Formula 1 2018. Grande spettacolo o tedioso dominio? (Avrei bisogno di un titolista).
Buon anno! (ok, questo potrebbe non
essere il primo post dell'anno nuovo, ma fingiamo per un attimo).
Oggi sono qui con voi per fare due chiacchiere sulla stagione di
Formula 1 prossima ventura. Ecco, spariti tutti. Non si può mai
cambiare argomento.
Usando l'immaginazione, comunque,
crederò di avere ancora un pubblico e andrò avanti con questa
triste disamina. Del resto il campionato 2017 si è rivelato
sorprendentemente combattuto e quello che si intravede all'orizzonte
potrebbe anche essere meglio.
Anche se quella corsa finale ha avuto
l'effetto di un discreto schiaffone.
Si perché con una Mercedes come quella
vista ad Abu Dhabi non è che ci si possa inventare troppo. Lo Lewis
Hamilton visto nella seconda metà della stagione mi è sembrato
francamente imbattibile. Veloce, determinato e con una forza mentale
metallica, in grado di disseminare il percorso del suo avversario di
trappole malefiche pronte a scattare al passaggio del biondino in
rosso.
Difficilmente, inoltre, la Mercedes
regalerà prestazioni nella prima parte del campionato come accaduto
quest'anno. Questi tedeschi hanno imparato a gestire una pressione
insolita per loro e a Melbourne temo li vedremo nella loro versione
più estrema.
Vero è che Lewis, specialmente quando
le cose non vanno benissimo, tende a lasciare sul campo qualcosa. Ma
sono pur sempre briciole.
Da qui la fatidica domanda alla quale
rispondere: per la Ferrari questa stagione è stata un'irripetibile
occasione sprecata o siamo solo all'inizio di un nuovo ciclo carico
di successi?
Tendo a essere pessimista, ma la mia
opinione conta veramente nulla. In realtà non mi aspettavo nemmeno
gli exploit ottenuti la scorsa stagione, a dimostrazione che
fasciarsi la testa prima di rompersela da solo fastidio. La gestione
Marchionne-Arrivabene non mi dispiace, seppur a volte la consideri un
filino troppo truce. La scelta di proclamare poco e lavorare tanto ha
premiato e credo sia la via giusta per costruire vetture vincenti non
solo nei test di Febbraio.
Poi oh, la realtà attuale è davanti
agli occhi di tutti. Se non si tira fuori un pelo di cavalleria ci si
ritroverà a non poter sbagliare nelle piste giuste pena l'uscita
anticipata dalla lotta (Asia 2017).
Manca poco ai propulsori italiani per
raggiungere la perfezione dei rivali in grigio, ma è sempre la parte
più difficile del percorso quella che resta da fare.
In tutto ciò l'unica punta Vettel
dovrà fare di tutto per non cascare nei tranelli di Hamilton.
Qualche punto nella stagione scorsa è andato proprio per certi
crolli nervosi che un pilota in lotta piazzamento su piazzamento non
si può permettere.
E poi ci sono gli altri. Secondo i più
ottimisti il 2018 potrebbe vedere ingaggiate ben quattro scuderie (se
non cinque a volerci mettere la Renault). Sono suggestioni create ad
arte per far salire l'adrenalina (infatti chissà quanti di voi si
saranno sentiti mancare il respiro, vero?). La realtà dei fatti è
che ci andrà bene se la Red Bull in qualche modo aggancerà il duo
di testa. I motori Renault sono ancora troppo indietro rispetto ai
rivali e per accorciare il divario i tecnici francesi sono andati
incontro a una inquietante serie di rotture.
Non ne sarà felice Alonso, visto che
la sua Mclaren ha stracciato il contratto con Honda per abbracciare
la via della losanga. Certo dovesse funzionare ci troveremmo lo
spagnolo in lotta per l'iride e allora si che ci si divertirebbe
davvero. Ma seguo la Formula 1 da troppo tempo per illudermi.
