CDC#23- La saga spaziale in salsa francese- Valèrian et la Cité des mille Planètes
Probabilmente la sequenza introduttiva
di Valerian è una delle più suggestive che mi siano capitate sotto
gli occhi. Le bellissime immagini della stazione spaziale
internazionale che si espande sotto il nostro sguardo, mentre le
orecchie ci vengono accarezzate dalla inflazionata ma sempre
potentissima Space Oddity, consentono a Besson di mettere sul tavolo
il concetto di collaborazione interculturale che sta alla base della
storia. Nel contempo fanno capire quanta meraviglia si fosse creata
nella mente del regista quando ha deciso di portare sullo schermo le
avventure di Valerian E Laurelin, graphic novel che io non ho mai
letto (come del resto qualsiasi altro fumetto ad esclusione di
Topolino).
Un inizio fantastico, insomma, che
entusiasma e invoglia a proseguire nella visione.
Poi, però, c'è tutto il resto.
Al maggiore Valerian e alla sua partner
Laureline viene affidato il compito di scortare il comandante Filitt
al centro della stazione spaziale, dove una strana radiazione sembra
anticipare una tragedia. Ma non tutto è come sembra. O meglio si,
perché le svolte narrative si capiscono con mesi di anticipo, con
buona pace della suspance.
Prima di tutto questo, però, Luc
Besson ci mostra un pianeta in stile Avatar per fornirci una seconda
introduzione alla vicenda. Così facendo raggiunge due obbiettivi:
togliere ogni possibile mordente alla trama, anticipando troppo gli
elementi della sua storia, e dimostrare quanto la qualifica di film
europeo più costoso di sempre sia giustificata.
In effetti questo Valerian punta molte
delle sue carte sulle suggestioni visive. Gli effetti speciali sono
semplicemente spettacolari. Raramente ho visto una CGI così ben
integrata con la parte analogica e devo dire che dal punto di vista
estetico Besson ha portato a termine un lavoro invidiabile, che
compensa con soddisfazione alcune lacune di scrittura che mi sono
parse sconcertanti.
Al di la di una trama che a volte pare
fare di tutto per perdere tempo, infatti, sono state alcune scelte di
dialogo a rendermi perplesso. Una su tutte quando l'astronave
descrive per filo e per segno la demografia e la cartografia della
base spaziale Alfa al maggiore Valerian. Il classico esempio di come
un dialogo posticcio sia stato piazzato nel film solo per erudire il
pubblico. Una scelta assai infelice, a cui ne sono seguite parecchie
altre.
Poi c'è il capitolo degli interpreti.
Besson ha chiamato a rapporto un sacco di gente cool per comparire
all'interno della propria pellicola. Si notano Rutger Hauer, Ethan
Hawke, Clive Owen, Rihanna e via così.
Eppure ha affidato i ruoli chiave della
storia a due attori che non mi hanno convinto fino in fondo. Non ho
mai letto il fumetto, ma l'impressione è che questo Valerian portato
sullo schermo da Dan DeHann soffrisse della sindrome da sbarbatello.
Ma, devo dirlo, a lui mi ci sono anche abituato.
Cara Delevigne, invece, ecco: quello è
tutto un altro paio di maniche. Intendiamoci, bella è bella, non si
discute e ha anche quel tipo di fascino un po' frigido che si adatta
piuttosto bene allo spirito di Laureline (o almeno di questa
Laureline). Il problema viene fuori quando l'attrice è costretta a
forzare un'espressione. Il viso le si deforma, la fatica di muovere i
muscoli si vede tutta e, di fatto, pare più finta lei di tutta la
computer grafica impiegata da Besson.
Insomma, una pellicola di smisurata
ambizione riuscita solo in parte. Un meraviglioso comparto scenico
poco supportato da una struttura narrativa insufficiente. L'aspetto
interessante, ovvero il messaggio celato dietro la storia, appare in
realtà troppo in superficie, diventando didascalico e un filo troppo
mieloso. Mettendo un altro mattone tra questo lavoro e il mio
gradimento.
Non un'opera inguardabile, sia chiaro
(Lucas nella sua trilogia prequel fece molto peggio), ma un film
dimenticabilissimo dopo la visone.
E forse proprio questo è il maggior
fallimento nelle intenzioni di Besson. Il francese qui voleva
costruire una space opera colossale, capace di presentarsi come la
rivale europea di Star Wars.
Invece ne è venuto fuori un videogioco
non interattivo incapace di giocarsela con Mass Effect.
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