I Cimeli Del Cinema Forse #4- Harry Potter e la camera dei segreti

Ammetto di essere un po' fuori target per questo genere di lavori. Tuttavia, ogni tanto, un film per ragazzi me lo concedo. Sono pellicole leggere, in grado di scivolare via senza troppe pretese e, se scritte da autori bravi, capaci di nascondere un sottotesto non leggibile dai più piccoli ma in grado di soddisfare gli adulti.
Cosa c'è di meglio della saga di Harry Potter, quindi, per godersi una serata di relax? La risposta a questa domanda richiederebbe un elenco troppo lungo e mi farebbe diventare noioso.
Per cui vi presento:

Dopo il clamoroso successo della Pietra Filosofale, i produttori hanno richiamato in servizio Chris Columbus per affidargli l'adattamento del secondo libro sul maghetto: La Camera Dei Segreti.
Il regista decide di non rischiare troppo e ripropone lo stesso impianto narrativo del predecessore. Nella scuola di magia a Hogwarts un pericoloso segreto è stato svelato. L'apertura della camera da parte di un diretto discendente di Simbad Serpeverde, ha liberato un mostro potentissimo in grado di pietrificare chiunque si trovi davanti. Ovviamente toccherà a Harry e i suoi amici risolvere l'arcano.

Non mi riesce troppo difficile immaginare i piccoli di essere umano guardare con occhi incantati le magie, gli effetti speciali e respirare le atmosfere gotiche del castello.
Ma i bambini, si sa, possono diventare esseri irrequieti. Nella prima metà di questa pellicola si assiste a una replica pressoché esatta del primo capitolo della saga: i parenti di Harry lo rinchiudono per impedirgli di seguire le sue aspirazioni, poi il maghetto viene salvato da personaggi bizzarri, va al mercato a comprare i libri e si lancia verso Hogwarts, questa volta con un'automobile volante.
Per quelle persone minuscole a cui è dedicato il film ciò non rappresenta un ostacolo. Gente abituata a vedere lo stesso cartone animato per settecento volte di fila non può considerare la ripetizione un problema, ma anzi, la vede come un pregio.
Però qui per un'ora abbondante non succede davvero nulla. La trama si sforza di perdere tempo in qualsiasi modo. Tra un'inutile partita di quidditch, una sfida bacchette alla mano e un'infinità di chiacchiere, la narrazione si attorciglia su se stessa fino a formare un groviglio inestricabile.
A salvare la situazione Columbus piazza una serie di colpi di scena talmente regalati da apparire assurdi. La macchina che prende vita per salvare i ragazzi dai ragni e il messaggio trovato da Harry nella mano di Hermione pietrificata (almeno è stata zitta per un po', grazie al cielo) sono gli esempi più clamorosi di come la sceneggiatura sia ricca di forzature.
E se queste sono cose che i piccoletti potrebbero anche non notare, di sicuro il ritmo praticamente inesistente di questo lavoro dovrebbe quantomeno farli impazzire.
Ma, dovessero aver superato l'ora durante la quale il tempo pare bloccarsi, potrebbero godersi un finale in crescendo. Gli scontri dell'ultima parte sono davvero riusciti, caricati di tensione e non privi di una certa violenza non troppo filtrata. Certo, Voldemort si rassegna al suo ruolo di Willy Il Coyote esoterico, ma ho come il sospetto che da li non uscirà mai.
Tutta questa fase mi ha fatto pensare che se questo lavoro avesse avuto una durata un filo meno terrificante delle due ore e mezza con cui è stato proposto, forse ci si sarebbe anche potuti divertire.
Ma poi Columbus ci delizia con un lunghissimo epilogo nel quale aggancia tutti i difetti già esposti, come a farci capire che Harry Potter è questo e così ce lo dobbiamo tenere.
Probabilmente le piccole pesti amano in quest'opera lo spirito d'avventura, così come quelli della mia generazione si sono goduti i Goonies, Explorers o i Gremlins per lo stesso identico motivo.
Tuttavia questa è solo una supposizione. Qualora aveste dei figli oppure siate cresciuti direttamente in compagnia di questa saga, vi prego: ditemi cosa c'è di speciale in questo mattone.

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