I giapponesi, dal canto loro, parevano
dover rinunciare a ogni velleità dopo il divorzio anticipato dalla
McLaren. Col due di picche preso anche dalla Sauber per loro le porte
della massima serie sembravano destinate a chiudersi definitivamente.
Invece è arrivato il salvagente di Toro Rosso che ha scompaginato
un po' il mercato motori, riportando la casa nipponica ad avere un
ruolo in questa categoria.
Certo, le scelte di Mateschitz sono
state dettate più dall'aspetto economico che da motivi tecnici; il
gran capo di Red Bull si diceva stanco di spendere soldi in una
scuderia che non poteva portare a casa nulla in più che qualche
piazzamento. In questo senso l'essere l'unica squadra a montare i
motori Honda consente alla Toro Rosso di fregiarsi del titolo di team
ufficiale, garantendosi una fornitura pressoché gratuita.
Ma non la chiuderei così facilmente la
questione; si sa di quanto i rapporti tra la galassia Red Bull e il
mondo Renault siano tesi già da qualche stagione. Gli austriaci
hanno lanciato in avanti le dichiarazioni del loro partner
commerciale Aston Martin per muovere un po' le acque. Tuttavia la
casa inglese non dispone attualmente delle risorse utili a costruire
una power unit di Formula 1.
Honda, dal canto suo, si fregia del
progetto più rivoluzionario della categoria in questo senso;
progetto che fin'ora le ha dato solo grattacapi a onor del vero, ma
che se dovesse iniziare a funzionare potrebbe mandare all'aria il
mazzo. L'unico motore originale in un universo plafonato sullo
standard Mercedes.
Comunque fin qui la cosa non ha mai
funzionato e non ci sono reali motivi per pensare che la situazione
possa cambiare. Toro Rosso come fanalino di coda? Probabile.
Poi, ovviamente,
ci sarebbe anche il ritorno del marchio Alfa Romeo nel circo iridato.
Operazione meramente commerciale, allo stato attuale delle cose, che
nulla aggiunge e nulla toglie alla Sauber, se non una colorazione
accattivante..
Se qualcuno
dovesse voler tifare Alfa, non si aspetti risultati troppo eclatanti.
Certo, a Hinwil potranno disporre di una power unit Ferrari fresca di
produzione, ma la storia ci insegna che non basta questo a rendere
vincente una vettura.
Probabilmente il
progetto architettato da Marchionne ha una visione di lungo periodo,
francamente non lo so. E forse si tratta di una mossa più politica
che sportiva, visto l'apocalisse regolamentare che potrebbe spaccare
in due la categoria tra un paio d'anni.
Di certo la
presenza di Eriksson come secondo pilota dimostra quanto in casa
Sauber siano ancora gli svedesi a fare la voce grossa. Con Giovinazzi
che vedrà un altro campionato dai box.
Insomma, se da un
lato c'è chi si attende un campionato dai contorni leggendari (ma
credo lo faccia più per esigenze televisive che per reale
convinzione, no Vanzini?), dall'altro c'è una realtà che, a bocce
ferme, rimette davanti la Mercedes di qualche secolo rispetto a tutto
il resto del gruppo.
Io sto nel mezzo,
magari un po' più vicino ai secondi che ai primi. Di stagioni
pirotecniche se ne sono viste poche nei tempi recenti.
Liberty Media sta
facendo il suo per risollevare questo sport, offrendo contorni a
volte piacevoli e altre stranianti. Tuttavia, nonostante la buona
volontà, gli americani rischiano davvero di provocare
quell'Armageddon più volte annunciato e mai piombato sulla
categoria. Sarebbe un peccato, perché magari sarò l'unico rimasto,
ma a me guardare la Formula 1 diverte ancora.
P.S. Si, per
Armageddon intendo proprio il film di Michael Bay.
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