#CDC 25- Il viale dei ricordi, ma non solo- T2 Trainspotting

Ho pensato a lungo al senso di questo Trainspotting 2 a vent'anni dall'originale e se valesse davvero la pena guardarlo. Temevo l'effetto nostalgia che rischiava seriamente di avvolgere tutta la trama, soprattutto perché l'abuso di questo sentimento me lo ha reso abbastanza antipatico.
Per di più i pareri di chi mi aveva preceduto nella visione scoraggiavano le mie intenzioni, convincendomi che quasi quasi si poteva anche lasciar perdere.
Poi però mi sono messo davanti allo schermo e l'ho guardato, questo T2. Se volete proprio saperlo, secondo me la questione non è così semplice.


Renton ritorna nella sua Edimburgo vent'anni dopo essere scappato con i soldi di tutti. Una volta a casa dovrà fare ammenda del suo gesto e riconquistare la fiducia degli amici di un tempo. Ma non tutti sono disposti a perdonare.
Nostalgia, si diceva. Inevitabile compagna per il sequel di uno dei film più significativi degli anni novanta. Soprattutto nel nostro periodo storico, nel quale le varie arti sembrano non riuscire a fare a meno di lei.
Eppure T2 non è solo questo. Anzi, quasi lo ribalta il concetto classico di nostalgia. La storia di Renton è un racconto di redenzione che spinge tutti i personaggi della vicenda a guardarsi in faccia in maniera critica. Un discorso, forse, che esce dal semplice ricordo per gettare in faccia ai protagonisti gli errori di gioventù e il peso di questi sulle loro vite approssimative.
La Edimburgo dei ragazzi sta cambiando rapidamente alla ricerca della modernità e loro non sono capaci di seguire i tempi che corrono, come del resto non lo erano nemmeno una volta.
Sospesi tra l'idealismo romantico e la stupidità tossica, questi quattro deficienti finiranno per farsi travolgere da nuovi eventi e vecchi rancori, restando sempre uguali a se stessi.
Qualcuno riuscirà a trovare la propria strada anche a 46 anni suonati, altri riscopriranno il valore di un'amicizia più solida di qualsiasi bega di denaro, altri ancora saranno destinati rimanere imprigionati per sempre nella propria furia distruttiva.
Una riflessione attenta sul tempo che passa e sulle sue conseguenze nelle persone, quindi, più che un semplice sguardo nostalgico (che comunque non manca, tranquilli) verso un passato non felice, ma forse solo incosciente.
Mi verrebbe persino voglia di consigliarvelo, questo film. Non fosse che in realtà non funziona quasi per niente.
Danny Boyle deve tanto, se non tutto, a Trainspotting e si vede. Il punto è che il regista inglese tenta quasi di omaggiare se stesso, mancando il bersaglio quasi clamorosamente.
Si perché se la trama, come già detto alcune righe orsono, cerca di evitare il concetto di nostalgia, la regia non è che ci riesce troppo. Boyle è affezionato al suo film di vent'anni fa e lo riporta in auge continuamente. Lo fa attraverso spezzoni d'epoca e una impostazione troppo aderente allo stile originale.
Tutti gli inserti provenienti dal passato (siano essi roba fresca o tagli del Trainspotting che fu) sembrano voler sottolineare qualcosa che, in realtà, nella storia si capisce già abbastanza bene. Un richiamo ai bei tempi continuo che a volte fa rimpiangere la freschezza di vent'anni fa, altre serve solo a sottolineare l'ovvio. Soprattutto non riesce ad armonizzarsi quasi mai con il nuovo carattere dei personaggi.
Così anche gli incastri meta-letterari, servono a poco. Spud diventa una sorta di Irvine Welash che a sua volta assume il ruolo di un altro personaggio all'interno della pellicola. Divertente, forse, ma poco utile in un contesto privo di una direzione precisa.
Non ho capito quali fossero le reali intenzioni del regista in questo sequel. Perché se le implicazioni della vicenda sono indubbiamente interessanti, una messa in scena così stranamente poco interessante abbatte ogni possibilità di salvezza.
Con ciò non voglio dire che T2 sia un'operazione meramente commerciale. Certo, il richiamo dei fan della prima ora esiste, ma non è solo questo.
La vicenda in se vale la pena di essere raccontata. Solo che così non funziona. Tra vederlo o non vederlo, scegliete la vita.

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