CDC#22- Per il ciclo film belli che non mi piacciono: Sicario

Non ho idea del perché, ma ultimamente non riesco a parlare dei film nei quali recita Emily Blunt. Sarà sicuramente una coincidenza, visto che la signora in questione è una creatura splendida e non è nemmeno malaccio a recitare, per quello che ne capisco io ovviamente.
Tuttavia mi è successo anche ai tempi della Ragazza del Treno: uscii dalla sala e non trovai favella adatta alla circostanza.
Potrebbe essere che questa donna sia un filino troppo bella, a ben pensarci. Il ruolo da alcolizzata o quello da Bruce Willis con la coda di cavallo non è che la avvolgano come un guanto.
Ed è completamente inutile che durante la pellicola gli altri attori cerchino di farmela passare come una ragazza cadente e distrutta dalla vita. Potete dire finché volete a Emily Blunt che è un cesso cribbio, ma gli occhi per vedere li ho anche io. Questa sarebbe splendida anche in versione Na'vi.
Dai ragazzi, diamocela una svegliata su:

La brillante agente FBI Kate Macy viene scelta per una missione segreta nella zona di El Paso. Quando scoprirà di cosa si tratta per davvero, sarà costretta a fare i conti con un mondo che sta andando in rovina.
In effetti la desolazione della frontiera si respira tutta durante questa pellicola. La povera Kate-Emily si trova di fronte a una realtà che la atterrisce, dove regole e procedure non contano nulla e il suo desiderio di legalità è costretto a fare i conti con un senso della giustizia alquanto sbrigativo.
Villeneuve ci immerge nell'atmosfera di confine facendoci percepire il pericolo totalizzante che avvolge Ciudad Juarez. Complice una colonna sonora da film fantascientifico (guarda caso), il regista, quando è il momento di farlo, mantiene il livello della tensione vicino alla tacca “intollerabile”. Si ha davvero l'impressione che sullo schermo possa accadere qualsiasi cosa in qualsiasi momento.
Ma quando accade, Villeneuve non la sfoga attraverso pirotecniche sparatorie, violenti pestaggi o scontri a tutta adrenalina. Anzi, quando può tiene gli aspetti cruenti fuori dalle inquadrature, mentre quando non riesce a fare a meno di mostrare, risolve le cose scegliendo la strada del realismo, con momenti secchi e asciutti che tolgono di mezzo i personaggi senza clamore.
Scelte impattanti che restituiscono a dovere un contesto di violenza senza controllo come quello legato ai cartelli della droga. Decisioni che ricordano la narrativa di Cormac McCarthy sotto certi aspetti. E io adoro Cormac McCarthy.
Insomma Villeneuve pare proprio non sbagliarne nemmeno una dietro la macchina da presa. Tutto ciò che dirige funziona e ogni film su cui mette le manine alla fine lascia soddisfatti. No?
No.

E si, perché qui, nonostante tutto, c'è un ma. Finché la tensione regge, infatti, ci troviamo di fronte al classico film bomba da guardare in piedi. Pietrificati dal senso del pericolo che avvolge i personaggi e stupefatti di come il mondo possa andare a finire male se lasciato in mano a certe dinamiche.
Ma quando queste fasi lasciano spazio a qualche momento più ragionato il gelo avvolge lo spettatore. La necessità di rappresentare alcuni personaggi come disumanizzati, probabilmente, influisce su certe scelte stilistiche.
Ciò non toglie che in un film già di per se stesso poco ritmato, queste situazioni stacchino troppo violentemente la spina. La parte centrale della pellicola è faticosissima da mandare giù e non perché sia particolarmente difficile, quanto perché non riesce a centrare il bersaglio.
Come detto, la bellissima Emily non aiuta nell'immedesimazione: la sua versione di John Mclaine non convince, nonostante la canotta. Per di più lo scontro tra il suo ideale di legge e quello meno ortodosso dei suoi reclutatori è fin troppo stilizzato.
Ne viene fuori un'opera in chiaro-scuro, capace di donare sensazioni forti, ma anche poco costante nel suo modo di raccontare. Un film che mi è piaciuto a metà e che, al di la di alcune scelte estetiche che lo rendono in qualche modo prezioso, non centra completamente il punto.
Certo, se altri registi nei film che mi piacciono meno raggiungessero questi livelli il cinema brutto non esisterebbe più. Ma questo è un altro discorso.


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