Iuri legge per voi: 50 Sfumature Di Grigio

C'è da chiedersi chi me lo faccia fare ad imbarcarmi in queste imprese. In realtà la risposta al quesito è piuttosto semplice. Quando sale al governo un elemento di dubbio gusto, in seguito a percentuali bulgare magari, non si riesce mai a trovare nessuno che lo abbia votato. Analogamente 50 Sfumature Di Grigio ha venduto trilioni di copie, spingendo la produzione di una trilogia cinematografica in grado di portare nelle sale migliaia di persone. Eppure non sembra esistere nessuno capace di parlarne bene.
Dal canto mio ho voluto scavare nel torbido per cercare di capire i motivi di queste discrepanze. Ho affrontato il mostro di petto e ne ho ricavato due importanti insegnamenti: che devo imparare a fidarmi delle recensioni, ma anche che il diavolo non è così brutto come lo dipingono.

Si, perché il primo impatto con il testo messo su da Ellis è stato abbastanza positivo. L'autrice ci porta subito dentro la testa della sua protagonista, proponendoci una narrazione in prima persona singolare piuttosto brillante ed ironica.
Del resto la signora dimostra di essersi imparata per benino le regole per sfornare un romanzo di successo: ha studiato il suo target di riferimento e gli ha regalato un personaggio simpatico in cui immedesimarsi. Anastasia è goffa, ma un pochino troppo, visto e considerato che vola in terra con tutti gli incartamenti durante il suo primo approccio con Grey. E' intelligente, ma tormentata da dubbi continui. Indipendente, ma emotiva al punto di arrossire con una frequenza preoccupante (Ana, un giro dal cardiologo io lo farei). Non si trova attraente e quindi lavora poco su di se ma, magia delle magie, conquista le attenzioni dello scapolo più ambito della costa ovest.
Insomma una favola che ha per protagonista una Cenerentola meno sfortunata dell'originale, ma capace di diventare subito la ragazza simbolo della normalità, a cui tocca la fortuna di vivere la storia dei sogni. “C'è speranza per tutte” è la frase che vagheggia nei sogni più audaci, probabilmente.
Ma Ellis non si limita a queste furbizie per ottenere l'attenzione dei suoi piccoli fans (cit.). L'autrice mette su una fauna credibile e numerosa, fatta di personaggi di contorno non sempre utilissimi, ma comunque capaci di creare una sorta di credibilità all'ambientazione generale. Certo, non fossero tutti reduci della compagnia delle indie, magari sarebbe anche meglio. Ma se non son belli non possono far parte dei sogni erotici di nessuno.

Chiaramente c'è anche tutto il lato piccante. Ma, anche se presente fino quasi a soffocare la lettura, l'erotismo non è il fulcro centrale della vicenda, quanto un mezzo per tenere vivi i lettori anche nei momenti (parecchi) in cui la vicenda di Crì e Ana tende ad arrotolarsi su se stessa.
L'entusiasmo umidiccio di Ellis traspare in modo chiaro dalle pagine del libro, tanto che queste danno quasi l'impressione di scivolare via dalle dita. La signora si dev'essere divertita parecchio a progettare e poi a scrivere questi momenti, travasando la sua emozione su Ana, sempre pronta a raccontarci tutto con dovizia di particolari e sensazioni.
In effetti alcuni di questi momenti sono coinvolgenti, inutile negarlo. Tuttavia spesso il tanto diventa troppo e l'autrice finisce per giocarsi la mia attenzione a causa della cacofonia delle descrizioni. Un paio di volte l'erotismo scivola vicino alla pornografia, il che peggiora le cose. Ma non troppo in fin dei conti.
Del resto quello che viene fuori da questi interludi non è clamoroso al punto da giustificare il mare di polemiche da parte delle femministe indignate che per un periodo hanno popolato la rete.
E' vero, Grey è un perverso a cui piace creare situazioni un tantino particolari. Ma non è che tramortisce Anastasia tempestandola di pugni sullo stomaco per poi appenderla fino a lasciarla quasi senza aria da respirare. Si limita a giocare con lei attraverso sistemi controllati e sicuri, cosa che, sono convinto, molte persone in giro per il globo fanno.
E' vero, l'ometto ha un che di inquietante. E' ombroso, possessivo, autoritario, arrogante e si lascia andare a episodi di stalking. Però non lo definirei pericoloso.
O almeno non lo è secondo il filtro della protagonista, che anzi pare divertirsi parecchio nel mondo di Gray. Non si spiegherebbe, se no, il fatto che dopo la prima visita alla stanza segreta, si sia quasi dovuto asciugare il pavimento a causa dell'emozione di lei.
Ed è proprio per questo che il finale di questo libro è una porcheria invereconda. Io capisco che essendo il primo episodio la scrittrice abbia voluto costruire un incentivo per invogliare il lettore (chissà perché l'ho declinato al maschile poi) a seguire anche i successivi.
Ma la forzatura nella reazione di sta benedetta figliola mi pare lampeggiante come un faro nella nebbia.
Se proprio a questo si doveva arrivare, tanto valeva risparmiare in qualche dettaglio inutile che ha ammorbato la narrazione (come la descrizione minuziosa di un computer o l'elenco di ogni singolo piatto di ogni singolo pasto, o magari il continuo arrossire o ripetere che son tutti dannatamente belli) per ricavare una cinquantina di pagine utili a preparare questa svolta idiota e totalmente priva di senso.
Perché, anche se si tratta di una prima parte, ogni libro ha il dovere di avere un finale quanto meno accettabile. Specialmente se è lungo più di 500 pagine.
Spesso certe storie sono fine come la carta velina e basta un lievissimo soffio di vento, uno spiffero, per farle cascare sotto il peso della propria leggerezza. Un finale del genere è come una tempesta in mare aperto.
Poi oh, magari Ellis risolverà alla grande questa pecca nel volume successivo. Possibilissimo. Ma non credo proprio che io sarò li per verificarlo.

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