostanza, se siete degli anziani buzzurri come il sottoscritto, difficilmente ricaverete da questo film qualcosa di meglio che una noia quasi urticante.
Diversamente, se siete delle adolescenti con la passione per le pettinature indistruttibili, potreste trovare questo lavoro molto coinvolgente. Cribbio, persino appassionante vista la quantità di ammiccatine che Divergent vi lancia.
Ma se appartenete a quest'ultima fascia di popolazione (o fazione ;-)) difficilmente starete leggendo queste righe (non preoccupatevi, non siete le sole).

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